Testo di ANNA MARIA ARNESANO e Foto di GIULIO BADINI
Ramsete II (o Ramses, o anche Ramesse) è uno dei faraoni più noti, forse anche grazie al fatto di aver regnato più di chiunque altro, ben 67 anni. Fu un eccelso stratega, un abile politico e un indefesso costruttore: molti dei monumenti che ancora oggi ammiriamo nella valle del Nilo li dobbiamo a lui, che seppe sfruttare sapientemente il lungo periodo di pace e di prosperità vissuto dall?Egitto durante il suo regno, e più di chiunque altro faraone disseminò il paese di enormi statue con la propria immagine. Fino al 2006 una sua statua di granito rosso alta 35 ha dominato per mezzo secolo la piazza della stazione ferroviaria del Cairo, ora trasferita nell?area delle Piramidi. Uno dei diversi templi a lui dedicati, vera meraviglia dell?antichità, costituisce anche uno dei monumenti più famosi e visitati d?Egitto. Si tratta del tempio rupestre di Abu Simbel, scavato nella roccia di una montagna nell?estremo sud del paese, oltre la cateratta e la diga di Aswan, quasi al confine con la Nubia sudanese, sulla sponda sinistra del Nilo. La monumentale facciata, diventata ormai emblema dell?Egitto turistico quanto le piramidi o la Sfinge, presenta quattro colossali statue alte 20 m del faraone seduto, mentre il tempio si addentra nell?interno della montagna per 55 m con una successione di corridoi e sale fino ad una cella finale occupata da quattro statue: Ramsete, ancora lui, assieme alle divinità Amon, Ra e Ptah. Gli architetti che edificarono questo capolavoro vollero fare un singolare omaggio al loro committente: orientarono infatti il tutto in modo tale che il primo raggio del sole nascente illuminasse la statua del faraone il 21 febbraio, giorno del suo compleanno, e il 21 ottobre, giorno della sua incoronazione.
La statua del figlio del sole baciata dal primo raggio mattutino. Il fenomeno si è ripetuto per ben 3.200 anni, con sommo gaudio del faraone un po? megalomane, ma nel 1960 l?intero complesso rischiò di scomparire per sempre sommerso dalle acque del lago artificiale Nasser. Lo salvò soltanto il provvidenziale intervento dell?Unesco, che decise di tagliare il tempio in tanti blocchi numerati per ricostruirlo esattamente tale più in alto, sulle rive del lago, con un complesso e costoso lavoro di ingegneria che non ha uguali nella storia dell?archeologia. Purtroppo gli architetti moderni si rivelarono meno precisi di quelli antichi, perché dopo la ricostruzione il sole illumina la statua del grande faraone non più il 21 febbraio e il 21 ottobre, bensì un giorno dopo.
Ramsete (1297-1213 a.C.), terzo monarca della XIX dinastia, era figlio di Seti I e nipote di Ramsete I. Grande stratega, fin da piccolo accompagnava il padre nelle spedizioni militari e a 15 anni guidò una propria spedizione contro i nomadi libici. Nel Mediterraneo sconfisse i pirati Shardana, ad ovest i libici, a sud i nubiani e ad est, dopo molti combattimenti nel territorio dell?attuale Siria, battè finalmente gi Ittiti nel momento del loro massimo splendore, cosa che non era nemmeno riuscita a suo padre, allargando di parecchio l?impero. In realtà con gli Ittiti non fu proprio vittoria, piuttosto un onorevole pareggio che si concluse con un trattato di pace, ma il faraone per glorificarsi la spacciò per tale. Ebbe parecchie mogli, almeno sei comprese una sorella minore e due figlie, la più famosa delle quali la bellissima Nefertari, sua sposa prediletta, e un numero incredibile di figli, forse un centinaio.
Una condotta inusuale anche allora, tanto che in diversi papiri venne ritratto impegnato in scene erotiche attorniato da molte donne. Suo successore fu il figlio Merenptah, tredicesimo in graduatoria, che salì al trono a 60 anni per la longevità del padre, morto ad 84 anni pieno di acciacchi, quando la vita media dell?epoca era di 40. Fu contro di lui che Mosè scagliò le dieci piaghe bibliche per liberare il popolo ebreo dalla schiavitù, ma nelle cronache egizie non se ne trova affatto traccia. Sotto il suo regno l?Egitto divenne un immane cantiere: oltre a quelli di Abu Simbel edificò, tra i tanti, anche il Ramesseum presso Tebe, enorme centro cerimoniale e celebrativo, gli omonimi templi di Luxor e di Karnak, la grande tomba di famiglia nella Valle dei Re e infine una nuova città nel delta, Pi-Ramesse, che rimase residenza imperiale per oltre un secolo. Che fosse un po? megalomane non ci sono dubbi: oltre a piazzare ovunque statue con la propria immagine, anche nei templi eretti dai suoi predecessori, riempì le pareti e le colonne di tutti i monumenti dell?Egitto con le scene delle sue imprese, comprese quelle che storicamente non furono proprio delle grandi imprese, ma fatte passare per tali, facendo incidere il proprio nome tanto a fondo nella pietra affinché nessun successore potesse mai cancellarlo, come avveniva spesso, se non demolendo il muro stesso.
L?operatore milanese ?Adenium ? Soluzioni di viaggi? (tel. 02 69 97 351, www.adeniumtravel.it), specializzato in turismo a valenza culturale, propone dal 19 al 28 ottobre 2008 un itinerario di gruppo in Egitto, in concomitanza con il fenomeno del primo raggio mattutino che illumina la statua del faraone Ramsete II sul fondo buio del tempio di Abu Simbel, fatto erigere dallo stesso, nel giorno della sua incoronazione. Tappe salienti del viaggio Il Cairo, Saqqara, Giza, Abu Simbel, Aswan, File, Kom Ombo, Edfu, Karnak, Tebe, Luxor e Dendera (raggiunta quest?ultima con una navigazione di un giorno lungo il corso del Nilo), cioè tutte le principali eminenze archeologiche del paese. La quota da 2.050 euro comprende voli di linea da Milano, pernottamenti in hotel 5 stelle con pensione completa, visite e ingressi, tour in pullman privato con accompagnatore dall?Italia e guida archeologica parlante italiano in Egitto.