VALERIO S. PROVVEDI

La vicenda narra l?incontro fra due combattenti, due solitudini, due delusioni; forse fra gli ultimi due cavalieri senza macchia e senza paura.
Il capitano Nathan Algren è un uomo alla deriva. Le battaglie che un tempo ha combattuto ora appaiono distanti e, per di più, inutili. Ha rischiato la vita per lealtà verso il suo paese ma, dagli anni della Guerra Civile, il mondo è cambiato. Il pragmatismo ha preso il posto del coraggio, l?interesse personale prevale sul sacrificio e il senso dell?onore non esiste più, soprattutto nel West, che lui conosce bene per aver avuto un ruolo nelle guerre contro gli indiani. Guerre che lo hanno lasciato disilluso e angosciato. Da qualche parte, nelle spietate pianure lungo le rive del Wahita, Algren ha smarrito la sua anima.

In un universo assai distante un altro soldato vede andare in pezzi il suo mondo. E? Katsumoto, l?ultimo erede di una dinastia di guerrieri, i Samurai, che hanno consacrato la loro vita al servizio dell?Imperatore e del paese. Proprio come la modernità ha stravolto il West, espropriando e mettendo al bando i nativi americani, così ha sopraffatto il Giappone tradizionale. Le linee telegrafiche e ferroviarie, che hanno portato il progresso, ora minacciano quei valori e quei codici per i quali i Samurai si sono sacrificati per secoli. Ma Katsumoto non se ne andrà senza lottare.

Le strade di questi due paladini si incontrano quando il giovane Imperatore del Giappone, lusingato dagli interessi americani che voglio imporsi sul nuovo mercato, affida ad Algren il compito di istruire un nuovo esercito di leva. Però, quando i consiglieri dell?Imperatore tentano di eliminare i Samurai per aprire la strada ad un governo più occidentalizzato e, quindi, più aperto al commercio, lo stesso Algren si ritrova inaspettatamente affascinato e influenzato dalla forza di quelle loro ataviche convinzioni, le stesse, in fondo, che gli ricordano l?uomo che era un tempo.
In una terra sconosciuta e dura, con la sua anima e, forse, la sua stessa vita sospese a un filo, il soldato americano si trova al centro di una epica e violenta lotta tra due mondi, tra due epoche, con il solo suo senso dell?onore a guidarlo idealmente.

La trasformazione del Giappone feudale in una società moderna ha significato la scomparsa dei valori arcaici incarnati dai Samurai che, per tanti anni, avevano avuto una posizione di grande rispetto nella gerarchia sociale. Come i cavalieri inglesi, i Samurai proteggevano il loro signore al quale avevano giurato fedeltà. In confronto alle armi moderne che l?Occidente veniva offrendo al Giappone, i Samurai apparivano anacronistici, con le loro favolose spade, con il loro codice che esaltava la lealtà, il coraggio, la forza d?animo e il sacrificio.
Due ore e mezzo di spettacolo durante le quali la Warner Bros propone un film che può essere letto a vari livelli, i personaggi sono ben delineati, c?è azione, avventura, e un uomo che compie un lungo viaggio, letteralmente e metaforicamente, per ritrovare se stesso e i propri valori. E?, in sintesi, la chiara storia di come la modernizzazione riesca ad impoverire due culture così profonde e così diverse.
“L?ultimo Samurai” è il primo film girato, tra l?altro, in una piccola città, chiamata Himeji, che vanta il magnifico Tempio Engyoji, uno splendido Monastero, oltre al panorama, scenografico e mozzafiato, con edifici di legno, lungo i fianchi della montagna, immersi in boschetti di bambù, cipressi e olmi
Di Tom Cruise sufficiente ricordare, tra le sue numerose interpretazioni, quelle in Rain Man, Nato il quattro luglio, Vanilla Sky, Magnolia? fino l?ultimo film di Stanley Kubrick, Eyes Wide Shut.