LUISA CHIUMENTI



Promossa e organizzata dall?Amministrazione Comunale e dall?Associazione Turistica Pro Corciano, nell?ambito della 45a edizione di Corciano Festival, è stata allestita, nella Chiesa – Museo di San Francesco a Corciano, la mostra di Gianni Dessì dal titolo ?Assieme? a cura di Massimo Duranti e Antonio Carlo Ponti.

Nell?ambito del fitto programma del Festival, per quanto riguarda le arti visive, è  dunque da segnalare la mostra di Dessì, artista che, com?è sua consuetudine, ha voluto proporre la propria opera in modo articolato, costruendo una serie di ?relazioni tra spazio fisico dell?architettura e spazio virtuale della pittura, tra pieno e vuoto della scultura, tra ?interno ed esterno?, in una sorta di vera e propria narrazione, che mira pur sempre a dare allo sguardo dell?osservatore, una sensazione comunque unitaria.

Così la navata centrale della chiesa articola il proprio spazio, accogliendo una grande scultura: una  figura ripiegata, alta circa tre metri e mezzo, mentre il pavimento e la parete absidale, in contatto con lo spazio centrale, sono evidenziati da due grandi circoli rossi.

La grande opera, realizzata intorno ad un intelaiatura di ferro, fibra d?agave, resina e pittura, è stata realizzata sulla stessa linea creativa di una precedente opera, quella già proposta dall?artista in una mostra allestita tre anni or sono, presso l?Accademia di Francia a Villa Medici in Roma (?Bianco e Nero? 2006). In realtà, nella scultura ?Bianco e nero? di Villa Medici, ci è apparso ?una sorta di umanoide?, dice Duranti nel saggio ?L? Assieme  solitario di Gianni Dessì? in Catalogo della mostra ?Gianni dessì ? Corciano Festival 2009 ? Fabrizio Fabbri editore), ? della stessa materia fibrosa bianca di quello esposto a Corciano, con un grande cerchio soprastante dipinto di nero, come fosse una proiezione di qualcosa che non c?è?. E a Corciano la scultura si semplifica ulteriormente sia negli arti, che a Villa Medici erano più umanamente definiti, che nella posizione, analogamente più umana.


E, comericorda ancora Duranti,  l??Umanoide? presentato a Corciano potrebbe in certo modo collegarsi con quanto l?artista stesso aveva voluto richiamare nel titolo di una sua mostra del 1980: ?Notorie?, che, riferendosi ad una antica definizione di ?anatomia?, vorrebbe pur sempre collegarsi al concetto  di ?forma? o ?conformazione?.

E attraverso gli sviluppi della sua scultura Dessì sembra voler presentare ?forme in evoluzione???giocate sull?incertezza montante delle forme che si confrontano con la purezza delle forme geometriche monocrome?.

La scultura i Corciano si costruisce attraverso una intelaiatura di sostegno (in legno e metallo) che viene poi ?plasmata? (con ibre vegetali e colle)e si appoggia sui quattro arti indistintamente , suggerendo appunto in tal modo una situazione dell??umanoide? che si può interpretare ?in regresso? o in ?evoluzione? rispetto a quella ?umana?.

Intorno a questo centro troveranno luogo altre tre grandi opere dipinte, di cui una composta da quindici diverse tele tutte della stessa dimensione, posizionate in modo da  rispettare la planimetria dell?edificio, a croce.

E l ?Assieme? di Corciano si amplia con la ?Camera Picta? e ?Controluce?, un grane dipinto del 2008 (Galleria A.Bagnai di Firenze),mentre una sorta di ?completamento? della mostra si può intravedere nel ?dittico?, dal colore rosso dominante dal titolo significativo ?L?un per l?altro?.

Il bel catalogo della Effe?Fabrizio Fabbri Editore, Collana Corciano Festival, contiene i saggi di Massimo Duranti e Antonio Carlo Ponti e la riproduzione delle opere esposte.

La mostra, alla cui organizzazione (come pure al catalogo), hanno collaborato  Andrea Baffoni e Francesca Duranti, segue l?itinerario ideato da Ponti e Duranti con la formula ?L?Umbria del cuore?, in cui vengono invitati ad esporre artisti non umbri che hanno deciso di risiedere nella regione.


Nato a Roma nel 1955, Gianni Dessì, che vive e lavora tra Roma e l?Umbria, ha compiuto gli studi presso l?Accademia di Belle Arti di Roma.

Esponente della ?Scuola di San Lorenzo?, egli stabilì il suo studio a Roma, fin dai primi anni Ottanta, nell?ex pastificio Cerere in via degli Ausoni, divenuto ben presto centro vitale della cultura arti­stica cittadina ed internazionale, nell?ambito di una trasformazione radicale, sul piano urbanistico e sociale, del quartiere san Lorenzo, mirante alla valorizzazione oculata di molti dei suoi storici e suggestivi spazi.

Nel 1979 Arte Fiera di Bologna accolse la sua prima personale, cui seguirono  numerose altre esposizioni tra cui le personali nelle gal­lerie Swart di Amsterdam, Ugo Ferranti di Roma e Yvon Lambert di Parigi (1980).

Qui si tenne, nel 1984, la mostra ?Ateliers?, in occasione della quale Domenico Bianchi, Gianni Dessì, Bruno Ceccobelli, Giuseppe Gallo, Nunzio, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli apro­no i loro studi al pubblico.

A partire dagli anni Ottanta la sua partecipazione a mostre collettive e per­sonali è molto intensa. Tra le manifestazioni più importanti alle quali  prende parte si ricordano ancora : la Biennale di San Paolo del 1981; la Biennale des jeu­nes artistes di Parigi del 1982; la Biennale di Venezia del 1984 e del 1986. Risalgono, invece, al 1985 le prime mostre personali nelle gallerie Gian Enzo Sperone di Roma e Sperone Westwater di New York. La Galleria Civica di Arte Contemporanea di Trento gli dedicherà un?ampia antologica nel 1995.

Alla grande mostra che nel 2006 gli è stata dedicata da MACRO, dove, accanto ad un?accurata selezione di lavori storici, l?ar­tista presentò una selezione dei grandi lavori su vetro-resina, riproponendo altresì, in una articolazione rinnovata, la ?Camera Picta? del 1993, seguiranno, nel 2008, la mostra ?Panorama? presso la galleria Alessandro Bagnai di Firenze e, nel maggio del 2009, un? ampia selezione di lavori nella mostra ?Officina San Lorenzo? curata da Daniela Lancioni, al Museo di Arte Moderna di Rovereto MART, insieme agli altri esponenti della Scuola di San Lorenzo e tuttora in corso.

 

 

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