LUISA CHIUMENTI



Una particolare manifestazione, che in qualche modo si lega alla Grande Guerra, di cui si celebrano i 90 anni dall?inizio, è stata quella relativa ad  un ?Concorso di Pasticceria? proprio   intitolato ad un ufficiale ?di complemento?, della Grande Guerra: il dott. Vittorio Romano.

Indetto dalla Associazione ?Menù e Bon Ton? (di cui è vice-presidente la figlia dell?ufficiale, dottoressa Patrizia ) e da altre Associazioni gemellate, quali : il Palatinum Club, il Lions Roma Amicitia ed Ancis Politeia, il Concorso è approdato ad una cerimonia di premiazione, che  si è svolta presso il  Grand Hotel Marriott Flora di Roma , via Veneto , alla presenza dell?assessore regionale Bruno Prestagiovanni (la Regione Lazio ha dato infatti il suo patrocinio ed ha assegnato tre coppe ai primi classificati e alcune targhe e i diplomi sono stati assegnati assegnati dallo Chef Fabio Campoli Presidente onorario della Associazione Menù e Bon Ton ).


Ma veniamo alle reali motivazioni del Premio, che anche nel suo svolgimento si è comunque legato strettamente alla radici storiche del nostro paese ed alla memoria degli anni di guerra, che molte famiglie conservano ancora così vive nei propri ricordi.

Mentre le celebrazioni legate ai 90 anni dalla Grande Guerra ( ricordiamo come sia stata da poco inaugurata la grande mostra ?Arte e memoria, a 90 anni dalla grande guerra?, allestita in Roma, presso l?Ala Mazzoniana della Stazione Termini), che porta il visitatore fra tanti cimeli, taccuini, ritratti e fotografie di quell?epoca, si è pensato così di far rivivere, per i figli Patrizia e Francesco, la memoria di un?impresa ?pacifica? svolta in quegli anni dal padre Vittorio.


Il commendatore Vittorio Romano, nel 1916, si trovava  al fronte con i suoi soldati ed  ebbe appunto l?idea di cercare di sostenere in qualche modo lo spirito dei suoi ?ragazzi?, facendo loro ?sentire l?aria di casa?, attraverso? le ricette di famiglia! Cominciò egli stesso a scrivere  a sua madre chiedendole di spedirgli le sue ricette preferite e poi invitò a farlo anche gli altri soldati, in questo aiutato anche dal lavoro assiduo e appassionato delle ?madrine di guerra?. I cuochi della caserma cercarono poi di realizzare nel miglior modo possibile ogni ricetta.

E se l?Italia di allora aveva mandato i suoi giovani a tener fede ad un impegno per la difesa dell?identità della propria terra nei confronti di un altro popolo, è significativo il fatto che oggi quegli stessi popoli, siedano al medesimo  tavolo di una più grande nazione: l?Europa unita. Ma in quel momento però l?unità della Nazione così  particolarmente sentita fu sottolineata persino attraverso quelle ricette che da ogni regione ( dalla Sicilia al Trentino, dalle Marche al Lazio all?Abruzzo), riuscirono a tessere in un?unica tela tradizioni vive, conservate con cura sulla tavola di ogni famiglia italiana.


Ritornato a casa dopo la guerra, nel 1918, quell?ufficiale trascrisse poi le ricette, raccogliendole in un bellissimo e originale ?Diario?, assai suggestivo : un manoscritto, arricchito da spiegazioni e da un indice e datato all?anno 1925 : un  libro che si auspica possa essere presto pubblicato!

Il folto pubblico  ha giudicato le belle torte presentate in una cornice capace di creare, come qualcuno ha detto, una vera e propria ?apoteosi di bellezza e buon gusto? dove la fantasia e l?estro si sono anche accompagnate ad adeguate ricerche storiche delle tradizioni regionali italiane.

Ed anche questa manifestazione è da vedere, come la grande Mostra del Gate della Stazione Termini, non soltanto come la ?memoria? del primo conflitto mondiale ma come uno spaccato realistico dell?Italia dei primi anni del Novecento, con tutte le sue contaminazioni culturali e in tutte le sue manifestazioni: dalla condizione bellica al clima sociale e politico, dal filone artistico al ruolo fondamentale della donna durante la guerra.