Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI



Una delle specie animali a maggior rischio di estinzione è rappresentata dai gorilla di montagna, Gorilla gorilla beringei il nome scientifico, un animale possente, stupendo, quasi umano nell?aspetto e nel comportamento, tanto simile a noi da condividere ben il 97,7 per cento del patrimonio genetico, cosa che non avviene con nessun altro animale. Curiosamente questi primati sono rimasti ignoti fino al 1902, quando un ufficiale tedesco li scoprì tra le fitte foreste della catena vulcanica dei monti Virunga. Minacciati da guerre, caccia,  bracconieri ed epidemie, nonché dalla progressiva riduzione dei loro habitat naturali, ne sopravvivono soltanto 650 esemplari in un breve tratto di foresta pluviale equatoriale centroafricana, purtroppo ripartita dalla geopolitica in tre stati diversi: Uganda, Ruanda e Congo-Zaire.  Si tratta degli imponenti primati resi celebri dal libro, e dal successivo film, Gorilla nella Nebbia, autobiografia dell?etologa americana Dian Fossey che li studiò per vent?anni fino a trovarne la morte.  Vivono in gruppi familiari di 10-15 esemplari composti da un maschio dominante, un massiccio patriarca dal pelo argentato, e un harem di femmine con i piccoli e i giovani, spostandosi di continuo nel fitto della foresta alla perenne ricerca di cibo fresco, foglie, germogli e bacche. Alcuni di questi nuclei  sono stati addestrati, con anni di lavoro, ad accettare le visite dei turisti: solo due gruppi di sei persone al giorno, per un?ora di contatto, sotto il vigile controllo dei ranger. L?incontro, nella penombra della selva raggiunta mediante un faticoso trekking, avviene sempre con un preciso rituale.


Il maschio dominante, sorpreso e contrariato dalla presenza di intrusi e a difesa del proprio branco, si stacca dal gruppo emettendo un possente urlo in crescendo che fa raggelare la pelle; con un?espressione irosa si rizza sulle zampe posteriori, dispiegando tutta la sua mole fisica, percuotendosi il petto con le mani aperte a colpi rumorosi e veloci che echeggiano nel silenzio. Poi, continuando ad urlare, l?animale si lancia di corsa a quattro zampe e con la mascella spalancata in direzione dei terrorizzati intrusi, strappando e lanciandogli contro rami, foglie e erba. Per fortuna la sceneggiata finisce qui, senza nessun contatto, e porgendo la schiena argentea se ne ritorna al branco, pago dello spavento provocato, magari a coccolarsi l?ultimo nato.   Un?esperienza unica, emozionante e indimenticabile, a detta di quanti l?hanno vissuta.  I 590 dollari a testa del permesso, una cifra rilevante in Africa ma con una lista d?attesa internazionale di mesi, servono a finanziare la ricerca e la protezione di questi ormai rarissimi primati dal malinconico sguardo umano.  Gorilla a parte, l?Uganda costituisce oggi una delle mete più belle, interessanti e varie, oltrecchè sicura e ben organizzata, del continente nero, con un patrimonio naturalistico e paesaggistico invidiabile e una ricchezza faunistica di gran pregio.  Uganda, cuore verde e antico e perla dell?Africa, come l?ha definita Winston Churchil, uno che di terre esotiche se ne intendeva parecchio.


L?operatore milanese ?I Viaggi di Maurizio Levi? (tel. 02 34 93 45 28, www.deserti-viaggilevi.it), nel proprio catalogo ?Deserti? propone in Uganda un percorso in fuoristrada di 11 giorni che ne tocca le principali attrattive naturalistiche, compresa ovviamente  la visita ai gorilla.  Dalla capitale Kampala l?itinerario attraversa una regione collinare di verdi piantagioni di the e banane, per approdare al Murchison Fall national park, il maggiore del paese, abitato da leoni, elefanti, giraffe e bufali, dove il Nilo Bianco forma suggestive cascate, e poi al Kibale Forest national park, regno di scimpanzé, scimmie colubus, cercopitechi e babbuini ai piedi del Ruwenzori, dove si registra la maggior concentrazione di primati del mondo, ma anche un gran numero di uccelli e farfalle. Si passa quindi al Queen Elizabeth national park, popolato da leoni, leopardi, elefanti, bufali, ippopotami, antilopi, scimmie, facoceri e innumerevoli specie di uccelli, percorrendo in gommone il Kazinga, canale naturale che unisce i laghi Edward e George, dove ammirare uccelli acquatici e l?ordinata abbeverata di molte specie selvatiche, tra foreste e savane punteggiate da euforbie a candelabro, e visitando una serie di laghi che occupano antichi crateri vulcanici.


Meta clou del viaggio sarà l?emozionante incontro con i gorilla nel Parco dei Vulcani sulla catena dei Virunga in Rwanda, oppure nella Foresta Impenetrabile di Bwindi in Uganda (a seconda dei permessi), inoltrandosi a piedi lungo impervi sentieri  tra foreste di bambù e di cosso ad oltre 2.500 metri di quota. Ultima tappa il parco del Lago Bunyonyi, nell?Uganda meridionale, una zona di savana con acacie ombrellifere alternata a paludi e laghetti, dove si incontrano tutti gli animali selvaggi africani.

 

Partenze individuali settimanali, oppure per piccoli gruppi (massimo 6 persone) il 29 dicembre, 2 febbraio e 9 marzo 2011 con voli di linea KLM  da Milano e Roma, autista guida di lingua inglese, pernottamenti in hotel e lodge di buon livello con pensione completa, quote da 2.980 euro, oltre ai permessi per la visita ai gorilla.