Testo e Foto di Luisa Chiumenti



Il Complesso del Vittoriano accoglie una grande mostra che fa luce sull?attento, capillare lavoro compiuto dalla Guardia di Finanza per la tutela del patrimonio archeologico ed artistico del Paese.

Ricordiamo che l?attività svolta dalla Guardia di Finanza a difesa dell?Arte viene coordinata e monitorata a livello centralizzato dal Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico del Nucleo Polizia Tributaria di Roma. Nel solo biennio 2008/2009, l?impegno continuo e capillare  profuso nel comparto operativo della Guardia di Finanza ha consentito il recupero e la restituzione alla fruizione pubblica di 11.258 manufatti di interesse archeologico; il sequestro di 136.873 opere contraffatte e la denuncia di 294 responsabili per violazione di natura penale correlate allo specifico compendio, che rappresentano,  in termini percentuale,  un incremento di circa il 50 % rispetto al biennio precedente.

Appare così in mostra  una splendida serie di manufatti marmorei, ceramici e bronzei recuperati dall?indotto clandestino e restituiti alla fruizione collettiva. La mostra, che nasce sotto l?Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana é stata  promossa dal Nucleo Polizia Tributaria di Roma della Guardia di Finanza,  Gruppo Tutela Patrimonio Archeologico, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ed è stata organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando.


E? ben noto purtroppo come il  traffico di manufatti di interesse archeologico rappresenti oggi  un fenomeno sempre in ascesa, con riflessi anche internazionali e come il  commercio venga alimentato da lobbies economicamente forti che dettano le leggi di mercato e stabiliscono le regole della domanda e dell?offerta.

L?Italia é certamente  uno dei paesi in cui più ampia é la testimonianza del passato attraverso i reperti archeologici,  perché essi sono distribuiti sull?intero territorio in modo tale da realizzare davvero, come spesso viene detto,  un ?Museo a cielo aperto?.

Ed ecco in mostra ad esempio il  bellissimo ?Altare funerario con motivi dionisiaci?, datato al II secolo dopo Cristo, proveniente quasi certamente da Roma; esso venne recuperato dalla Guardia di Finanza nel 2009 e  posto sotto sequestro in zona Magliana.

Esso appare ?decorato su tutti e quattro i lati con  rilievi di grande raffinatezza iconografica? come ?nelle due coppie di maschere teatrali poste su sostegni in vimini e ed arricchite da strumenti musicali, tursi e campanelli da un lato e cembali su quello opposto (v. Francesca Boldrighini, in Catalogo della mostra ? ed. Gangemi).


Ed ecco ancora il bel ?Sarcofago delle Muse? : una cassa rettangolare delimitata in alto da  un breve listello piatto; sulla superficie del fronte, lievemente convessa, si dispiega il fregio continuo scandito da undici figure rappresentanti le nove Muse alla presenza di Athena e di Apollo. Lo sfondo è costituito da un corto ?parapetasma?. Bellissima una Musa con lo strumento musicale, Tersicore, rappresentata di profilo, con il piede sinistro appoggiato su un rialzo roccioso. Proveniente da Fiumicino (Isola Sacra), il sarcofago fu recuperato dalla Guardia di Finanza nel 2008 ed é collocato presso gli scavi di Ostia, via Ostiense.

Molto suggestive anche le stele funerarie esposte, come quella  di Pompennio Placido, Fadiena Terza e Pompennio Valente, recuperata dalla Guardia di Finanza durante il triennio 2002-2005 e collocata presso la Delizia del Verginese ?Gambulaga di Portomaggiore (FE), datata alla prima metà del I secolo d.C. Si tratta di una stele parallelepipeda ?a tabernacolo?  con frontone sorretto da  lesene e corniciato, sormontato da due leoncini acroteriali accucciati.


Particolarmente interessante é la sezione della mostra, dal titolo ?Post Fata Resurgo. La vita post mortem nell?antichità?, che approfondisce il tema specifico del rito funerario delle popolazioni italiche, attraverso una rassegna delle tipologie sepolcrali in uso (dalla cista di tufo ovoide villanoviana fino al sarcofago in marmo di età imperiale). Sono pezzi  recuperati dal mercato illecito, insieme con  un nucleo ceramico composito facente parte di un  corredo tombale, che da poco é  rientrato a far parte del patrimonio artistico nazionale dopo decenni dalla dispersione (avvenuta nel corso degli anni ?50 del ?900), nelle raccolte e legati collezionistici d?oltreoceano.

 


Per informazioni:

Tel. 06/69202049