LUISA CHIUMENTI
E? stata inaugurata recentemente ad Assisi, presso il Museo Pericle Fazzini che ha sede nel Palazzo del Capitano del Perdono presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, la mostra, curata da Luigi Sansone: ?Angelo Savelli e Roma?. Opere dal 1939 al 1981, organizzata nell?ambito delle iniziative espositive del Museo curato da Giuseppe Appella.
Vivissima la spiritualità nell?arte di Angelo Savelli e la scelta di Assisi per questa sua mostra nel Museo intitolato ad uno dei suoi più grandi amici, come suggerisce il curatore Luigi Sansone, bene si colloca nell?ambito dell? atmosfera di alta spiritualità che offre il luogo francescano.
E se comunque i rapporti di Savelli con Roma non vennero mai meno, già tra le sue opere giovanili degli anni Trenta eseguite a Roma, si annovera un rapporto con il Santo di Assisi, attraverso una ieratica incisione figurativa dedicata a san Francesco e poi, a distanza di cinquant?anni, in terra d?America, in ormai avanzata età, ecco di nuovo una ispirazione francescana nel suo personalissimo stile astratto dominato dal bianco, con il suo ?Frate Francesco? (del 1983-84 ) che rappresenta una vera e propria ?summa? del pensiero mistico-metafisico di Savelli. Si tratta infatti di una grande opera che, priva del telaio e applicata direttamente sul muro, è significante di quell? estasi che solo i grandi Santi hanno la Grazia di provare nella loro levitazione mistica.
Le opere selezionate per questa esposizione sono appunto quelle eseguite tra il 1939 e il 1981: quarantuno lavori tra dipinti ad olio, tempere e acquarelli, inchiostri e tecniche miste.
realizzati da Angelo Savelli (Pizzo Calabro, Catanzaro, 1911 ? Dello, Brescia 1995) nell?arco di più quattro decenni.
Il trasferimento a Roma, dopo gli studi liceali a Vibo Valentia, avvenuto nel 1930 lo vede frequentare il Liceo Artistico ed apprendere l?arte dell?affresco sotto la guida di Ferruccio Ferrazzi, e poi, una volta conseguito il diploma presso l?Accademia di Belle Arti, eccolo docente presso il Liceo Artistico.
Sarà quindi Roma la città fondamentale per la sua formazione, anche per l?arricchimento profondo che gli derivò dagli incontri con numerosi protagonisti dell? accceso confronto artistico che, nella capitale, trovava radici appropriate e stimolanti nei dibattiti fra artisti come Fazzini, Gentilini, Mafai, Guttuso, Scarpitta, Turcato, Dorazio, Tamburi, Afro, Capogrossi, Consagra, Burri, Severini e Perilli, con i quali il giovane calabrese conserverà sempre rapporti di amicizia.
Ed è ancora a Roma (a parte la traumatica esperienza della guerra e i soggiorni a Venezia nel 1947 e l?anno dopo a Parigi), Savelli si fermerà per quasi 25 anni (dal 1930 al 1954) la città in cui l?artista raggiungerà i primi successi, da quando ebbe la sua prima personale alla Galleria di Roma nel 1941, a cui seguirono le personali alla Galleria del Ritrovo e alla Galleria San Marco, sempre nella capitale, dove partecipò anche alla VI Quadriennale, potendosi classificare come uno dei principali innovatori della pittura italiana dell?immediato dopoguerra.
Con Severini, Prampolini, Fazzini, Jarema e Virgilio Guzzi fonderà, nel 1944, l?Art Club, partecipando alle mostre al Cairo, Alessandria d?Egitto e Buones Aires.
Seguono numerose altre esposizioni e la partecipazione, nel 1950, alla XXV Biennale di Venezia, dove vincerà il primo premio ?Città di Reggio Calabria?.
Al suo arrivo a New York, Savelli, diventerà assiduo frequentatore dell?Art Club della decima Strada, producendo, nel 1956, una serigrafia monocromatica ?bianco su bianco?. La maturità della visione artistica sarà da lui raggiunta nei primi anni Sessanta, tra la scelta del bianco e l?avvicinarsi a forme minimaliste, mentre la ricerca sul bianco applicata oltre alla pittura anche alla grafica e alle architetture-ambiente lo accompagnerà tutta la vita, portandolo ad ?esplorare lo spazio e la geometria fino al microcosmo del ?punto figura? ed oltre, verso la dissolvenza della materia in energia pensiero?.
Invitato dall?Università della Pennsylvania ad impostare il corso di laurea in arte, vi insegnò con Piero Dorazio, per oltre un decennio e nel 1964 esporrà alla Biennale veneziana, in una sala personale, una serie di opere ?bianco su bianco? e il volume ?Ten American Poets? che gli valgono il Gran Premio per la Grafica.
Nel 1980 all?artista venne assegnato il premio Guggenheim che gli valse l? opportunità di organizzare numerose mostre a Milano, Roma e Zurigo, mentre l?anno successivo, a cura di Giuseppe Appella, per le edizioni di Vanni Scheiwiller uscirà il libro Angelo Savelli ? Opera Grafica 1935-1981.
Nel 1984 il Padiglione d?Arte Contemporanea di Milano gli dedicherà la prima grande mostra antologica in cui figurano opere e installazioni del periodo ?bianco?.
Dopo il suo rientro in Italia, nel 1995, la Biennale di Venezia e il Museo Pecci di Prato gli dedicheranno, in quello stesso anno, due mostre antologiche, ma l?artista non potrà vederle, perché colto dalla morte qualche settimana prima della loro inaugurazione.
Per informazioni:
Museo Pericle Fazzini
Palazzo del Capitano del Perdono
Piazza Garibaldi, 1/c – 06081 ASSISI
tel. e fax 075/8044586
http;//museo.periclefazzini.it
Fondazione Pericle Fazzini
Via Margutta, 61
00187 ROMA
tel. e fax 06/3207763