PAMELA MCCOURT FRANCESCONE
Un?area dove i ?bambi? italiani potrebbero crescere e riprodursi in tranquillità senza la minaccia dei cacciatori e senza causare danni all? agricoltura. E? l?idea di Egidio Enrico Pedrini, deputato dell?Italia dei Valori e sindaco di Zeri, piccolo paese nella provincia di Massa Carrara, che mette a disposizione una ventina di chilometri quadrati di boschi e pascoli intestati alla sua amministrazione. In una lettera ai presidenti della Toscana, dell?Emilia Romagna e della Liguria il sindaco Pedrini – sostenendo che ?nella vasta area boscata che ricopre il territorio zerasco il cervo troverebbe sia l?habitat adatto, sia le condizioni di isolamento in grado da permetterne la riproduzione, indispensabile per assicurare la sopravvivenza dell? animale? – estende alle tre regioni l?invito a partecipare alla stesura di un protocollo d?intesa per definire il programma attuativo.
?L?ubicazione geograficamente strategica del territorio dello zerasco consentirebbe la realizzazione di un parco protetto posto alle soglie della Toscana, dell?Emilia Romagna e della Liguria, da destinare al ripopolamento della specie animale in oggetto, per favorirne la diffusione a beneficio delle future generazioni, in coerenza al bene, di generale e pubblico interesse, espresso dal termine biodiversità?.
?Fare un parco dedicato ai cervi e ad altri animali con loro compatibili?, continua Pedrini ?potrebbe essere un passo in avanti concreto per salvare la specie, la cui popolazione è ormai diminuita ai livelli di guardia?.
Il cervo (Cervus elaphus) è un mammifero della famiglia dei cervidi, di cui fa parte anche il capriolo e il daino e, insieme a quella dei bovidi – in Italia il camoscio, lo stambecco e il muflone – appartiene al sottordine dei ruminanti. Le due famiglie si distinguono tra di loro per le corna che nei cervidi si rinnovano ogni anno mentre nei bovidi sono a crescita continua.
Purtroppo l?accanita attività venatoria, la distruzione delle foreste e la sempre più pressante attività dell?uomo hanno ridotto nei secoli l?habitat naturale delle grandi specie erbivore selvatiche, portando il cervo in Italia quasi alla completa estinzione, con l?eccezione di una sparuta popolazione nel Delta del Po e del cervo sardo. Il capriolo è sopravvissuto solo nel Gargano in Puglia, nella tenuta presidenziale di Castelporziano presso Roma, e nel Parco Nazionale del Pollino mentre altre specie sono sopravvissute in varie riserve: lo stambecco e il camoscio nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, e il rarissimo camoscio d?Abruzzo nel Parco Nazionale d?Abruzzo.
Zeri, piccolo paese con circa 1.300 abitanti, si estende su una superficie di 75 chilometri quadrati a metà strada tra Toscana, Liguria e Emilia (è anche chiamata Passo dei tre confini) e vive soprattutto di agricoltura, allevamento e turismo. ?La tutela della biodiversità? – spiega Pedrini – e? una dei cavalli di battaglia dell?amministrazione, sia che si tratti della ?mela muso di bue?, produzione del territorio, o del ?cane zerasco?, incrocio tra un Lassie e un Husky di cui rimangono una sessantina di esemplari?.
Negli ultimi anni, grazie alla nascita di aeree di protezione e dell?attuazione di una politica più attenta della tutela della fauna, la popolazione di cervo e capriolo è sensibilmente cresciuta nell?Appennino. Ora, l?area protetta messa a disposizione dell?amministrazione di Zeri, potrebbe dare un?ulteriore spinta al ripopolamento del ?bambi? italiani e fungere da volano per lo sviluppo turistico di Zeri, una stazione sciistica nei mesi invernali, trasformandolo in un nuovo polo d?attrazione per quei turisti che sempre più spesso orientano le loro scelte vacanzieri verso mete dove sia possibile avvistare animali nel loro habitat naturale.
www.comune.zeri.ms.it