LAURA PATERNO

Macerata festeggia e ripercorre con una bella mostra dedicata a Umberto Peschi il momento di intensa vitalità artistica degli anni Trenta del secolo scorso. Nel 1932 nasceva, infatti, il “Futurismo maceratese”, dedicato a Boccioni. Nel 1933 fu organizzata a Macerata la I Mostra Provinciale d?Arte Giovanile. Siamo nel clima culturale della seconda generazione futurista, che si sviluppa in maniera autonoma rispetto al primo futurismo. Questa corrente segna la prima presa di coscienza in Italia della tradizione della pittura metafisica, a fianco dell?architettura di stampo razionale.
Umberto Peschi faceva parte del gruppo, dove forse il più conosciuto era Bruno Tano, dei rappresentanti del futurismo macenatese. Per quanto riguarda Tano, le sue opere sono conosciute nelle rassegne futuriste più importanti in Europa. Peschi si trasferisce a Roma nel 1937, unendosi a Tano e a Sante Monachesi, con i quali vive un condiviso progetto esistenziale. Nella Casa d?Arte Bragaglia entra in contatto con Prampolini, Balla, Depero, che lo definisce “straordinario intagliatore dello spazio”.

La caratteristica del futurismo maceratese è quella di aderire allo spirito meccanicistico e tecnologico, mantenendo però un preciso legame con la tradizione locale di origine agraria, evidente nell?uso dei materiali e nell?impostazione.
Nel dopoguerra Peschi si allontana dalle tematiche futuriste: la partecipazione nel 1952 alla Mostra annuale dell?Art Club, presso la Galleria d?Arte Moderna di Roma, lo inserisce in un contesto internazionale attento ai problemi dell?arte astratta.
Questa mostra è la terza che la città di Macerata dedica all?artista: la prima è stata una grande antologica del 1979, la seconda nel 1990, dedicata all?ultimo Peschi. Morto nel 1992, la presente personale, allestita nella chiesa di San Paolo, presenta più di cento opere dal 1930 al 1992, la maggior parte in legno, suo materiale d?elezione, più un cospicuo numero di disegni.

UMBERTO PESCHI
Macerata, Chiesa di San Paolo, fino al 12 ottobre 2004