LUISA CHIUMENTI



Il Palazzo del Quirinale ospita, nelle sue prestigiose sale,  una  mostra molto affascinante dal titolo: ?Giuseppe negli arazzi di Pontormo e Bronzino. Viaggio tra i tesori del Quirinale?. Sono più di 260 i ?panni?, databili a un periodo compreso tra il Cinquecento e l?Ottocento, che sono  conservati nel Palazzo del Quirinale; essi provengono principalmente dalle regge pre-unitarie, tra cui Torino, Colorno, Firenze e Napoli, ma alcuni sono stati anche donati ai Pontefici e tra essi molti da parte di  Napoleone. La prestigiosa collezione comprende, quale nucleo più antico, dieci dei venti panni istoriati con le ?Storie di Giuseppe?, che Cosimo I de? Medici aveva commissionato, a partire dal 1545, quale  rivestimento integrale della Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio a Firenze (dove sono conservati oggi gli altri dieci pezzi).

Quasi tutto l?impianto della narrazione che si svolge nel ciclo degli arazzi é da attribuire ad Agnolo Bronzino, pittore di corte che andò a sostituire  il Pontormo (di cui peraltro era  allievo), poichè i disegni preparatori realizzati da quest?ultimo non vennero accettati dal Duca.


La storia narrata é quella di Giuseppe, figlio di Giacobbe, nella sua vicenda che lo vide schiavo, profugo in Egitto, ma alla fine assolutamente trionfante nella sua forza spirituale che non solo seppe  superare tutte le insidie che la vita gli aveva posto dinanzi, ma riuscì anche a perdonare ai fratelli che lo avevano posto in condizioni di tanto disagio e ?ad imporsi agli occhi dei potenti, conquistando la fiducia dell?impero faraonico?.

Ne era nata una storia eroica, che era stata molto apprezzata dalla dinastia medicea, che seppe interpretarne le vittorie morali e spirituali, quale vera e propria ?metafora delle alterne fortune della grande famiglia fiorentina?: ed ecco quindi che  la corte dei Medici volle che la storia venisse narrata in una serie di venti splendidi arazzi da commissionare ai più grandi artisti del tempo.


Dopo circa cinquecento anni,  dall?epoca in cui  Cosimo I aveva affidato un tale grandioso  progetto a Pontormo e Bronzino, ossia  la  realizzazione dei cartoni per le ?Storie di Giuseppe?,  la Presidenza della Repubblica, desiderosa di condividere il proprio prestigioso patrimonio artistico, con al cittadinanza, ha deciso di allestire una ?mostra? che presentasse la figura di Giuseppe e la relativa sua ?contestualizzazione? negli arazzi di Pontormo e Bronzino in dotazione al Quirinale?.  

in tal modo il grande pubblico avrebbe potuto anche conoscere il lavoro eseguito nel Laboratorio del Quirinale dai restauratori che vi avevano lavorato e continuano così a curare l?imponente collezione di panni istoriati della dotazione presidenziale.


Per il restauro di una tipologia di materiali così particolare era evidentemente necessaria un notevole apporto di competenze tecnico-scientifiche, per cui venne la creata  una struttura autonoma, nell?ambito del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, per l?allestimento e l?utilizzazione di tali manufatti, così fragili e anche difficili da movimentare. Da qui il grandioso progetto di restauro del più straordinario gruppo della serie medicea con ?Storie di Giuseppe?, di proprietà dello Stato italiano, divisa alla fine dell?Ottocento fra la sua sede originaria di Palazzo Vecchio a Firenze e il Palazzo del Quirinale.

A dirigere il progetto nel suo insieme è stato chiamato lo stesso funzionario dello Stato che ne aveva curato la prima fase di realizzazione anche a Firenze.

Iniziando quindi la sua attività  a Firenze, sotto la direzione dell?Opificio delle Pietre Dure e dei suoi laboratori scientifici, tra il 1983 e il 1985, è nato un laboratorio autonomo all?interno dello stesso Palazzo Vecchio, dove é stato messo a punto il metodo  base per realizzare il restauro dei dieci panni fiorentini.


Sulla base di questi importanti inizi, nel 1996, sono cominciati poi lavori a Roma (con finanziamenti del Grande Giubileo), provvedendo alla attrezzatura di  adeguati laboratori, provvisti di un deposito climatizzato ed alla acquisizione di  personale specializzato, costituito da operatori interni addetti sia allo  studio e alla documentazione, che al restauro vero e proprio. Il  lavoro proseguì giungendo oggi quasi a sua conclusione,  per la salvaguardia di questa prestigiosa serie di arazzi di interesse artistico sovranazionale.

Grazie al contributo di conoscenza e di operatività di altre strutture interne al Segretariato è stata anche messa a punto una campagna di schedatura informatizzata di tutto il patrimonio tessile.

La mostra, promossa dal Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica Italiana, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Regione Lazio e la Provincia di Roma, la mostra è  stata curata  Louis Godart con la collaborazione di Loretta Dolcini e si avvale di un bel Catalogo edito da Tecnostampa.

 

 

 

 

 

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