LUISA CHIUMENTI
La grande mostra aperta al Vittoriano, dal titolo ?Fascino del Bello. Opere d?arte dalla Collezione Terruzzi?, è davvero un?esposizione assai particolare, sia per la preziosità dei pezzi esposti, che per l?originalità stessa del taglio con cui viene presentata al grande pubblico una collezione privata tra le più affascinanti forse in Italia.
E se ad esempio sono ventidue i pezzi di Annigoni ( tanto da costituire in effetti la prima monografica dell?Autore) per la scelta particolare operata dalla curatrice, Annalisa Scarpa, può apparire anche un solo De Chirico, ma opportunamente legato ad uno specifico significato dell? opera, nell?ottica generale della mostra.
Per quanto riguarda invece le porcellane, esse sono state scelte nell?ottica dell??utilizzo? delle stesse, seguendo anche un concetto per cui la collezione è ?da vivere? e non soltanto ?da vedere?, permettendo infatti di entrare all?interno delle grandi famiglie e degli artisti medesimi, che lavoravano in quel determinato ambito territoriale.
La dottoressa Scarpa ha sottolineato come siano fra l?altro scaturite da questa mostra, alcune nuove informazioni preziosissime, che si sono svelate durante il percorso e si aprono ad una possibile nuova indagine critica.
Spicca positivamente l?immagine del Ministero, come responsabile pubblico e il Ministro stesso si è dimostrato entusiasta della bellezza della collezione, che aveva già potuto vedere in anteprima a Bordighera, avendo così in un certo modo un primo saggio della futura mostra ( che quindio egli stesso ha fortemente voluto), che ora evidenzia come sia stata mossa dal fascino del tempo.
Amorini con cigni
Il cavalier Guido Angelo Terruzzi è un personaggio che ha investito gran parte della sua attività, mettendo assieme quanto di più bello poteva trovare nei suoi ampi contatti con il mondo dell?arte e della cultura.
L?esposizione si presenta quindi con esemplari di rara raffinatezza, specialmente nel campo degli arredi: si pensi anche soltanto a quegli strepitosi mobili francesi che hanno ?vagato? per il mondo ed ora ritornano in Italia per rimanervi, con un ?opera generosa e meritoria della famiglia Terruzzi?, che vi ha dedicato decenni del proprio appassionato lavoro.
Oggi comunque il grande collezionista si è posto una ulteriore missione: quella di fare uscire dalla riservatezza e dal silenzio (peraltro sempre fattivo e non certo inoperoso) e rendere quindi godibile al grande pubblico la bellezza delle opere.
Forse in un certo modo non sarebbe stata dunque del tutto negativa la vicenda per cui il cavalier Terruzzi non ha potuto a suo tempo portare la collezione a Palazzo Grassi, perché questo ha permetsso ora che, oltre alla presente mostra romana, altre città in Italia, da Milano alla stessa Roma e anche Venezia si possano mettere ?in gara?, per ospitare definitivamente l?ambita collezione, confluita nella Fondazione privata istituita dal cavalier Terruzzi, cui spetterà la decisione finale sulla definitiva sede.
Fonte di dibattito e di confronto fra i più interessanti della cultura nazionale, l?esposizione nn solo è da vedere per la bellezza estrema dei manufatti che espone, ma è anche testimonianza di tutto l?amore, la competenza, la passione e perseveranza di un grande collezionista che da tempo fra l?altro gestisce l?Hilton di Roma. Ed è nella hall di questo grande Albergo ( pur oggetto di discussione al momento della sua nascita negli anni ?60, ma oggi ormai struttura di grandissimo successo), che Terruzzi da tempo ha già esposto alcune grandi tele del ?700, provenienti da Venezia, e che, dalla sua collezione sono ivi rimaste in permanenza, come un bellissimo squarcio sulla massima pittura mondiale.
Capriccio con il Pantheon,
statue e figure
In tal modo, come ha sottolineato il Ministro Rutelli, un Privato ha sostituito, con le proprie personali possibilità economiche, lo Stato che non aveva disponibilità, in un compito culturale di grande rilevanza anche sociale per la grande visibilità che le tele vengono ad avere, non solo per gli ospiti dell?Albergo, ma anche per tutti coloro che vi frequentano i numerosi meeting e convegni.
Cinquant?anni di collezionismo dunque si disvelano in un affascinante panorama di arte, cultura, mecenatismo e soprattutto, ?dialogo costruttivo fra privato e pubblico?, come ha sottolineato il ministro Rutelli.
Ricordiamo ancora, oltre che l?esposizione, organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia, si avvale di un Catalogo edito da Skira, assai prezioso oltre che per la ricca iconografia e per i numerosi saggi specialistici, anche per l?interessante introduzione di Mina Gregori.
Si segnala ancora il progetto di allestimento molto accurato, dovuto a Michelangelo Lupo ed il progetto illuminotecnico firmato da Imerio Palombo del medesimo Studio Lupo.