CARMEN DEL VANDO BLANCO
Il XX secolo è stato crudele, tutti lo sono stati, solo che adesso ci ritrasmettono quella crudeltà e noi continuiamo a mangiare. Meno fanatismo, più educazione e sempre la memoria?? Se non dimentichiamo, il XXI secolo sarà migliore. Non possiamo rimediare il passato, ma dobbiamo, invece, e possiamo preparare il futuro.
Sofia Gandarias. Fedele alla tradizione artistica spagnola che ha in Goya con gli “Orrori della guerra” e in Picasso con il celebre “Guernica” i suoi massimi interpreti, in questa rassegna, la pittrice spagnola, nata a proprio Guernica nel País Vasco, Sofía Gandarias, ha saputo affrontare con coraggio uno degli aspetti più dolorosi dell?animo umano com?è il terrorismo, riproponendo il tragico attentato dell?11 settembre 2001, a New York, nelle sue tredici grandi tele.
La data fatidica è sapientemente evocata, mettendo in atto una denuncia che invoca giustizia e pace e, allo stesso tempo, lotta contro il fanatismo, il nostro peggiore nemico.
Con la sua opera presente in questa simbolica mostra, l?artista ci aiuta a mantenere la coscienza della nostra storia più recente e ci trasmette un messaggio facile da cogliere.
Questa serie di opere realizzate da Gandarias compone una narrazione visiva imbevuta dalla sofferenza che patisce il mondo. Una lettura che si esprime con il linguaggio degli occhi, delle mani degli orologi -alcuni dei quali di daliniana memoria- che, insieme alle immagini di morte, sangue e distruzione, si rivolgono allo spettatore.
E non è la prima volta che Gandarias -notevole ritrattista dentro la grande tradizione di Velázquez- si addentra nel buio dell?umanità. Già, negli anni passati, dedicò una mostra a Primo Levi, segnando uno dei momenti più elevati nell?interpretazione dell?autore di “Se questo è un uomo”. E l?uomo, con le sue pochezze e le sue grandezze, sta al centro dell?arte di questa pittrice che, socialmente impegnata, aiuta a riflettere sull?orrore che ci minaccia. Manifestando tutta la sua sensibilità, Sofia documenta le sofferenze della nostra società “per non dimenticare”.
Come sottolinea l?Ambasciatore di Spagna, José Luis Dicenta, “lo spettatore prenderà coscienza dell?annichilimento dell?uomo come uomo, come essere razionale che provoca nel suo prossimo terrore, frustrazione, impotenza, abbattimento, disperazione e rassegnazione?” E invita tutti a condividere questa visione convinto che nessuno rimarrà indifferente.
La attiva direttrice dell? Accademia, Rosario Otegui Pascual, dichiara di essere molto onorata di accogliere, nelle sale della Reale Istituzione, l?opera di Sofia Gandarias e di poterla offrire al pubblico romano, nel suo impegno di fargli conoscere il lavoro degli artisti spagnoli che eccellono.