ANDREA CERRETI


Liguria
Uno scorcio delle CinqueTerre

        

Il portale, un problema annoso e con triste risoluzione. Una delle tante cose italiane costate cento volte le stesse cose ?fatte? da un vicino europeo o americano o orientale, che però, per non venire meno alle nostre italiche tradizioni, non vengono portate a termine, e se proprio si è costretti, sono ultimate in maniera disastrosa, tanto per giustificare quella valanga di milioni di euro buttati dalla finestra. Dei suoi resti, di questo portale mai nato, se ne è occupata anche la Corte Dei Conti, tanto per fare appunto due conti, sul perché di tanto spreco a fronte di nulla.

Rutelli, si sa bene, nello scorso autunno ha gettato la spugna dichiarando che l?arbitro ha effettuato il triplice fischio e che il portale è spirato, dimenticando l?enfasi e i tamburi della presentazione ufficiale avvenuta durante lo svolgimento della Bit, edizione 2007, la più importante fiera di turismo italiana. In quell?occasione il vice premier aveva comunicato che il portale era ancora soggetto ad ?Work in progress? per un anno, vale a dire lavori di assestamento per renderlo funzionante completamente.

 
E bene ricordare che il portale,  nato vecchio con problemi che gli esperti hanno definito quasi irrisolvibili, aveva anche vistose carenze geografiche. Per esempio nel portale Italia.it erano assenti le Cinque Terre o le Dolomiti. Il Monte Bianco era stato assegnato al Piemonte e a Torino nell?elenco dei Musei non appariva il Museo Egizio. Il Veneto, aveva chiesto a Rutelli di oscurare le pagine relative alla regione, perché riportavano errori talmente grossolani da essere considerati lesivi per la regione stessa.
Una sala del Museo Egizio
di Torino

    
Affondare ancora il coltello è come sparare sulla Croce Rossa, ma è certamente dura da far digerire ai milioni di italiani, onesti contribuenti, che i loro soldi hanno fatto una bruttissima fine e che forse i tentativi di salvare il salvabile sarebbero costati ancora tanti milioni di euro con il risultato finale ?il malato non ce l?avrebbe fatta mai a riprendersi?.  Sarebbe stato come quei cuochi, che per utilizzare a tutti i costi gli avanzi della cucina, decidono di tramutarli aggiungendo e sprecando ancora cibi e alimenti, con il risultato finale di gettare tutto nel secchio della spazzatura, dopo aver affrontate ulteriori spese.

Il 21 gennaio 2008, Ciro Esposito capo dipartimento per l?innovazione tecnologica, ha dichiarato alla agenzia Ansa la chiusura definitiva del portale, confermando che dei 45 milioni stanziati ne sono stati spesi ?solo 7? in due anni e mezzo e che ci sono le risorse per riprendere i lavori. ?Bisognerà decidere con quali attori, se indire un nuovo bando di gara o no e individuare il nuovo gestore? ha comunicato. Pertanto, digitando www.italia.it non si visualizza più nessuna pagina.

Bernabò Bocca, alla notizia della chiusura del portale, ha diffuso un comunicato che ha sottolineato come i tempi della politica non sono quelli delle imprese e che l?Italia necessita sempre più di un portale che ne valorizzi le caratteristiche.
Intanto il coordinatore delle regioni italiane Enrico Paolini, in occasione del Forum Ambrosetti sul sistema Turismo Italia svoltosi a Napoli alla fine di gennaio, a proposito del portale, ha ricordato  che le regioni italiane, che dovevano essere destinatarie di 21 milioni di euro necessari per riempire di contenuti il portale stesso, non mai hanno visto un solo euro.