Testo e Foto di TERESA CARRUBBA
Il lento ed elegante incedere di quindici magnifiche auto d?epoca non poteva che sottolineare la bellezza pacata e rassicurante di queste colline pisane rivolte verso il mare. Un piacevole andar vagando, ?Vagari per Terras Pisarum?, appunto. Gratificati e anche un po? intimoriti dall?austerità di queste macchine che raccontano la loro storia nonostante l?impeccabile luccichìo di smalti e cromature griffati Balilla, Bianchi, Fiat, Morgan o Alfa Romeo, noi giornalisti guidati dai fieri proprietari di simili gioielli iniziamo il nostro viaggio paralleli alla costa tirrena, da Pisa a Casale Marittimo, a due passi dalla Bolgheri di carducciana memoria. Io sono su una vecchia Porsche, perfetta nella sua storica silhouette sportiva, in coda al corteo per fermarsi e riprendere accelerazione, tanto per accontentare un motore impaziente che ringhia dopo qualche chilometro al passo con la più calma Balilla.
Vaghiamo, dunque, immersi in un verde che qui sembra avere più sfumature che altrove, dal tenero dell?erba dei prati punteggiato dal sanguigno di mille papaveri, al brillante smeraldo che modella le colline battute dal sole, all?intensità della macchia mediterranea, fino al verde cupo dei cipressi, toscani in ogni ago, che svettano ascetici verso il cielo. Un verde sconfinato che guida come un tappeto le linee morbide di questo paesaggio straordinario, rilassante e coinvolgente. Un verde amico ed ospitale che all?improvviso si fa castone di quelle preziose gemme che sono le pievi solitarie o i borghi delle colline pisane, spesso arrampicati sulle cime, all?uso medievale di cui quasi tutti conservano le magnifiche tracce, nelle viuzze selciate e negli archetti, nelle scalinate irregolari, nei palazzi di pietra, nei camminatoi ringhierati, nei castelli, nei cortili, nell?atmosfera discreta e solitaria. Un verde che a tratti si placa in laghi placidi e in oasi naturali protette. O s?impreziosisce di suggestivi reperti etruschi. O diventa fruttuoso nelle numerose aziende agricole che esaltano con competenza ed entusiasmo la grande vocazione di questo territorio, l?enogastronomia. O si costruisce a meta ambita da turisti e visitatori nei prolificanti agriturismi che in questa terra trovano la loro espressione più naturale.
Tant?è, proprio grazie a queste strutture la ricettività turistica di tutta l?area delle colline pisane ha vissuto un?evoluzione notevole, adeguata e moderna, in certi casi fino alla raffinatezza, senza nulla togliere alla semplicità di questa natura. Un miglioramento tale da giustificare appieno la crescente attenzione da parte dell?APT di Pisa dimostrata attraverso la valorizzazione e la promozione di questo territorio a torto poco conosciuto. Il nostro singolare viaggio ne è un esempio, organizzato proprio dall?APT di Pisa con un?impeccabile cura dei particolari e un attento ascolto delle nostre esigenze. Il profondo senso dell?accoglienza da parte dei nostri ospiti lungo tutto l?itinerario, ha fatto il resto. ?Una full-immersion in questa fascia di territorio? ha commentato a cose fatte Ermanno Bonomi, direttore dell?APT di Pisa ? ha offerto una panoramica ambientale fatta di rilievi, vallate e ricchezze architettoniche che si intrecciano con il percorso altrettanto interessante delle specialità agroalimentari della zona. Vino e olio su tutte, naturalmente?.
Il nostro itinerario inizia a Santa Luce, che da Pisa si raggiunge attraverso la Strada Cecinese.
SANTA LUCE
Un nome sacro, legato all?antichissima pieve da cui prende il nome. Ma anche un nome che evoca la luce di questi spazi immensi, il sole che matura il grano, le olive e i grappoli d?uva, fonte rigogliosa dei prodotti locali. Aziende agricole gravitano attorno all?Oasi Lipu, una zona incontaminata immersa fra colline e campi coltivati. Quello che negli anni "60 era un piccolo lago artificiale realizzato dalla Solvay Italia come bacino di raccolta per fronteggiare eventuali incendi agli stabilimenti dell"azienda situati lungo la costa, oggi con il suo fitto canneto è punto d?appoggio di oltre 150 specie di uccelli migratori che si alternano durante tutto l?anno. Dalle anatre multicolori quali Moriglioni, Alzavole, Germani reali, Fischioni, all"Usignolo di fiume al Gheppio alla Poiana allo Svasso maggiore, divenuto il simbolo dell"Oasi. Più in là, le cave d?alabastro che spartiscono la loro fama con i bravi artigiani della zona, ma anche con quelli di Volterra, nelle cui mani il pregiato marmo prende le forme più svariate.
Santa Luce paese, invece, conserva la sua originaria struttura di borgo fortificato attorno all?abitato, alla rocca e al Castello feudale dei Cadolingi di Fucecchio, che fu sotto la giurisdizione ecclesiastica dell?arcivescovato di Pisa.
di Pomaria
In viaggio verso Castellina Marittima ci dirigiamo a Pomaia dove vive in tutta la sua spiritualità uno tra i più importanti centri buddhisti in occidente, l?Istituto Lama Tzong Khapa. Circa 50 i residenti fissi tra cui molti Lama e possibilità di ospitare visitatori, in media 3000 l?anno, per la meditazione o per seguire seminari di arti e filosofie orientali, yoga, feng shui, tai chi. Ospite d?eccezione al Centro, il Dalai Lama qui varie volte negli ultimi anni. Ricostruito di tutto punto, fin nelle coloratissime statue zoomorfe tipiche dei templi orientali, il monastero tibetano offre l?atmosfera giusta per un ritiro spirituale.
Si prosegue per Castellina Marittima
CASTELLINA MARITTIMA
Più che in altri paesi delle colline pisane, da qui il mare sembra a portata di sguardo. Il mare e le isole dell"arcipelago toscano Elba, Capraia, Gorgona. E quando il sole disegna nitidamente tutti i profili, un occhio attento scorge persino la Corsica.
Nei documenti della storia Castellina Marittima compare intorno al XIII secolo, ma c?è chi sostiene la sua origine etrusca.
Segnò comunque le sue tracce nel corso dei secoli, soprattutto per la sua posizione strategica di dominio sulla Via Emilia e per il controllo su un vasto territorio, dalla costa tirrenica fino a tutta la parte meridionale del territorio della provincia di Pisa.
Anche qui le antiche miniere di un alabastro rinomato detto appunto "Bianco di Castellina", hanno da sempre caratterizzato la vocazione locale. Oggi arricchita da altre risorse della natura, quelle dell?agricoltura sviluppata a ridosso della collina in gran parte coltivata a grano, olivi e vigne.
Sorgono qui famose aziende vinicole, come la magnifica Tenuta Castello del Terriccio, un piccolo paradiso immerso nella natura dove l?architettura toscana si sposa perfettamente con elementi di sapore meridionale, come palme e fichi d?india. Qui nascono vini pregiati.
L?altra faccia del paesaggio di Castellina è la macchia mediterranea in cui vivono liberamente cinghiali, volpi, daini e rapaci. Dunque, la sintesi della toscanità di questo paesaggio. Natura a parte, Castellina Marittima vanta interessanti elementi d?arte come la pieve di S. Giovanni Decollato e la chiesa romanica di San Giovanni Battista. E meritano una visita anche i resti dell"antica rocca.
Tuttavia resta la natura la maggiore attrattiva del borgo. Circa 30 km. immersi nel verde e nella quiete, in una zona ancora incontaminata.
Una natura valorizzata dalla provincia di Pisa e del C.A.I. che hanno segnato e suggerito cinque itinerari fra panorami suggestivi, boschi e macchie, radure percorse da ruscelli. Oppure, per i più esperti, sui crinali e fra le gole di queste colline, dove d?inverno si fissa la neve.
E poi, lo abbiamo detto, da Castellina, il mare è a portata di mano. In 20 minuti d?auto dal centro del paese si raggiungono le suggestive insenature di Castiglioncello, una delle più ricercate località balneari del Tirreno e le spiagge di Rosignano Solvay, Vada e Marina di Cecina. Spingendosi 20 km. più a Sud (con una scorrevole superstrada) si arriva alle spiagge di San Vincenzo e Baratti (dove si può visitare la necropoli etrusca di Populonia).
Da Castellina (sempre in Superstrada, per 45 km.) si raggiunge Piombino, porto d?imbarco per l? Isola d?Elba.
Puntando verso Nord si raggiungono, sempre in tempi brevi, il litorale livornese e le località balneari di Tirrenia e Marina di Pisa.
RIPARBELLA
E? appollaiata su una collina della Costa Etrusca, Riparbella, un suggestivo borgo di cui si ha notizia a partire dal Medioevo. Epoca della quale rimangono tracce visibili in molti edifici come la chiesa intitolata a San Giovanni Evangelista. Comune autonomo dal 1780 grazie a Leopoldo di Lorena, dopo essere stata a lungo feudo, Riparbella oggi deve la sua fama alle risorse naturali di tipo selvaggio, boschi e macchia mediterranea ricchi di fauna locale in cui comunque è possibile percorrere facili itinerari, ma anche per la sua attenzione alla natura dal punto di vista dell?ecosistema, della faunistica e della botanica. Massima espressione di questo interesse è il centro naturalistico ?Il Giardino? nella cui area, soprattutto a bosco, si sostiene la riproduzione degli animali, specie dei cinghiali, e di piante anche autoctone.
Vicina alla piana del Cecina, Riparbella è a circa 15 chilometri dal mare, dai centri balneari di Cecina e Vada.
Da Riparbella a Montescudaio
MONTESCUDAIO
Dal suo belvedere di fronte al sagrato della bella Abbazia, l?emozione è fortissima. Lo sguardo insegue il profilo delle colline, si perde nelle verdi vallate interrotte solo da ordinati vigneti e filari di cipressi e si arresta all?orizzonte dove appaiono sfumate le isole toscane. Montescudaio. L?insediamento è certamente di epoca villanoviana, agli albori della civiltà etrusca. Lo dicono ritrovamenti archeologici di rilievo come un?urna cineraria del IX secolo a.C. ora conservata insieme ad altri oggetti, nel museo Archeologico di Firenze. Ma il nome glielo diedero i latini Mons Scutarum, letteralmente Monte degli scudi, per via della posizione difensiva del borgo fortificato su un colle, a dominare tutta l"area sottostante. Il Medioevo aggiunse, tra l?altro, le mura di cinta di cui ci sono ancora dei segmenti.
Fu un?antica sede monastica benedettina e capoluogo della diocesi di Volterra. Interessante il castello dei conti Della Gherardesca, fondato alla fine del XII secolo al posto della preesistente chiesa di Santa Maria.
Montescudaio è un buon produttore di vini; qui si produceva il vino destinato alla famiglia Savoia. La Fattoria S. Maria, La Fattoria Poggio Gagliardo e il Podere Morazzano sono prestigiosi rappresentanti della vinificazione locale. Fiore all?occhiello, il vino rosso Montescudaio DOC.
Ci avviciniamo a Guardistallo
GUARDISTALLO
Nella stessa posizione panoramica di Montescudaio, Guardistallo è situato sul crinale di un dorso, in posizione naturalmente privilegiata tra i fiumi Sterza e Cecina. Si affaccia ad arco sulla costa tirrenica dall?alto della collina verde di boschi e vegetazione mediterranea. Di origine longobarda, visse sotto il dominio dei Della Gherardesca che la donarono al vescovo di Volterra. Le sue tracce medievali sono visibili e intatte.
Animato e vivace anche dal punto di vista culturale Guardistallo possiede un teatro del secolo scorso, il Marchionneschi, piuttosto attivo e frequentato soprattutto dai giovani. La bellezza del paesaggio collinare, tipicamente toscano e la vicinanza del mare hanno fatto sì che Guardistallo sia diventato una ricercata meta di vacanze.
E? per questo motivo che un?attenta politica di preservazione e valorizzazione dell?ambiente ha permesso lo sviluppo di attività e strutture turistiche solo a patto che fossero ben integrate nel contesto naturale. Ben rispondono a questi requisiti i numerosi agriturismi sorti negli ultimi anni che soddisfano pienamente la richiesta ricettiva.
E? per questo motivo che un?attenta politica di preservazione e valorizzazione dell?ambiente ha permesso lo sviluppo di attività e strutture turistiche solo a patto che fossero ben integrate nel contesto naturale. Ben rispondono a questi requisiti i numerosi agriturismi sorti negli ultimi anni che soddisfano pienamente la richiesta ricettiva.
La campagna di Guardistallo mantiene il suo fascino per l?aspetto ancora incontaminato e per la rigogliosità della vegetazione. Ciliegi, mandorli, peschi, numerose varietà botaniche, anche rare, e molte specie di uccelli che qui vivono e nidificano, caratterizzano il suo territorio donandogli fascino e attrattiva.
La sua principale attività è legata alla produzione del vino e dell"olio. Le colline di Guardistallo, particolarmente favorite per l?ottima posizione geografica e per il clima, sono disseminate di piante di olivo, coltivate con tecniche biologiche , che producono le tipiche ?olive lazzere? dalle quali si ottiene, con frangitura a freddo nel locale frantoio, un olio molto pregiato. un suggestivo terrazzo-camminatoio
il nostro itinerario finisce a Casale marittimo
CASALE MARITTIMO
Erano luoghi di insediamenti etruschi, le colline di Casale. Lo testimoniano diversi ritrovamenti archeologici nel territorio come quelli degli scavi nella necropoli etrusca di Casa Nocera, del VII secolo a.C. che hanno portato alla luce elementi di grande ricchezza. Ma la scoperta più interessante sembra essere la tomba Tholos, del V secolo a.C., rinvenuta nella località Poggiarella, poi asportata e ricostruita nel giardino del Museo Archeologico di Firenze.
Da questa tomba provengono, tra l?altro, i due più antichi oggetti d?alabastro di cui si ha notizia, usciti probabilmente dalle officine di Volterra – una patera e un lacrimatoio -, anch?essi al Museo Archeologico di Firenze. Altri reperti si trovano nei musei di Volterra e alla Cinquantina di Cecina. Dell?epoca romana è una piccola villa, nel Botro della Pieve, i cui materiali sono stati riutilizzati in alcuni edifici del paese.
Suddiviso fra Casale Vecchio e Casale Nuovo, il paese oggi è riunito sotto l?unico nome di Casalemarittimo. E? uno dei paesi della Val di Cecina che conservano meglio l?impianto del castello medievale. Del borgo medievale fortificato rimangono tracce di mura e le due porte.
Suggestiva la sua struttura ad anelli semicircolari che digradano verso il mare; testimoniano le varie epoche dello sviluppo urbano.
scorcio di una scala
Torniamo indietro con la nostra carovana di auto d?epoca, in fila, ordinatamente. Con l?andatura degna di una passeggiata. Una magnifica passeggiata nel verde, nella storia, nell?arte di queste bellissime colline pisane che si affacciano sulla Costa degli Etruschi. Ne abbiamo apprezzato l?ospitalità, l?organizzazione e le tradizioni. Non ultime quelle enogastronomiche. Qui, di tutto rispetto.
Il nostro viaggio ci riporta a Pisa. Quindici auto storiche di questo livello fanno scalpore in una città come Pisa, con molte zone pedonali, che noi, irriverenti, abbiamo attraversato lo stesso, acclamati da una folla di studenti universitari, gioiosi e stupefatti.
Dopo il Lungarno, la stupenda piazza della Normale ( la prestigiosa Università altamente selettiva), e persino la Piazza dei Miracoli. Di fronte a tanta bellezza architettonica e ad una così profonda suggestione, le parole sono poca cosa. Non a caso questo complesso monumentale è stato riconosciuto dall?Unesco, patrimonio culturale dell?umanità.
La costruzione del Battistero e del Campanile alla fine del XII secolo, e i successivi interventi dell"ospedale e del camposanto vecchio della metà del XIII secolo, portano a compimento il vasto programma architettonico e urbanistico della piazza. La città artistica pisana in questo momento si contraddistingue per una produzione quantitativamente e qualitativamente rilevante e si forma una grande scuola di scultura grazie a Nicola e Giovanni Pisano. Pisa, da sempre passaggio di menti, di artisti e di culture, ebbe la capacità di filtrare le influenze esterne attraverso il proprio stile elaborando così un atteggiamento artistico del tutto originale, il Romanico-Pisano, caratteristico soprattutto del Medioevo .
una suite di Villa Argentieri
Finito il nostro itinerario ci concediamo una serata rilassante nell?atmosfera raffinata di un casale appena trasformato in un relais di lusso. Sembra fuori dal mondo, in realtà è a due passi dalla piazza dei Miracoli. Villa Argentieri, oggi è un piccolo complesso che ruota intorno al romantico giardino con piscina che ben si presta a una cenetta a due, discreta e indimenticabile. Le camere, in realtà delle suite, sono la dimostrazione di dove possa arrivare la creatività e il buon gusto. Specie se consideriamo che fino a due anni fa questo era ancora un rustico cadente, con stalla e annessi. Niente è lasciato al caso o all?improvvisazione. Ogni mobile, ogni oggetto, ogni rifinitura ha un senso e una coerenza con il tutto. L?ospitalità dei proprietari fa il resto.