LUISA CHIUMENTI



    

La bella mostra di Renoir, inaugurata al Vittoriano l?8 marzo scorso, ha portato alla luce diverse nuove angolazioni della personalità dell?artista, ponendo ad esempio in evidenza, fra l?altro, quanto sia stata rilevante l?influenza, da vari punti di vista, che  il viaggio in Italia ebbe sul suo percorso artistico di un suo particolare periodo creativo.

Fu in effetti un momento di grande impegno sia su piano psicologico che artistico e a tale proposito risulta significativa,  come nota nel suo saggio Maria Teresa Benedetti, una frase di Renoir: ? E? necessario dipingere  in accordo con il proprio tempo. Ma è al museo che si apprende il gusto della pittura, che la sola natura non può dare. Non si dice ?sarò pittore? davanti a un bel luogo, ma davanti a un quadro?(Catalogo Skira).

Lo studio dell?arte antica e  soprattutto quello del disegno e  della tecnica ad olio, anche per uscire da quel momento di crisi che in effetti stava vivendo l?impressionismo,  non potevano essere portati avanti se non in Italia, e per questo Renoir deciderà  di compiere il suo ?viaggio di studio? proprio come un vero protagonista del Grand Tour.  

? Gli italiani non hanno nessun merito a fare una grande pittura, basta che si guardino intorno. In Italia le strade sono piene di divinità pagane e di personaggi biblici. ?Ogni donna che allatta un bambino è una madonna di Raffaello?, sono considerazioni dell?artista riportate da suo  figlio Jean.

E proprio in Italia Renoir troverà anche sostegno da parte degli amici pittori, nel periodo in cui il Salon gli rifiutava le opere, come peraltro avveniva anche per  altri impressionisti, le cui opere  venivano spesso giudicate ?poco curate? o addirittura ?scandalose?, da parte dei critici più tradizionalisti.


    
Si può ripercorrere l?itinerario del viaggio che si concluse nel gennaio 1882; non ne sono note tutte le tappe, ma sicuramente sappiamo che egli soggiornò a Venezia, Roma, Napoli, con soste più brevi in Calabria, a Pompei, Sorrento, Capri e Palermo (12-15 gennaio 1882). Esiste anche un taccuino, che porta anche in copertina l?annotazione?Italia ? Venezia ? Napoli? (evidentemente tappe imprescindibili), in cui Renoir appuntava tutto ciò da cui era maggiormente colpito, luoghi, edifici, personaggi, realizzati con mano libera e poi sviluppati in figure e paesaggi (v. F. Benedetti, ivi).

Ed ecco scaturire ad esempio, la bella  tela del 1881: ?La Baia di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo? del 1881

Forse uno stimolo forte venne a Renoir anche dalla lettura di un testo, appena tradotto in francese: ?Il Libro dell?arte? o ?Trattato della Pittura?, redatto da Cennino Cennini (libro di storia artistica, ma anche manuale tecnico) e tradotto in francese da Victor Mottez, allievo di Ingres, nel 1858, ma probabilmente già letto dall?artista nel 1881-?82, ancora in lingua originale.

E? inoltre un Renoir ?precursore del classicismo del nostro secolo? e influenzato dall?arte italiana, quello che presenta ora la mostra del Vittoriano e fa pensare, come nota la Benedetti, ad altri artisti come Picasso che, in seguito ad un viaggio in Italia, ?adotta un linguaggio influenzato dall?esperienza classica?.

In Italia Renoir riuscirà comunque a superare anche le difficoltà economiche, proprio per la sua abilità come ritrattista, inserendosi molto bene nell? ambiente degli editori e dei mercanti d?arte.


    
E se gli affreschi di Raffaello alla villa Farnesina riuscirono ad affascinarlo non solo per la bellezza, ma per la sapienza e la saggezza della sua pittura (come egli stesso scriveva ad un amico), una  viva impressione gli avrebbero procurato anche  gli affreschi del Museo Archeologico di Pompei, che egli considerò una vera e propria ?scoperta?.

Promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal Comune di Roma nei suoi diversi, specifici Assessorati,  con la Regione Lazio, la rassegna, curata da Kathleen Adler, storica dell?arte e già Director of Education alla National Gallery di Londra,  è stata  organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia ed espone circa 130 opere  tra oli, opere su carta e sculture (generosamente  prestate da importanti musei pubblici e prestigiose collezioni private), che documentano quarant?anni di lavoro dell?artista francese, a partire dal celebre viaggio in Italia del 1881.

 

 

 

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