Testo e Foto di ANNAROSA TOSO



Si svolge ogni anno dal 25 al 27 maggio a Larino, città del Molise la festa di San Pardo, la ?Carriera?. Questa festa ha origini molto antiche: va ricondotta al periodo delle persecuzioni contro i cristiani nel IV secolo d.C. Infatti perirono per volere dell?imperatore Diocleziano tre giovani martiri di Larino: Promiano, Fimiano e Casto. La notizia di questo supplizio si diffuse rapidamente anche nelle regioni vicine, dove iniziò una autentica forma di culto per i tre martiri.

Nell?anno 842 Larino venne invasa dai Saraceni che la distrussero mettendo in fuga gli abitanti che abbandonarono la città. Ne approfittarono gli abitanti di Lesina e Lucerna che portarono via le reliquie dei martiri Firmiano e Primiano lasciano in loco quello di San Casto. Ma i Larinesi non si rassegnarono alla perdita delle reliquie ed erano anche pronti ad attaccare Lesina per riavere le spoglie del martire santo. Ma quando erano pronti a sferrare l?attacco gli abitanti di Larino si imbatterono in un sepolcro dove erano conservate le spoglie di San Pardo, vescovo di Lucerna. Il ritrovamento sembrò un segno del destino, tanto che decisero di abbandonare le idee bellicose per recuperare le altre reliquie e scelsero San Pardo come proprio protettore.


La festa dura tre giorni e si snoda attraverso tutto il paese di Larino in un andirivieni dei carri nelle varie chiese per prendere San Primiano e portarlo da San Pardo nella cattedrale. I carri sono tutti ornati di fiori di carta, frutto del lavoro delle donne durante l”inverno e trainati dai buoi scelti anche nei paesi limitrofi e addestrati per intere settimane. In testa al corteo ci sono piccoli carri preparati dai bambini e da ragazzi che hanno dato sfogo a tutta la loro fantasia. I carri più grandi seguono a ruota e danno origine e una coreografia serpentina di colori dove solo il buon gusto e l”estro delle donne ha saputo mettere insieme tanti fiori di carta coloratissimi in un lavoro di precisione e bravura.

La mattina del 25 maggio si procede agli ultimi ritocchi ai carri, si mette il gioco ai buoi ai cui colli vengono appese le campane che accompagneranno con i loro rintocchi tutto il percorso. Si va a prendere nella chiesetta di Monte Arone San Primiano in una processione che culmina nella notte e assume aspetti di fiaba con la luce delle torce, i suoni dei campanacci e i canti in onore di San Pardo.


Il 26 maggio la festa continua. I carrieri riprendono la posizione nei posti loro assegnati. Dopo la messa riprende la processione con tutti i santi che prendono parte alla festa di San Pardo e che escono dalla cattedrale in questa sequenza: San Luigi Gonzaga. S. Rocco, S. Nicola, Sant”Antonio da Padova, S. Domenico, San Primiano, Santo Stefano, San Giovanni Battista e San Michele Arcangelo. A questo punto anche le reliquie di San Pardo vengono sistemate all”interno di un ?carro trionfale? per proseguire nella processione. L”atmosfera è festosa: ad assistere alla ?Carriera? arrivano anche dai paesi vicini. Sui carri vengono aggiunti ramoscelli di ulivo sui quali vengono legati caciottine e nastri colorati che stanno a simboleggiare che la natura si rigenera. Una vera propiziazione al raccolto perché sia abbondante, una maniera di chiedere al santo di vegliare sui campi.


Il terzo e ultimo giorno della festa, tutto ha il sapore della paesanità. Ci si prepara ad accompagnare la statua di San Primiano nella sua dimora abituale e alla fine si darà anche l´ultimo saluto a San Pardo mediante lo scampanio festante delle campane legate al collo degli animali. Ancora una coloratissima processione con una sosta per far riposare gli animali che culmina con ricchissime colazioni all´aperto, dove tutte le famiglie del paese sono coinvolte in una gara gastronomica che non ha uguali. Il finale della festa prevede una benedizione del vescovo di Termoli Larino a tutta la popolazione che conclude il cammino verso la Cattedrale invocando pace e benessere.