AMALIA DE GREGORIO

Anche quest?anno Orvieto ha ospitato quello che rappresenta uno dei più qualificati e autorevoli premi giornalistici in Italia. Nella sede del medievale Palazzo del Popolo recentemente si è tenuta , infatti, la quindicesima edizione del Premio Giornalistico LUIGI BARZINI all?Inviato Speciale.
Intitolato al grande inviato speciale del Corriere della Sera, tra i più famosi giornalisti italiani dell?inizio del secolo, il Premio, coordinato da Ludina Barzini e Guido Barlozzetti, è organizzato dal Comune di Orvieto in collaborazione con il CORRIERE DELLA SERA e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto. L?evento, è come ogni anno, l?occasione per ricordare una delle figure più affascinanti e “avventurose” del giornalismo italiano, ripercorrendo episodi ed eventi passati alla storia, attraversando il racconto di una famiglia e della sua vocazione al giornalismo.
Luigi Barzini, nato ad Orvieto nel 1874, nel 1898 lasciò infatti la sua città, iniziando poco dopo a raccontare i piccoli e grandi fatti del mondo. “Alcuni suoi reportages, come quello sul terremoto di Messina, sul raid automobilistico Pechino-Parigi e sulla guerra russo-giapponese, sono dei classici del giornalismo viaggiante, anzi del giornalismo senza qualifiche” – scrive Ugo Stille – esemplari di una professionalità assai brillante. Di se stesso era solito dire che era diventato giornalista per caso e in modo strano e inaspettato. Lui che “era nato il più grande giornalista viaggiante” e che per primo applicò l?arte letteraria ai grandi avvenimenti del mondo.”


“Luigi Barzini – ricorda invece suo figlio, Luigi Barzini jr, anche lui grande inviato del Corriere della Sera – era un avventuroso viaggiatore che, contrariamente a molti altri uomini d?azione, scriveva in modo mirabile. Aveva visto tutti i paesi del mondo, dove era diventato amico intimo di grandi personaggi, testimone oculare dei principali avvenimenti storici, conoscitore di gelosi segreti politici e militari, sapiente scrutatore nelle ombre del futuro”.
Una grande passione per questo mestiere, quindi, celebrata da un appuntamento che ormai da quattordici anni richiama nella splendida città d?arte umbra i nomi più prestigiosi del giornalismo, puntando l?attenzione su una professionalità storica la cui attualità viene fortemente riproposta dalle trasformazioni in corso nel sistema dell?informazione, e soprattutto da un accavallarsi drammatico e convulso di grandi eventi che stanno segnando il mondo.
E l?edizione 2004, introdotta da una “orazione civile” di Stefano Malatesta, vincitore lo scorso anno, ha assegnato l?ambito premio a Monica Maggioni, inviata del TG1, alla quale, dopo illustri firme del giornalismo come Enzo Biagi, Mimmo Càndito, Arrigo Levi, Stefano Malatesta, Igor Man, Ettore Mo, Indro Montanelli, Alberto Ronchey, Paolo Rumiz, Barbara Spinelli, Gian Antonio Stella, Tiziano Terzani, Bernardo Valli, e Demetrio Volcic, va lo stesso riconoscimento di una continuità e di un impegno coerente giocati là dove nascono le notizie. Per la giuria del Premio, composta da Gaetano Afeltra, Erik Amfitheatrof, Giulio Anselmi, Enzo Biagi, Rodolfo Brancoli, Mimmo Càndito, Paolo Granzotto, Alberto La Volpe, Arrigo Levi, Miriam Mafai, Stefano Malatesta, Igor Man, Ettore Mo, Piero Ostellino, Alberto Ronchey, Paolo Rumiz, Barbara Spinelli, Gian Antonio Stella, Tiziano Terzani, Bernardo Valli, e Demetrio Volcic, Monica Maggioni, nata a Milano il 20 maggio 1964, con le sue testimonianze lucidissime e al tempo stesso coinvolgenti come inviato “embedded”, al seguito delle truppe in Iraq, a distanza di un secolo, sembra idealmente riallacciarsi proprio ai resoconti e alle cronache dai remoti campi di battaglia.

Questa per intero la motivazione della Giuria:

Il suo cammino professionale, iniziato con un master in giornalismo radio-televisvo, l?ha portata a raccontare per la tv alcuni degli accadimenti che con più drammaticità hanno segnato questi anni. Ha consolidato via via un?esperienza professionale che è passata da un canale dedicato all?informazione come Euronews alla testata generalista, ilTg1, che da sempre rappresenta un punto di riferimento per il servizio pubblico e per il Paese. E? qui che ha cominciato a viaggiare e a documentare con servizi, reportage e speciali. Dal colera in Mozambico alla seconda Intifada, dalle elezioni presidenziali americane, dalla minaccia terroristica dell¹anthrax alla guerriglia al confine tra Birmania e Thailandia, Monica Maggioni ha portato nel mestiere dell¹inviato una personale sintesi di competenza e misura, di partecipazione ed equilibrio. Con questo bagaglio ha saputo restituire una testimonianza fortemente vissuta e di estremo coinvolgimento emotivo da uno dei fronti della guerra dell¹Iraq. Giorno dopo giorno, come reporter ³embedded², ha condiviso con i soldati il rischio e la tensione di una guerra in diretta. E ha aggiunto, nell¹epoca della televisione e dei nuovi media, un altro capitolo ad un percorso che proprio un secolo fa cominciava con i resoconti da remoti campi di battaglia. Consegnadole il Premio Barzini, la Giuria riconosce in Monica Maggioni il segno di una continuità e di un impegno coerente e ancora una volta giocato là dove nascono le notizie.

L?AUTOREVOLEZZA DELLA NOTIZIA: LE FONTI, SNODO ESSENZIALE DELL?INFORMAZIONE.

La consegna del Premio è stata anche occasione di approfondimento nel discutere il tema della professione dell¹inviato speciale e dei cambiamenti ai quali è andata incontro questa figura. Molte le sollecitazioni e gli spunti emersi infatti dalla tavola rotonda, seguita alla premiazione, “Alle fonti dell¹informazione: da dove e da chi vengono le notizie?”. Condotto da Paolo Gambescia, l?incontro ha visto confrontarsi sul delicato argomento Rodolfo Brancoli, Paolo Franchi, John Hooper, Alberto La Volpe, Miriam Mafai, Monica Maggioni, Pier Luigi Magnaschi, , Giancarlo Santalmassi, e Gian Antonio Stella. Le notizie, con il loro flusso ininterrotto, alimentano giornalmente l?instancabile macchina dell?informazione. Ma da dove provengono? Per quali canali vengono raccolte e messe in circolazione? Chi soprintende al lungo cammino che trasforma un accadimento in una news, ma soprattutto, come se ne fonda l?autorevolezza e l?attendibilità? Questi alcuni dei punti affrontati dalla tavola rotonda, i cui lavori hanno evidenziato che sono molti i casi a testimonianza di quanto, su questo processo, possano gravare ombre e ambiguità. E naturalmente non si è potuto fare a meno di riconoscere e riflettere su un problema di cui anche i recenti eventi nazionali ed internazionali hanno documentato la particolare importanza. Quello delle fonti è, infatti, uno snodo essenziale attraverso cui si gioca non solo l?attendibilità dell¹informazione, ma un fondamento della stessa vita democratica di un paese.