Testo e Foto di ANDREA CERRETI


Piazza dell’Unità
        

E? sicuramente superficiale la mia conoscenza di Trieste, un giro di una mezza giornata attraverso i luoghi più noti. Un concentrato, ma del quale mi sono rimaste sensazioni profonde. Ma se è vero che è la prima impressione quella che conta, Trieste mi ha preso il cuore, con la sua eleganza e allo stesso tempo con la sua austerità.

Il primo impatto è stato la piazza Unità d?Italia, proprio davanti al porto da dove sono sceso da una nave da crociera, in una piazza ancora semi deserta nelle prime ore di una domenica mattina di fine estate. Pochi i pigri passanti, pochi gli avventori nei caffè della piazza tra cui il famosissimo Caffè degli Specchi, pochi persino i noiosissimi piccioni, padroni indisturbati di ogni piazza d?Italia. Ho preso il primo caffè, calcolando il tempo a disposizione fino all?ora della partenza del mio volo per Roma. E visto che ero lì, ho approfittato per ammirare il palazzo comunale che risale alla seconda metà dell?Ottocento, il Palazzo del Governo con la bella facciata ornata di pietre bianche e mosaici e la statua dell?imperatore Carlo VI considerato l?artefice delle fortune triestine, avendo egli istituito il ?porto franco?.

Il tempo stava volgendo al bello, pioggia e cielo nero che avevano accompagnato la nave fino in porto, stavano lasciando il posto a un azzurro limpido e le ultime nuvole se ne stavano proprio andando. Le premesse per una scoperta serena e tranquilla di Trieste c?erano tutte. Ho pensato di affidarmi a un tassista per un giro conoscitivo delle cose più importanti da vedere, anche se in maniera sommaria. Mi sentivo molto giapponese, avrei espletato un turismo mordi e fuggi di quelli che proprio non mi piacciono e che critico quando si tratta degli altri. Ma era pur sempre meglio di niente.

Il Palazzo del Governo
        
Sono salito su un taxi al porto chiedendo all?autista di fare un giro che prevedesse i posti più noti. Mi sarei fatto poi lasciare al Castello di Miramare per finire in bellezza il mio breve tour. E quando le cose devono andare bene, vanno al meglio. Il tassista, triestino di nascita e molto chiacchierone mi ha dato le informazioni che più mi interessavano, quelle sul modo di vivere di questa gente così determinata. Mi ha raccontato che Trieste ha sempre ospitato tanti sloveni, croati, serbi tutti provenienti dalla ex Yugoslavia, mentre oggi ad aumentare la popolazione sono arrivati i nuovi emigranti e sono presenti nuove etnie come quella cinese, sudamericana e nord africana che hanno superato i gruppi slavi, oramai perfettamente integrati, vista anche la vicinanza con la Slovenia.

Ma i triestini veri, ci sono e come sono? Dobbiamo credere ai luoghi comuni che ci raccontano di una popolazione austera, dura, dalle reminiscenze asburgiche nel loro dna? Una popolazione, che quando soffia prepotentemente la bora, sfida questo vento andandogli incontro. Ma la bora adesso è talmente lontana da sembrare la solita leggenda metropolitana, talmente lontana da far dubitare della sua stessa esistenza. Invece la bora esiste, eccome, lo sanno bene i triestini.
    
L’interno del Caffè degli specchi
    
Il tassista mi ha parlato delle abitudini dei cittadini di frequentare i caffè letterari tra cui il celeberrimo Caffè degli Specchi, il San Marco, il Tommaseo, la Stella Polare. Passano ore i triestini in questi caffè, leggendo libri o giornali e a bere il ?nero?, così è definito a Trieste, il caffè espresso. Anche i ragazzi frequentano i caffè, si portano i libri per studiare, ma sono anche un?occasioni per incontri e chiacchiere. E al tramonto questi stessi caffè e non solo quelli storici e letterari, si riempiono di gente per il diffusissimo rito dell?aperitivo, che a Trieste è sempre stato di moda. E poi il mio tassista-guida si è soffermato sulla grande passione per lo sport dei triestini e della loro abitudine di parlare il dialetto, non solo nelle strade o in famiglia, ma anche negli uffici, negli affari.

Il foro romano
    
Il taxi ha fatto una sosta alla cattedrale di San Giusto, martire e patrono di Trieste, costruito su reperti romani insieme ad un?altra basilica dedicata all?Assunta e unificata a quella di San Giusto nel XIV secolo e della quale sono rimasti bellissimi mosaici risalenti al XII/XIII secolo.

Poi al foro, al teatro romano, a piazza della Borsa, anche se l?attivissima Borsa triestina è stata trasferita al Tergesteo, un imponente palazzo costruito nell?Ottocento e considerato un punto strategico della città di Trieste.

 
    
Il Castello di Miramare
    
Ma eccomi arrivato al castello di Miramare, dopo aver goduto di un bel tragitto panoramico sul lungo mare. E? imponente il Castello di Miramare, completamente affacciato sul mare e circondato da un bellissimo parco. A me non è sembrato così austero come qualcuno lo descrive, ma viceversa piacevole e armonioso. Oggi sede del Museo Storico Statale, fu fatto costruire dall?arciduca Massimiliano d?Asburgo, fratello dell?imperatore Francesco Giuseppe e da sua moglie Carlotta. La costruzione risale alla metà dell?ottocento ed è perfettamente conservata.

Ma si è fatto tardi e non posso dedicare altro tempo alla storia degli arciduchi. Cerco un altro taxi e mi faccio portare di gran corsa all?aeroporto.