CARMEN DEL VANDO BLANCO
“Dopo essere rimasto inalterato durante secoli, il ritratto rompe tutte le regole e offre nuove forme alternative secondo lo sguardo personale dell?artista. Questo provoca l?irruzione in questo genere del colore, del cubismo, del surrealismo o delle ombre” così ci introduce nella rassegna la Conservatrice della Pittura Moderna del Museo, Paloma Alarcó.
L? antologia, doppia e congiunta, approfondisce lo studio del genere ritrattista nell?arte del XX secolo, avalendosi di 145 opere di una sessantina di grandi artisti. Tra gli altri, figurano Cézanne, Picasso, Van Gogh, Gauguin, Matisse, Freud, Warhol, Mirò, Dalì, Giacometti, Modigliani, Kirchner, Bacon, Hockney e Munch.
Sebbene considerato uno dei generi ?classici? per antonomasia, il ritratto ha saputo conquistare un posto rilevante nell?opera di numerosi artisti, tra i più importanti ed influenti, a partire dalle prime avanguardie fino ai diversi movimenti della modernità.
La rassegna, grazie ai prestiti di dipinti e sculture, concessi da collezioni private, musei e fondazioni di tutto il mondo, fa conoscere i mutamenti sperimentati dal ritratto lungo la maggior parte del secolo scorso, dentro un contesto cronologico che gira intorno agli anni di attività del gran ritrattista del Novecento, Pablo Picasso. Con l?artista di Màlaga, il ritratto, invariato per secoli, rompe col compromesso fra il modello e la sua immagine per consegnare nuove forme, che si adattano allo sguardo personale dell?autore, alla sperimentazione delle nuove espressioni plastiche, ma anche alla trasformazione dell?individuo moderno, ai cambiamenti nel modo di intendere, guardare e rappresentare le persone.
Nel ritratto contemporaneo, l?artista-artefice apporta nuovi codici e, conseguentemente, il genere si fa polivalente: può ricordare i modelli tradizionali oppure opporsi a loro, può penetrare nelle identità oppure falsificarle, è in grado di creare stereotipi ma anche di svelare le debolezze o la forza nascosta del personaggio che intende rappresentare.
Il ritratto è inoltre uno dei generi più presenti nelle collezioni Thyssen, che annovera buoni esempi anche del XX secolo, e questa mostra, insieme a precedenti progetti espositivi, allarga il panorama dell?evoluzione del genere ed afferma la linea d?indagine portata avanti dal Museo.
Una successione di sale scorre le pagine di un compendio di criteri cronologici e tematici, a partire della svolta del Novecento -con un primo capitolo centrato nella revisione del genere secondo i modelli stabiliti da Cézanne, Gauguin e Van Gogh – per continuare con un esauriente ripasso dei nuovi canoni estetici del ritratto nei tempi moderni e concludere negli anni ?80, periodo riassuntivo che si esprime col versatile linguaggio pittorico contemporaneo.
Quindi, nel Thyssen si parte dai due precursori del ritratto moderno -Gauguin e Van Gogh- i primi a riflettere sul genere e a ritrattare loro stessi, e si conclude con i ritratti simbolici di Mirò, Dalì, De Chirico e Kahlo, metafore di questi personaggi in cui le immagini e le identità dei soggetti si trasformano, si dissolvono e acquistano una nuova forma seguendo l?espressione del surrealismo.
Da parte sua, nella Fundaciòn Caja Madrid si parte da un nucleo di ritratti realizzati da Picasso -includendo qualche scultura- durante gli anni centrali del Novecento, fiancheggiati da opere di Dubuffet, Giacometti o Antonio Saura con la loro diversa versione del ritratto basata sulla distorsione delle figure, per finire con la reinterpretazione del ritratto nella terza parte del Novecento secondo David Hockney, Ronald B. Kitaj o Andy Warhol, alcuni dei migliori esempi di questa evoluzione, che conferiscono ai loro ritratti uno stile inconfondibile.
“Il fatto incredibile di questa vetrina è la ricchezza che accumula, dato che espone tutte le trasformazioni vissute dal ritratto lungo il secolo scorso” -riassume Guillermo Solana, Conservatore Capo del Museo Thyssen- il cui contenuto si trasferirà al Kimbell Art Museum di Forth Worth (Texas) dove rimarrà aperta dal 17 giugno al 16 settembre 2007.