LUISA CHIUMENTI



    

Il Palazzo Chigi di Ariccia ha accolto una mostra dal titolo già di per sé suggestivo ed evocativo di immagini affascinanti tra mito e storia: ?Speculum Dianae Magnificentiae?. Il titolo, scelto dallo stesso  Conservatore del Palazzo Chigi, architetto Petrucci, allude sì alla celebre serie di vedute di Antonio Lafrery, raffiguranti  i  monumenti e gli edifici più belli e grandiosi di Roma, ma anche, collegandosi ad una citazione da Ovidio, serve a focalizzare tutto il fascino e le  memorie collegate ai miti che si sono da sempre raccolti attorno allo specchio di Diana, il lago di Nemi appunto.

Oltre a costituire un polo di convergenza per i viaggiatori del Grand Tour ed ancor più per i viaggi di formazione di cui nessun giovane colto in Europa poteva fare a meno, il lago di Nemi ha costituito la meta di  molti artisti che rappresentarono, con disegni e dipinti, tutte  le  varie suggestioni e fantasie che aleggiavano attorno a quella verde conca che accoglie il lago: parliamo non solo di Turner e Corot, ma anche di moltissimi altri pittori inglesi, francesi, tedeschi, spagnoli, russi e scandinavi ed anche americani.

?Il lago e i boschi che lo circondano?- come ricorda nel suo saggio Francesco Petrucci, ?sono stati il luogo del mito di Diana Aricina, essendo presente sulle rive del lago il Santuario di Diana, mentre nel lago stesso erano le due grandi navi di Caligola, affondate e ripescate durante il fascismo per essere ospitate in un museo presso il lago. Da qui l?antica definizione di ?Speculum Dianae?.


    
E in effetti la suggestione del luogo è particolarmente forte, proprio perché in esso mito e natura si sono fusi nel tempo in un ?unicum?, che ha saputo stimolare la creatività di artisti, letterati e poeti, ma anche la curiosità e l?impegno di ricercatori e studiosi come l?etnologo inglese James Frezer, che vi ha sviluppato i dodici volumi il suo famoso Ramo d?Oro.

L?esposizione conta più di cento immagini che Luigi Bartelli, appassionato collezionista locale, ha raccolto nel corso di numerosi anni di ricerca continua tenace e di relativi acquisti di opere.

Nel catalogo della mostra (a cura di Barbara Jatta e Francesco Petrucci ? ed. AGA Arti Grafiche Ariccia), il corposo saggio di Alberto Silvestri evidenzia in particolare il  mito antico del ?Nemus aricinum?, che è anche una concisa ma esauriente ricostruzione dei diversi miti che si intrecciano fra loro con le loro diverse valenze, nella letteratura, nella storiografia e nella letteratura artistica fino al XX secolo.

E la mostra è molto significativa per il fatto che la figura di Bartelli, mette in luce una particolare tendenza del collezionismo, che, punta direttamente  sul desiderio di mettere in risalto  la storia artistica locale, di cui la cittadinanza desidera impossessarsi nuovamente e per fare ciò  ne ricerca ed acquista ogni testimonianza, con appassionata e diligente perseveranza (Barbara Jatta nel saggio?Speculum Dianae Magnificentiae. Incisioni e litografie del Lago di Nemi dal ?500 all?800. Ragioni di una mostra?) : ?una sorta di grand tour renversé che porta personalità appassionate a far tornare nei luoghi di origine opere d?arte e oggetti preziosi nati per essere diffusi altrove?.


    
Diversamente dal collezionismo di appassionati archeologi quali Rodolfo Lanciani, Domenico Gnoli o Thomas Ashby, mirati a raccogliere preziose raccolte grafiche specificamente legate ai propri studi ed oggi confluite in istituzioni come la Biblioteca Apostolica Vaticana, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma o la Biblioteca di palazzo Venezia, Luigi Bartelli infatti si pone come obiettivo quello di ricomporre in un certo modo la straordinaria bellezza di una creatività locale appassionata e di alto livello culturale.

Ed è ancora Petrucci, che  sottolinea molto bene l?importanza culturale che ebbe in quel periodo, la ?Locanda Martorelli di Ariccia quale centro di incontro e confronto fra artisti di nazionalità diverse, che diedero origine a quella che ormai si definisce l??Accademia Martorelli?, dando vita ad una vera e propria scuola en plein air dei Castelli Romani che ben introduce il tema della rappresentazione del Lago di Nemi e sulla sua fortuna presso i grand tourists del XVIII e XIX secolo?.

 

Per informazioni:

Palazzo Chigi in Ariccia, Franco Di Felice

tel. 0039 6 9330053  fax 0039 6 9330988