Testo di Luisa Chiumenti
X Forum Nazionale dell’Agriturismo in collaborazione con Skal International: “Rural Tour. Agricoltura e turismo: i motori della ripresa”.
Si è tenuto quest’anno a Tarquinia, presso la Sala Consiliare del Comune, l’annuale Forum Nazionale dell’Agriturismo, organizzato da Agriturist (con Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il Patrocinio dalla Camera dei Deputati e dalla Presidenza del Consiglio), in collaborazione con Skal International, con il titolo assai significativo: “Rural Tour. Agricoltura e turismo: i motori della ripresa”.
Moderata dal giornalista RAI Osvaldo Bevilacqua, l’interessantissima tavola rotonda, cui sono intervenuti relatori di alto livello professionale, a messo a fuoco un accattivante intersecarsi di tecnica, professionalità e cultura che poi, con il workshop finale e le interessanti visite al territorio, ha dato vita alla elaborazione di efficaci nuove proposte per la ripresa economica. Questa infatti dovrebbe essere legata allo sviluppo di una oculata “sinergia fra agricoltura e turismo” che può giungere a valorizzare risorse enogastronomiche, paesaggistiche, non solo “in chiave turistica” con la giusta valorizzazione del paesaggio agrario e del patrimonio urbanistico e storico-monumentale, ma anche nel rispetto di una grande promozione del “made in Italy agroalimentare” . Il primo obiettivo da perseguire è quindi quello di garantire ‘integrità del sistema ambientale sulla base di una equa distribuzione (anche intergenerazionale) delle risorse fra tutti con un concetto socio-economico capace di creare sviluppo per i giovani, re-interpretando il concetto stesso di sostenibilità. Pertanto un modello di sviluppo sostenibile per il turismo è da vedere nella ricerca e nella messa a punto di un miglioramento dell’ambiente nella destinazione prescelta in modo che il viaggiatore contribuisca in certo modo a tale miglioramento con le proprie stesse esigenze e richieste di conoscenza e di appropriazione della tipicità dei luoghi: dal paesaggio agrario, a quello urbanizzato, a quello archeologico e monumentale, cercando di entrare nel vivo delle ascendenze e delle radici storiche. Ed ecco aprirsi l’immagine di una “green vision” o meglio una “green Economy”, come è scaturita dalla proposta fondamentale insita nella relazione del prof. Percario, promotore dell’idea di “creare una vera e propria “etichetta Green Italy”, destinata a raccogliere tanti “Green Village” , ciascuno con la propria unicità e specificità, ma sempre orientata verso un approfondimento delle peculiarità e delle radici locali. Ma come ha ricordato il dott. Augusto Minei, presidente dello Skal è stata proprio tale Associazione internazionale (nata 80 anni or sono e avente oggi 23.000 soci) a riunire tutti i rami dell’industria del turismo e dei viaggi. In quest’ambito vogliamo accennare qui, rinviando a più ampi approfondimenti, alla consapevolezza di una necessaria valorizzazione della ricettività del territorio, già peraltro testimoniata da alcuni Agriturismi di alto livello che si è potuto visitare in occasione del Forum, dalla città di Tarquinia, al parco dei Cimini all’hinterland di Acquapendente e vogliamo altresì soffermarci su una della più note peculiarità storico culturali del territorio tarquiniese, ossia quello delle tombe dipinte. |
Sappiamo infatti come, dal VI secolo a.C., siano iniziate a comparire le prime tombe dipinte di Tarquinia, le cui figurazioni danno veramente una testimonianza diretta della civiltà etrusca. Molte sono anche le possibilità di decifrare, attraverso tali figurazioni, le attività, gli usi, i desideri e i timori di questo antico popolo. I temi ricorrenti delle pitture funebri tarquiniesi sono: banchetti, musiche, danze, giochi e più tardi, quando la civiltà etrusca era in declino, mostri demoniaci. E’ comunque costante la rappresentazione del trapasso come un vero e proprio itinerario, un passaggio verso un nuovo mondo, da compiere a piedi o a cavallo, o su un carro, ovvero attraversando una palude o un fiume.
Per cercare di comprendere il significato che il monumento tombale assumeva per gli Etruschi basti pensare che, dopo aver deposto il cadavere essi chiudevano accuratamente il sepolcro rendendo così inaccessibile ed invisibile ogni preziosità che l’adornava e se uno dei temi ricorrenti delle pitture tombali di Tarquinia è quello dell’agone, ovvero della rappresentazione di gare e giochi che avrebbero dovuto mostrare la vita nel suo aspetto di combattimento, di guerra e di lotta (rappresentazione della vita nella sua pericolosità), l’altro tema invece appare come quello che voleva quasi far dimenticare il morto ai viventi ed al contrario far ricordare al morto la vita terrena, ossia la gioiosa vivacità e spensieratezza del banchetto: uomini e donne vestite lussuosamente, ricche suppellettili, servitù, accompagnamento di musica, danze e giochi, insomma la possibilità per il morto di rammentare con piacere il mondo dei viventi ( v. BOX di F.Z.),