ANGELO LO RIZZO



    

Scrollarsi di dosso il grigiore della città, il fastidio della folla è il desiderio di molti. Ogni occasione è, quindi, buona per abbandonare l?odiata città ed uscire dal nevrotico labirinto del suo traffico, per gettarsi a capofitto su strade che portano verso il verde, il silenzio , la pace. Se poi siete sensibili alla seduzione di sottili, intensi piaceri gastronomici, allora siete sulla strada giusta: quella della Strada del Tartufo nell?Appennino Centrale, che coinvolge ben quattro regioni: Toscana, Emilia-Romagna, Umbria e Marche. Le quali hanno ben capito che il tartufo può diventare oltre che un?apprezzata forma di economia….sommersa, anche un ottimo veicolo di promozione turistica, in quanto il suo richiamo consente all?ospite-buongustaio di conoscere ed apprezzare un ambiente naturale ben conservato, in cui storia, arte, tradizioni, gastronomia, vini e prodotti tipici, trovano un perfetto equilibrio

    Ed è per questo che il SIL (Soggetto intermediario locale Appennino) ha dato vita ad un innovativo progetto che coinvolge 11 Comunità Montane : in Toscana quella della Valtiberina e del Casentino, in Emilia Romagna quelle dell?Appennino Cesenate, del Forlivese, dell?Acqua Cheta e dell?Alta Valmarecchia; nelle Marche quelle del Catria e Nerone, del Montefeltro, dell?Alto e Medio Metauro, dell?Alta Val Marecchia e in Umbria quelle dell?Alto Tevere e dell?Alto Chiascio.


    
     Messi da parte i campanili è nato un vero punto di riferimento per tutti gli appassionati del re della tavola, uno strumento diretto, agile e popolare fra turisti ed internauti, che superando i confini geografici permette di promuovere efficacemente un turismo specializzato e di nicchia e valorizzare, nel contempo, uno dei prodotti tipici più nobili dell?Appennino Centrale, i suoi produttori, le strutture di eccellenza del territorio e le offerte turistiche ad esso legate.

     La Strada del Tartufo è un itinerario che si snoda in mezzo ai colori della natura dove arte, storia e paesaggio offrono l?opportunità di immergersi in una cultura che affonda le radici in un antico passato. Un itinerario che attraversa un territorio che ha saputo conservare l?eco di voci, suoni, silenzi e sapori antichi; un territorio ricco di borghi e di caratteristici nuclei architettonici che si inseriscono in un ambiente naturale di straordinaria bellezza.

     Sansepolcro, cuore della Valtiberina e città natale di Piero della Francesca, si può considerare uno dei punti di partenza verso la Strada del Tartufo. Da qui, infatti, è possibile raggiungere il tratto umbro, marchigiano o romagnolo della Strada.

     Sono decine i borghi e le località che si incontrano: Badia Tedalda, capoluogo della riserva naturale dell?Alpe della Luna, Sestino, incrocio di fiumi e di strade, punto strategico per i romani che ne fecero un ?municipium?.


    
Per non parlare di Anghiari , di Monterchi, che gelosamente custodisce la pierfrancescana Madonna del Parto, e poi di Caprese Michelangelo, paese natale di Michelangelo Buonarroti, Si può continuare con Chiusi alla Verna, comune posto ai piedi del monte ove sorge il celebre eremo francescano, e passare poi in Romagna a Santa Sofia, Castrocaro e Terra del Sole, voluta da Cosimo de Medici, come ?città ideale?. E nelle Marche Sant?Agata Feltria, Carpegna, Sant?Angelo in Vado, capitale del tartufo bianco pregiato insieme alla vicina Acqualagna. In Umbria si toccano località come Scheggia, Costacciaro, Fossato di Vico e Gualdo Tadino. Poco lontano da qui si innesta il Sentiero francescano della pace Assisi-Gubbio, ricco di memorie del Santo.

     Ovunque una regione contadina dove la cucina allinea piatti semplici e saporiti usufruendo dei prodotti genuini della terra, tartufo compreso.

     I ristoranti e le trattorie della zona sono naturalmente pronti ad accogliere l?esercito di buongustai, proponendo spicchi di tradizione e vecchie ricette.

     Come trovarli? E? semplice: è solo questione di ….fiuto!