ANGELO LO RIZZO



Quello del turismo enologico è diventato un vero e proprio boom : da fenomeno di nicchia è da qualche tempo una delle più amate e diffuse maniere per andare alla scoperta di un territorio. E un turismo specializzato del gusto, alla ricerca dei vini migliori, sta crescendo nelle consuetudini degli italiani e degli stranieri visitatori dell?Italia. Il nostro Paese, infatti, è uno straordinario mosaico di prodotti vinicoli differenziati, talvolta di piccola o piccolissima dimensione quantitativa, ma indicativi di una diversità che è pregio, creatività, valore.

     Prendiamo, per esempio, l?Abruzzo. Che sia una ridente regione turistica è noto a molti, che vi si producano vini di qualità è già meno risaputo. Ma il ricco patrimonio di vigneti e di vini DOC è diventato oggi un ?volano? del turismo perché il vino può attrarre visitatori al pari di un Museo o di un?Abbazia. E l?Abruzzo è una regione ricca di città d?arte, centri agricoli, spiagge, colline e montagne e soprattutto di grandi tradizioni che si riflettono nel vino. Non per niente da anni sono stati creati ben sei diversi itinerari enoturistici che con ?le strade dei vini d?Abruzzo? guidano il visitatore nei luoghi più affascinanti della Regione, tra cantine e vigneti.


     Tre, in particolare, i vini più noti della Regione: il Montepulciano d?Abruzzo doc, il Cerasuolo d?Abruzzo doc e il Trebbiano d?Abruzzo doc. Il primo nasce da un vitigno rosso molto prestigioso, conosciuto e coltivato da almeno duemila anni. E? un vino ricco di corpo, con un colore rosso rubino intenso, dall?odore tenue e gradevole e dal sapore asciutto e morbido. Il secondo è una variante del primo. Si ottiene dalla macerazione di solo poche ore del mosto con le bucce del Montepulciano. Si ottiene un vino rosso ciliegia, con un odore delicato e fruttato, dal sapore morbido, secco e armonico. Infine il Trebbiano è un vino bianco profumato e corposo, dal colore paglierino con un sapore armonico ed asciutto, pieno di fragranza ed armonia. Ma c?è anche la DOC Controguerra, la più giovane delle DOC abruzzesi, con vini rossi e bianchi. I primi da uve Montepulciano, Merlot e Cabernet, i secondi, anche nella tipologia frizzante, ottenuti principalmente da uve Trebbiano.

     E nel carattere sincero di questi meravigliosi vini non è difficile rintracciare i tratti salienti di questa ospitale regione. Infatti tutti questi vini esprimono appieno lo spirito del territorio in cui nascono, una realtà dove l?esperienza enologica si rinnova giorno dopo giorno nel solco della tradizione, con un occhio sempre attento alla sperimentazione ed ai gusti del consumatore continuando imperterriti a fare passi da gigante e raggiungere vette straordinarie in un equilibrato rapporto qualità-prezzo.


Ogni volta che abbiamo visitato una cantina e parlato con il produttore ci siamo lasciati trascinare dall?entusiasmo dell?enologo nel mostrarci i vigneti, nello spiegarci le caratteristiche dell?allevamento, della vinificazione e dell?invecchiamento. In noi è subentrata quasi istintivamente la consapevolezza di essere a contatto con un settore molto particolare ed unico. L?universo del vino, quello con la ?V? maiuscola è forse l?unico dove la parola tempo abbia ancora un significato. Si potranno meccanizzare ed ottimizzare i processi di produzione, ma le fondamenta di una cantina poggeranno sempre sulla consapevolezza che il tempo è il vero padrone ed il vero autore dei vini.

    Nel mondo di oggi l?insidia dell?omologazione universale del gusto che minaccia di travolgere, insieme al mercato, anche la fatica, la tradizione e la cultura dei prodotti della terra e dell?uomo, può essere validamente arginata con una migliore conoscenza del prodotto vino. Un prodotto che da qualche anno ha trovato una quantità di succedanei e di concorrenti che han fatto da contrappunto ad una certa denigrazione della quale il vino è stato oggetto in sede medica e dietetica. Alla civiltà della vite, creatrice di confini geoculturali e di identità storiche, si è così contrapposta l?effimera, gassosa realtà delle bibite che compongono il degradato universo della civiltà delle lattine e del tetrapack.


Non dimentichiamo: in Abruzzo il vino, come l?olio e gli altri prodotti tipici, costituisce la memoria storica del luogo; qui la produzione del vino comincia già nel vigneto molti mesi prima della vendemmia. Il faticoso lavoro dei vignaioli è tutto proteso ad assicurare il più alto livello della produzione. Il vino qui è un vero prodotto della tradizione contadina e non può essere certo confuso con l?artifizio realizzato dopo progetti in laboratorio. Qui amorevoli cure agricole permettono di vinificare, di vendemmia in vendemmia, uve pregne di particolarità per avere vini genuini, capaci di trasferire nel bicchiere una qualità nata in campagna ancor prima della vendemmia.