CON “LE INSALATE” SI ARRICCHISCE L’OFFERTA DELLA COLLANA COLTURE & CULTURA EDITA DALLA BAYER
Testo di Mariella Morosi
Le insalate sono buone, fanno bene, sono un inno alla fantasia e alla creatività: altro che semplici contorni come sono state a lungo considerate. Oggi hanno dignità nei menu stellati, in una miriade di armonie e composizioni, fanno da piatto unico e soprattutto sono sane apportatrici di vitamine, fibre e sostanze benefiche. A loro la Collana Colture& Culture della Bayer ha dedicato un volume, quasi un’opera omnia che le riscatta assegnado loro un ruolo da protagonista nella nostra alimentazione e in un sano stile di vita. Ma – questo è importante- senza perdere di vista il piacere del cibo. Per la prima volta 67 tra i maggiori esperti italiani hanno messo a fuoco ogni aspetto di questa coltura, dalla botanica alla coltivazione in campo e in serra, dal valore nutrizionale al suo impiego in cucina. C’è tutto sulla cicoria, sulla lattuga, sulla rucola e sul radicchio, senza dimenticare l’evoluzione del gusto e la percezione dei consumatori e neppure storia e tradizioni regionali. Pochi sanno come l’insalata sia stata anche protagonista dell’arte, a cominciare da quella statua che l’imperatore Augusto fece erigere alla lattuga a cui attribuiva il merito della sua guarigione da una grave malattia. Ce lo racconta Svetonio. E nelle opere di Arcimboldo non mancano certo le raffigurazioni del variegato mondo vegetale. Negli ultimi anni questo alimento considerato “povero” ha riacquistato dignità a tavola registrando un alto gradimento tra i consumatori specialmente per il prodotto già pronto al consumo, cioè imbustato e lavato. L’introduzione di confezioni che in termini tecnici vengono definite di alta gamma, ha aggiunto alle ben note caratteristiche nutrizionali del prodotto un servizio di praticità, risparmio di tempo in cucina e un potenziale maggiore di conservazione. Ogni anno in Italia si acquista questa tipologia di insalata per un importo di 900 milioni di euro. Non a caso il volume “Le insalate” è stato presentato a Napoli alla Fiera Agrosud 2013 dedicata alle tecnologie e alle innovazioni applicate al settore agricolo e zootecnico. Se i tempi sono cambiati sta però crescendo la consapevolezza che il cibo non è una merce ma un valore che ne contiene altri, non ultimo la purezza che può solo venire dal rispetto dell’ambiente e della terra. La Bayer CropScience investe nella ricerca ogni anno il 10% del suo fatturato al fine di garantire sicurezza e tracciabilità delle produzioni proteggendo l’ambiente attraverso un uso ridotto degli agrofarmaci, insieme a servizi, progetti e comunicazione. Il volume, con 1.352 illustrazione, racconta la storia del viaggio delle insalate fin dalla raccolta delle erbe spontanee come alimentazione primordiale . Le tecniche di coltivazione si sono evolute nei secoli, da quando ad esempio l’uomo capì che incendiando le erbe i germogli nascevano più teneri, fino all’impiego delle serre climatizzate per anticipare e destagionalizzare la raccolta. Il temine insalata come voce della lingua italiana risale al 1342. Da allora, condita con sale, olio e aceto o limone, ha regalato gusto e salute. In alcune regioni del Sud Italia c’è ancora l’abitudine di gustare le verdure crude a fine pasto, come digestivo, esattamente come facevano i romani duemila anni fa. Tante le curiosità, che fanno leggere il libro con lo stesso piacere con cui si legge un romanzo. E per finire ci sono tante ricette che la vedono protagonista assoluta, in un’infinità di mescolanze, di consistenze, di gusti e di colori. “Nel condir l’insalata – scriveva Salvatore Massonio alla fine del ’500- può l’uomo usar diligenza. Occorre che ella sia aspersa prima di sale sulla superficie, dopo ch’ella sia ben collocata e dislargata nel piatto, e poi di un poco d’olio distillatovi a goccia a goccia, perché invischi il sale. Ultimamente le si getti l’aceto sopra, ma sottilmente e girando per ogni parte il vaso perché ne rimanghi tutta egualmente bagnata”.
“LE INSALATE”
Collana Colture&Culture
1.352 illustrazioni
69 euro