una mostra al Palazzo delle Esposizioni.
Roma. Via Nazionale 194 – Roma.
(fino al 20 gennaio 2019)
di Luisa Chiumenti
Si tratta di una mostra piuttosto singolare, in quanto illustra in modo innovativo quella fase creativa che non è visibile, ma sempre piuttosto nascosta, che fu alla base dei maestri dell’animazione mondiale.
Ed è così che, in una selezione accurata appare in mostra quello che costituisce un vero e proprio patrimonio artistico creato dalla Pixar per ciascun film. In particolare poi, al secondo piano del Palazzo delle Esposizioni appare l’interessantissima esposizione dal titolo “Piero Tosi. Esercizi sulla bellezza. Gli anni del CSC, 1988-2016”, dalla quale scaturisce tutto il lavoro che il grande artista svolse, come docente per circa trent’anni, presso la scuola di cinema di via Tuscolana.
La Scuola di animazione ha prodotto innumerevoli titoli di cui si possono ricordare, tra i più famosi: “Cars”, “Alla ricerca di Nemo”, “Gli incredibili”, “Inside out”, “Coco” e tanti altri che hanno destato l’interesse di molti adulti, oltre che di tanti bambini.
La mostra internazionale, ideata e organizzata da “Pixar Animation Studios”, realizzata con la collaborazione di Meet / Fondazione Cariplo, è stata curata da Elyse Kaidman e per l’edizione italiana da Maria Grazia Mattei. Circa 400 le opere presentate, eseguite da circa quaranta artisti: sono disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico, guazzo e acquerelli, dipinti digitali, calchi, modelli fatti a mano, ma anche video, proiezioni, schermi giganti e lunghi “colorscript”) capaci di visualizzare emozioni, con la suggestione cromatica e l’uso del colore: tutto attuato dietro le quinte del lavoro filmico della Pixar.
Colpiscono in particolare due spettacolari installazioni, “Artscape” e “Zootropio” . La prima fa entrare il visitatore in diretto contatto con il mondo della Pixar, perché mostra apertamente i disegni e i bozzetti fatti a mano che si animano per il pubblico così come sono stati pensati dai loro artefici. E la seconda che, ricordando “Toy Story”, servendosi di un dispositivo brevettato negli Stati Uniti nel 1867, fa ruotare rapidamente una sequenza d’immagini dentro a un cilindro dando così l’illusione del movimento.
Vorremmo qui ricordare come la mostra evochi alte analoghe iniziative, come l’esposizione che il Museun of Modern Art di New York ha dedicato nel 2004 alla Pixar che ha messo in luce assai bene l’ eccezionale computer grafica ben nota per la sua tecnologia d’avanguardia che ha introdotto un nuovo modo di realizzare film d’animazione, raccontando storie e avvenimenti colmi di una molto maggiore, suggestiva, veridicità.
La mostra è accompagnata, da ottobre a gennaio, da una rassegna di cinema: “Passione Pixar”, che permette la visione di veri e propri capolavori.
Ed è esaltante quanto si coglie dalla osservazione attenta di quanto ci propone la mostra, ossia come alla base dei risultati del lavoro di Pixar, ci sia un attento lavoro di squadra, che fa pensare a una “bottega” del Medioevo e del Rinascimento, anche se in questo caso, si deve parlare di una “bottega digitale”.
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