FRANCA VITONE
La penisola salentina, il ?tacco? dello ?stivale? Italia , è una vasta pianura che inclinata fra due mari si estende dall?Adriatico allo Jonio e comprende per intero la provincia di Lecce e, in parte, quelle di Brindisi e Taranto.
Ed è qui che nascono da sempre i vini più pesanti, quelli che hanno portato il nome della Puglia nel mondo con i cosiddetti ?vini da taglio?e fra questi un posto di primo piano lo occupa certamente il Negroamaro. Un vitigno antico che per moltissimi anni è stato considerato uva da taglio per eccellenza, ma che da qualche tempo è tornato alla ribalta diventando quasi il simbolo del Salento che grazie proprio al Negroamaro è diventato una realtà vitivinicola con produzioni di alta qualità assai apprezzate non solo in Italia ma anche all?estero. Insomma da vino da taglio a fuori classe.
La leggenda ci dice che il vitigno è stato forse portato dai Greci intorno all?VIII sec. a.C. ed assume denominazioni diverse a seconda della località: Jonico, Nero Leccese, Uva cane, Abruzzese, Mangiaverde. Il nome negro amaro sembra derivi dal latino ?niger? e dal greco ?mavros? che significano entrambi ?nero? e, quindi, indicano soltanto uva a bacca nera.
Si presenta con un bel colore rosso, specialmente in controluce, ed ha un profumo spiccato che può ricordare quello della rosa o della pesca e, naturalmente si sposa con i piatti regionali, sia a base di carne che di pesce. Qualche produttore, togliendo le bucce dopo la pigiatura soffice, lo vinifica anche nel tipo rosato.
Abbiamo potuto constatarlo in occasione di un recente press tour promosso ed organizzato dalla Provincia di Lecce in collaborazione con il Movimento Turismo del Vino Puglia, per favorire l?approfondimento e la divulgazione delle tematiche relative alla produzione vitivinicola del Salento ed alle sue peculiarità paesaggistiche, che ben meritano di essere conosciute ed apprezzate, in special modo da quella nicchia di viaggiatori che vanno sotto il nome di ?enoturisti?. Un press tour perfettamente organizzato da Tirsomedia di Bari, la cui Direttrice Vittoria Cisonno ha personalmente seguito tutte le fasi dell?interessante programma.
Salento: luoghi antichi dai sapori genuini, veri. Profumi, aromi, talvolta delicati, talvolta forti, sempre sinceri; il gesto sapiente del viticoltore, la selezione delle uve migliori, la cura, l?attesa, la festa. Il vino, nel Salento, è espressione di una cultura che ha radici profonde ed un fascino che il tempo e le tecnologie moderne non possono intaccare.
Salento, dove la gente del vino è da conoscere e da raccontare: segue i cicli della natura per ricavare grappoli splendenti ed affina le tecniche di vinificazione coniugando i valori dell?ambiente con la ricerca scientifica; ricama il territorio con i vigneti e cerca mercati nuovi portando nel mondo vini che sono autentiche emozioni.
Salento, una terra dove i vini non nascono per caso; ricerca e sperimentazione, impegno e proposte per un settore davvero ?in fermentazione?. Sono il frutto di una tradizione antica e di una sapiente tecnica enologica. Sono il prodotto dell?opera costante e paziente di volenterosi produttori che si sono rimboccati le maniche per disciplinare, regolamentare e valorizzare, non solo nel loro interesse ma anche per l?interesse di chi si attende ristoro e gioia da quello che Pasteur definì ?la più sana e genuina delle bevande?. La sfida dei produttori del Salento è quella di riportare a tavola per l?uso e non per l?abuso il vino, puntando in particolare sul vitigno Negroamaro, per contrastare l?offensiva di altre bevande, assai reclamizzate, con nuove strategie di marketing.
In Italia ammonta a 10,9 miliardi euro il fatturato dell?industria vinicola, pari al 9,6% dell?industria agroalimentare complessiva; 734.845 sono gli ettari di superficie investita ad uva da vino. In questo quadro il Salento gioca un ruolo di primo piano, e gli operatori tendono a fare qualità in vigna prima ancora che in cantina, per proporsi sia alla grande distribuzione che alla ristorazione come fornitori di vini dall?ottimale rapporto qualità/prezzo.