BARBARA ROSSI
A Tadeusz Kantor la Casa del Teatro di Roma dedica una rassegna di video, una mostra e una serie di incontri che si protrarranno sino al 26 di Marzo. L? iniziativa, ospitata nella Casa dei Teatri , è un ulteriore tappa di approfondimento e di documentazione teatrale del Novecento, nata dal consolidato incontro tra L? Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, le Biblioteche di Roma e l? Eti, d? intesa con il Municipio Roma XVI. L? allestimento delle esposizioni, possibile grazie alla collaborazione dell? Cricoteka di Crocevia e della Regione Maloposkie è affidato alla cura di Josef Chrobak.
La mostra fotografica ci riporta alle radici e agli affetti dell? artista polacco e, attraverso l? esposizione di 60 fotografie di scena scattate da Antonio Sferlazzo, è possibile rivivere l?importante avventura artistica che fu il laboratorio tenuto negli anni 80 a Firenze, prima tappa e dell? atelier del Teatro Cricot 2 e delle Cricotecke. Testimonianza di questa esperienza, fondamentale per l? avanguardia teatrale dello scorso secolo, è anche il diario redatto da Luisa Passega; poi le proiezioni dei suoi spettacoli più significativi Wielopole-Wielopole, Crepino gli artisti – per il quale è previsto un approfondimento e performance di Massimiliano Cutrera-, La classe morta, Qui non ci torno più e Oggi è il mio compleanno; infine un interessante rassegna degli studi a lui dedicati nel nostro paese, da Kantor eletto a luogo di trasmissione della sua straordinaria creatività. E? pittore, scenografo e regista. Inventore di una personalissima forma espressiva a metà tra il teatro e le arti visive, costruttore di estrose macchine sceniche che caratterizzavano i suoi spettacoli, sperimentatore di un particolare tipo di rapporto tra gli attori e gli oggetti testimone di importanti avvenimenti politici e artistici dell? Europa del NovecentoNella chiesa sconsacrata di Santa Maria in Via, a Firenze, Kantor tenne un laboratorio artistico condotto con attori italiani per l? allestimento di Wielopole-Wielopole.
Wielopole è la città natale di Kantor e il tema dell? opera voleva essere il ricordo. Kantor è scenografo, regista e autore del testo. Un testo, un canovaccio, in realtà intriso della sua poetica., crocevia delle esperienze artistiche del 900.
Il teatro è la possibilità di rivivere un frammento di vita. E? realtà strappata è ?il gesto atavico dell? uomo che, alle soglie della storia, vuole affermarsi. Fare qualcosa per la seconda volta, in modo artificioso, per conto proprio -un conto umano- ripetere qualcosa che già era stato fatto dagli dei, esporsi alla loro gelosia e vendetta, affrontare il rischio, andare incontro alla catastrofe che incombe, sapendo bene che si tratterà di opere vane, senza prospettive, per una volta sola, prive di un luminoso significato finale e di una qualunque efficacia nella vita, un rituale collocato dall? altra parte della vita, in un rapporto di connivenza con la morte? questo procedimento della ripetizione, è protesta e sfida, ed è per Kantor, il nocciolo dell? arte. Wielopole si ripete ( il significativo titolo) nella memoria dell? artista e da questa rivivrebbe attraverso un procedimento sospetto e non troppo limpido. Ma se questa ricostruzione trattiene i momenti e le immagini più vere, la ?Realtà del Rango Più Basso?, emerge la nostra personalità e il senso della nostra esistenza. E ? sospetta Kantor- solo lì, ci possiamo salvare.
Fino al 26 MARZO<BR>
Casa dei Teatri ? Villino Corsini<BR>Villa Doria Pamphilj<BR>Ingresso gratuito