VALERIO S. PROVVEDI
Dal 17 luglio al 31 ottobre 2004 le magnifiche sale del Castello Pasquini di Castiglioncello ospiteranno la prima mostra che la Toscana dedica a Federico Zandomeneghi (Venezia 1842 ? Parigi 1917).
Curata da Francesca Dini e realizzata sotto l?Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la manifestazione ripercorre, in maniera inedita, il particolare itinerario artistico che condusse Zandomeneghi, dalla formazione in ambiente veneziano, alla condivisione delle contemporanee ricerche toscane, al profondo interesse per le tematiche naturalistiche fino alla significativa partecipazione, unico fra gli italiani, alle esposizioni parigine degli Impressionisti.
L?esposizione si propone di documentare le vicende umane ed artistiche che portarono Zandomeneghi a coniugare il colore della grande pittura veneta, assimilato nell?ambiente artistico familiare, con il rigore formale della tradizione toscana (apprezzato attraverso il sodalizio con gli amici Macchiaioli ed il grande Degas) ed il cromatismo, spregiudicato e vibrante, dell?Impressionismo francese, approdando ad esiti che, talvolta, preludono alle soluzioni formali postimpressioniste, anche quelle più anticonformiste.
La sua pittura, scevra dell?aggressività talentuosa e dei compiacimenti virtuosistici di un Boldini, sembra piuttosto coniugare la modernità dei tagli di Degas ai preziosismi cromatici di Renoir riuscendo, tuttavia, a proporsi assolutamente nuova e originale. E ciò quale conseguenza del lungo, coerente percorso di un artista capace di sopportare il peso di scelte estetiche e di vita spesso ardimentose. Come quella, ad esempio, di lasciare la città natale, Venezia, rinunciando ai vantaggi che gli sarebbero derivati dalla notorietà della sua famiglia di celebrati scultori (il nonno, Luigi, era stato intimo di Antonio Canova ed il padre, Pietro, aveva portato a termine il monumento a Tiziano, nella Chiesa dei Frari).
A causa dei suoi ideali anti-austriaci il diciannovenne Zandomeneghi lascia Venezia per Milano e, poi, per Firenze, dove giunge nel 1862 dopo aver partecipato ad una delle spedizioni di supporto ai Mille di Garibaldi e dopo aver terminato gli studi all?Accademia di Brera. I suoi esordi artistici avvengono, pertanto, in seno ai Macchiaioli, dei quali condivide le lunghe lotte, gli ideali estetici e quelli patriottici. La mostra allestita a Castiglioncello si propone, quindi, di ricontestualizzare il percorso dell?artista partendo proprio dagli anni italiani, spesso ignorati per le difficoltà di reperirne le opere più significative.
Articolata in quattro sezioni, l?esposizione analizza, inizialmente, le inevitabili suggestioni e concomitanze con l?attività di altri artisti, inclusa la parte iniziale del soggiorno parigino. Successivamente vengono analizzati i rapporti con Diego Martelli, la “svolta” impressionista e l?inizio dei duraturi rapporti, di consuetudine e di amicizia, con Edgar Degas. La terza sezione raccoglie alcuni degli splendidi dipinti nati nel clima di adesione al movimento impressionista francese mentre l?ultima, nelle sue due sale, raduna i capolavori della produzione più conosciuta dell?artista, fin quando egli non perviene ad una “cifra” propria in cui la sintassi espressionista ritrova la pienezza classica, tutta italiana, della forma.
Il catalogo, a cura di Francesca Dini, segue l?iter artistico del pittore ed include saggi di Cosimo Ceccuti, Piero Dini e Carlo Sisi, con una testimonianza di Anna Toniolo, nipote dell?artista, e corredato da schede critiche di Rossella Campana.
La mostra, sempre chiusa al Lunedì, fino al 5 settembre osserverà l?orario dalle 16,00 alle 24,00 e, successivamente, dalle 10,00 alle 19,00. Si svolgerà al Castello Pasquini, piazza della Vittoria, Castiglioncello (Livorno). Biglietto intero 6,00 Euro, ridotto 4,00 Euro, gruppi 2,50 Euro.
Info: Ufficio Cultura Comune di Rosignano M.mo
Tel. 0586.724287
www.comune.rosignano.livorno.it
Uff. stampa Cristina Pariset
Tel. 02.4812584
pariset@planet.it