Testo e Foto di Luisa Chiumenti
Quando si giunge a Monserrat a qualsiasi ora del giorno si è accolti da una atmosfera di intensa devozione, ma anche di contatto vivo con le stupende rocce che animano lo sfondo del complesso monastico e la Natura rigogliosa che caratterizza il vastissimo parco, che domina, in alto, il Monastero e che si può raggiungere con una cremagliera.
Ed è così possibile godere lassù dello spettacolo naturale, dalla vegetazione ricca ed esuberante (nonostante i numerosi incendi), con gli alberi, le piante e gli arbusti che si aggrovigliano alle rocce, nella piacevole condizione climatica data dall?altitudine dei 1000 metri, tra avvallamenti ombrosi e rupi assolate, dove vivono tranquilli gli animali del bosco:cinghiali, tassi, donnole e volpi, mentre volano in alto le aquile e colombacci e merli fanno sentire le loro voci qua e là. La forma fantastica delle rocce così come sono state erose dall?acqua e dai venti, ha fra l?altro suggerito alla gente del luogo la nascita di curiosi toponimi, dati alle localià circostanti, come ?els Frares encantats? (?I frati incantati?), ?El Camell? (?Il cammello?), ?El cap de mort? (Testa di morto?) e molti altri, che raccolgono attorno a sé meravigliose leggende.
L?architettura del complesso si staglia contro la parete rocciosa estremamente frastagliata, così come l?avrebbero ?segata? gli angeli! E infatti eccoli i due angeli che reggono lo stemma di Monserrat su di una mensola del chiostro gotico e nello stemma si vede la sega, con cui quegli stessi angioletti avrebbero appunto tagliato la montagna, per erigervi l?edificio che avrebbe accolto il monastero.
A circa 40 chilometri da Barcellona, non lontano dalle cittadine di Manresa ed Igualada, si erge infatti, nel centro della Catalogna, una montagna molto frastagliata, quella di Monserrat, in cui è provato che siano esistiti insediamenti umani già in epoca neolitica ( numerosi sono infatti i reperti archeologici, in particolare manufatti in ceramica decorata, che ne danno testimonianza).
E del resto furono proprio la particolare conformazione e la posizione elevata che determinarono la scelta di Monserrat come luogo particolarmente vocato alla accoglienza dell? eremo; correva l?anno 1008 quando Oliba, figlio di Oliba Cabrata, conte di di Besalù e della Cardanya e pronipote di Vilfredo il Peloso, eletto Abate di Ripoll, riproponendo una annosa questione relativa al possesso delle terre e dell?eremo di Monserrat, si adoperò per il definitivo passaggio di quelle terre all?Abazia di Ripoll.
Abile scrittore e promotore di arti e lettere, Oliba fece di Ripoll un grande centro religioso e culturale e fu in quello stimolante panorama culturale, che Oliba decise anche di far sorgere un nuovo monastero tra quei solitari monti di Monserrat, trasferendovi un piccolo nucleo di monaci di Ripoll.
E? difficile esprimere quanto sia particolarmente toccante ancora oggi ascoltare, nel grande tempio eretto alla Madonna di Monserrat, il coro della più antica ?Escolania? in Europa: le splendide voci bianche dei più di 50 giovani cantori che portano avanti nel tempo un?antichissima tradizione. I ragazzi vivono la propria esperienza scolastica a Monserrat, aggiungendo il canto alle diverse discipline di una normale scuola dell?obbligo (dagli otto ai quattordici anni), rientrando in famiglia ogni fine settimana; ed è bello vederli nei momenti liberi rincorrersi nel piazzale, formicolante di turisti e devoti e giocare a pallone ed applicare in tal modo nel migliore dei modi l?originaria regola benedettina, che è pur sempre scaturita anche nella Regola dell?Ordine Cistercense dei monaci che reggono il monastero di Monserrat.
E l?attuale comunità dei monaci (circa ottanta), attivissimi come sempre, si adoperano per dare un?accoglienza completa ai numerosissimi pellegrini che affluiscono quotidianamente, dando loro assistenza sia sul piano devozionale (con le numerose cerimonie in Basilica), sia sul piano ricettivo (con la bella struttura alberghiera annessa) sia su quello culturale (con il ricco museo, che accoglie non solo oggetti di culto e arredi sacri, ma anche un notevole patrimonio pittorico che annovera quadri celebri fra cui ricorderemo anche un Caravaggio).
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