Meditazione, arti marziali e medicina cinese per riscoprire se stessi. Missione italiana del monaco guerriero Shi Yan Hui
Testo di Mariella Morosi
La cultura cinese Shaolin, è da millenni alla base del benessere fisico e mentale ottenuto attraverso la meditazione, la pratica di particolari arti marziali e l’osservanza di principi della medicina tradizionale. Oggi questa cultura ha valicato i confini d’Oriente e si è diffusa in molti Paesi, grazie ad una maggiore attenzione del mondo moderno verso gli antichi insegnamenti dei monaci che hanno tramandato la sapienza del Buddismo Chan, il più diffuso in Cina, e del Buddismo Wu che invita alle arti marziali, in particolare al Kung Fu. In Italia a diffondere la cultura Shaolin è il maestro Shi Yan Hui, alla 34.ma generazione dei monaci del Tempio cinese di Henan, riconosciuto nel 2010 all’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Questo giovane monaco guerriero è l’unico rappresentante ufficiale di questa dottrina per conto dell’Abate Shi Yong Xing. “E’ una cultura nata nel centro della Cina – ha detto questo monaco guerriero a Roma all’incontro che gli ha dedicato il Rotary- ma la sua diffusione riguarda tutta l’umanità. Le malattie della vita di tutti i giorni possono essere prevenute e curate con la meditazione, le arti marziali e la medicina cinese: sono tre discipline che danno energia positiva. Solo così si può prevenire e curare il disagio di vivere causato dal male mentale e fisico, e contrastarne le cause che sono lo stress del troppo lavoro o il suo contrario, la sedentarietà.
Non si deve sottovalutare un sintomo come un intorpidimento del corpo oppure un’amnesia: un piccolo problema ne può causare uno molto più grande”. Nata dall’unione delle varie filosofie come la Confuciana, la Taoista e la Buddista ad opera del suo fondatore Bodidharma, questa cultura nata nel monastero di Shaolin ha segnato una svolta ed un’innovazione filosofica che si è imposta per secoli. Secondo Shaolin, l’allenamento fisico, come pratica costante regola il corpo e migliora la salute, mentre la meditazione dirige il pensiero, disciplina la mente e la svuota da influenze inutili. L’alimentazione, infine, è fondamentale per riequilibrare i principi che regolano la natura, e quindi anche l’uomo: lo Yin (negativo, umido, freddo, notte) e lo Yang (positivo, secco, caldo, giorno). Ma come inserire tutto ciò nella nostra vita di occidentali frenetici se vogliamo accettare questa sfida e fare emergere in noi ciò che siamo realmente? Ci risponde Francesco Bedogni, docente e da un quarto di secolo praticante Shaolin. “E’ impensabile per noi arrivare al livello dei monaci che si allenano tutti i giorni per ore e ore. Noi occidentali quando va bene possiamo dedicare a questo 6/8 ore a settimana. Ma allora? In un mondo che ci costringe a correre con ritmi frenetici dedicandoci poco tempo, è comunque importante imparare a disciplinare la mente e renderci più organizzati, avere un corpo forte e in salute. Non dobbiamo farlo per disperdere le energie, per non essere schiavi della frenesia del fare. Dietro ad ogni movimento c’è un mondo da scoprire, dalla respirazione alla proiezione mentale fino all’ascolto dei muscoli interessati.
E poi chi ha detto che la noia fa male? Essa permette di attivare quella parte creativa della nostra mente, avere più tempo a disposizione. Se nel quotidiano facciamo dieci cose, non dobbiamo desiderare di farne venti ma otto, dedicando a quelle otto passione, attenzione, gustandone il sapore, dilatando il tempo. Ecco, così può aiutarci il Kung fu di Shaolin”. Il maestro Shi Yan Hui porta avanti la sua missione in vari incontri in tutt’Italia e insegna ai giovani e ai meno giovani a riflettere sull’uomo con un approccio olistico. nella sua unità-totalità, in tutta la sua dimensione fisica, mentale, spirituale ed energetica. E’ l’energia donata dalla pratica delle tre discipline Shaolin che armonizza e riattiva i nostro sistema nervoso e neurovegetativo. Non c’è bisogno di essere un Bruce Lee per imparare i fondamenti delle arti marziali né un monaco buddista per meditare oltre il reale, in un paese come il nostro dove la frequentazione di palestre e spa è diffusissima. Potrebbe forse bastare una pratica limitata per tesaurizzare i segreti del benessere, per stimolare sentimenti positivi e per formare il carattere in una meditazione dinamica come è il Kung Fu, un’arte marziale che è tutt’altro che un modo di scaricare l’aggressività. Con semplici principi di disciplina e autocontrollo tutto questo sarebbe possibile. E’ certo comunque che sempre più persone nel mondo occidentale si rivolgono a questa pratica Shaolin che può donare l’armonia del corpo e della mente, che nessuna medicina moderna può dare. Shi Yan Hui prosegue nella sua missione divulgativa in Italia coordinando incontri e soggiorni di studio. www.shaolinquanfa.eu