LUISA CHIUMENTI



    

Il Palazzo della Marra di Barletta, splendida struttura barocca, sede della Pinacoteca Giuseppe De Nittis e spazio espositivo da considerare fra i più alti livelli europei, si è aperto il 29 febbraio scorso con la mostra ?Paris 1900. La collezione del Petit Palais di Parigi?, che rimarrà aperta fino al 20 luglio 2008.

Curata da Gilles Chazal, direttore del Petit Palais, la mostra offre ai visitatori la particolarissima immagine di quella che era l? atmosfera di una Parigi raccontata oltre la pittura, attraverso sculture, oggetti d?arte, arredi, gioielli, ceramiche, stampe e  fotografie nel passaggio epocale tra la fine del XIX e l?inizio del XX secolo.

Inaugurato l?11 dicembre 1902, in seguito all?Esposizione Universale e divenuto poi il Palais des Beaux-arts della Città di Parigi, il Petit Palais, accoglie un nucleo fondamentale di arte francese, frutto di ordinazioni e acquisizioni, che costituisce ancora oggi uno degli assi portanti delle raccolte parigine e  svolge fra l?altro una importante azione culturale di portata europea, attuata per mezzo delle cosiddette ?Ambasciate?, che danno la possibilità di portare ed esporre all?estero intere sezioni delle proprie collezioni.


    
Ed è stato appunto grazie ad una di tali ?ambasciate? che, all?inizio di quest?anno 2008, è stata scelta  Barletta, con la sua Pinacoteca, quale sede privilegiata adatta ad esporre  una così particolare selezione di dipinti, sculture, oggetti d?arte e disegni del Petit Palais, testimonianza degli anni 1880-1914. La collezione infatti è risultata agli studiosi, in stretta risonanza con le opere di Giuseppe de Nittis esposte nelle sale vicine del Museo, in un ?confronto artistico? stimolante ed eccezionale, curato da  Gilles Chazal, Conservatore Generale del Patrimonio e Direttore del Petit Palais, Musée des Beaux Arts de la Ville de Paris.

Grandi i nomi che firmano le tele esposte in mostra, da Renoir a  Morrisot a  Pelez e tanti altri, ma è soprattutto molto significativa la presenza in mostra di oggetti d?arte e lussuosi gioielli, quelli  che, con un pizzico di ironia nelle foto d?epoca, fanno mostra di sé nelle vetrine di Rue de la Pais o di Place Vendome, sotto gli occhi delle signore che quasi si pigiano l?una sull?altra, almeno per vederli, se non per possederli. Siamo negli anni in cui si erano appena scoperte le miniere di diamanti al Capo di Buona Speranza e mentre i Mellerio già si erano affermati (presenti a Rue de la Pais dal 1815, con il nome francesizzato in ?Meller?) si fanno strada gioiellieri come ?la Maison Gloria?, ?Bugrand e Vever? e, fra non molto (sul finire del secolo) lo stesso Cartier e la Maison Cloche.


    
E se i diversi disegnatori troveranno varie ispirazioni nel disegno di  nuovi gioielli, il più originale fu il gioielliere René Lalique (che del 1905 si era trasferito a Place Vendome) perché, utilizzando una tecnica innovativa, riuscì a valorizzare la luminosità e il colore delle pietre che inseriva nelle line sinuose dei suoi gioielli che disegnava con molta originalità. All?inizio del secolo nasceva poi il particolare stile ?ghirlanda?, in  platino e diamanti con una concezione simmetrica e di ieratica ispirazione che caratterizzò in quel periodo la produzione di Cartier, presso la quale lavorava il famoso disegnatore Charles Jacqeau, che seppe utilizzare accostamenti di gemme nella loro singola luminosità a variazione cromatica, tanto da rendere unica e del tutto originale la produzione di Cartier in tutto il mondo.

Ma la mostra  non racconta soltanto  gli stili di vita della borghesia dedita al lusso e divertissement, ma anche gli scenari meno noti al grande pubblico di un?arte a sfondo sociale, che guarda al ?proletariato? escluso e legato solo al lavoro, con linguaggi ed espressioni artistiche che furono anche ? l?humus? dell?arte di Giuseppe De Nittis.

Ecco ad esempio la città operaia di Steinlen e quella delle grandi tele di Ferdinand Pelez con i diseredati della strada, gli equilibristi, i guitti e saltimbanchi che fanno da contrappunto ad una Parigi che festeggia la grande Esposizione Universale, dove si celebra ?le Palais de l?Electricité?, monumento e tempio della luce, con il  gigantesco castello d?acqua dell?architetto E. Paulin.


    
Al centro della città dell?arte e della modernità, ecco il mondo femminile degli impressionisti, dai dipinti di Berthe Morisot, a quelli di Renoir, fino al bellissimo ritratto di Sarah Bernhardt di Georges Clairin. Sarah è infatti  Parigi, con il suo fascino, la sua inquietudine, la sua fragilità, il suo profumo, la sua luce, l?ultima musa amata e ritratta anche da De Nittis.

Con questa mostra è stato quindi avviato un importante  dialogo culturale con Parigi, in particolare con il Petit Palais, grazie alla squisita disponibilità del suo direttore Gille Chazal.

Promossa dall?Assessorato ai Beni Culturali del Comune di Barletta, dalla Ville de Paris Direction des Affaires Culturelles, dall?Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, da sempre attento alle iniziative di qualità nella regione, dall?Assessorato al Turismo della Regione Puglia e dalla Provincia di Bari, la mostra è stata realizzata fra l?altro con il  contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia, la Camera di Commercio di Bari e l?Agenzia del Demanio. Co-prodotta ed organizzata da Artemisia, l?esposizione è stata inoltre allestita su  progetto dell?architetto  Cesare Mari (Panstudio architetti Associati, Bologna) e presenta un prezioso Catalogo edito da Skira.

 

 

Informazioni :

Tel. 199 151 123 *