testo di LUISA CHIUMENTI
Foto di PIO MUTO
Il territorio della provincia di Benevento, che si comincia a cogliere subito dopo che, lasciata l?Autostrada ci si inoltri sulla ?Telesina?, accoglie il viaggiatore con tutto il rigoglio di una distesa di terreni agricoli sempre molto curati in ogni stagione ed il caratteristico disegno urbano dei numerosi centri storici che punteggiano le lievi colline.
Ed eccoci quindi a Solopaca: il caratteristico centro situato alle pendici nordoccidentali del massiccio del Taburno, a 220 m. sul livello del mare ( 4500 ab.). Il toponimo, apparso per la prima volta in un documento del 1179, ha un?origine controversa e se, secondo alcuni studiosi, deriverebbe dalla espressione ?Solis opaca? ( ossia priva di sole ), secondo altri potrebbe derivare da ?Sub pagus? ( al di sotto o al di là del ?pagus? ). Il territorio tutt?attorno è ricchissimo d?uva ed è piena di fascino la Festa dei Carri che percorrono le strade del bel centro storico, completamente realizzati con migliaia di turgidi chicchi d?uva!
Ed è a Solopaca che è stato recentemente inaugurato, nel neoclassico Palazzo Cutillo ( 1826 ), appositamente restaurato, il Museo Eno Gastronomico ( MEG ), esteso su una superficie di 1200 mq. Vi si accede da una bella scalinata fiancheggiata da ampi giardini in cui sono esposti vari reperti storici, legati all?economia agricola del luogo ( come la grande vaporiera della Breda ) ed allestimenti di arte contemporanea.
Il Museo espone testimonianze che vanno dall?epoca pre-agricola ed agricola, fino alle soglie della nuova epoca del ?cibo biotecnologico?. Centro di ricerca sulla biodiversità, per un uso sostenibile delle biologie, il museo è particolarmente volto allo studio sulle biodiversità animali del Mediterraneo e vede un Comitato scientifico profondamente impegnato nelle specifiche tematiche relative ai seguenti temi: Arte e Alimentazione; Alimentazione e Benessere e Falso Alimentare.
Entrando nella bella struttura del palazzo Cutillo, oltre ai menzionati reperti storici, risulta subito particolarmente affascinante, sia dal punto di vista storico sociale che strettamente grafico e coloristico, la grande collezione di etichette che, dalla fine del XIX secolo, giungono fino ai giorni nostri. Vediamo così ad esempio, le etichette di ?Pianeta rosso?, in cui si coglie tutta la memoria sociale, culturale e produttiva della Campania vocata all?esportazione del pomodoro, cui Francesco Cirio dette grande impulso, dal 1867, aprendo la prima fabbrica conserviera, in quanto ?aveva inventato la conservazione del barattolo?, come ricorda nella nota introduttiva il pittore Giovanni Pacifico, editore del testo di Julien Blaine, Angelo Calabrese, Luigi Castellano, ?Pianeta Rosso ? Arte e Industria Conserviera ? (Napoli 1999).
Su finanziamento della Provincia, allestito e arredato a cura del prof. Salvatore Michelino e della sua equipe, il MEG ha soprattutto finalità didattiche, unendo in modo assai innovativo e singolare, le qualità di un laboratorio di ricerca scientifica, ma anche estetica, sociale ed economica.
Particolarmente interessante fra l?altro la sezione dedicata alla tematica del ?falso alimentare? che, curata dal direttore scientifico dell?omonimo Museo dell?Università di Salerno prof. Salvatore Casillo, offre una curiosa panoramica dei ?trucchi ed inganni? che si possono nascondere dietro i più invitanti cibi!
E di cibi preziosi è ben ricca questa terra, se si pensi ad esempio alle mele annurche, deliziose al naturale , ma anche particolarmente adatte a tutta la pasticceria che utilizza appunto la mela, accompagnata dal vino che da essa si può ricavare. La coltivazione non è affatto semplice, ma è lenta, manuale e richiede dedizione.
Infatti, la mela non matura sulla pianta, ma da un certo momento in poi il frutto ancora verde deve essere colto e adagiato su letti di paglia o trucioli di legno e ?girato? a mano a mano fino ad acquistare il proprio vero colore rosso, al sole e alla luce ( filtrati da appositi velari ). Ma se questa è la coltivazione tradizionale, si sta oggi facendo strada un nuovo tipo di coltivazione ? a spalliera? che realizza l?intero ciclo di maturazione direttamente sulla pianta.
Ma è certamente il vino una delle più preziose ricchezze del territorio: basti pensare al particolarissimo ?Bue Apis? di Foglianise o alla ben nota ?Falanghina?, il bianco della Campania che è tra i vini più amati del Mezzogiorno. Siamo a Sant?Agata dei Goti, dove il successo della Falanghina è iniziato nel 1979, quando Leonardo Mustilli riprese la produzione di quei vitigni, che i viticoltori locali avevano da molti anni quasi totalmente abbandonato. E il successo ha sempre più progredito, dato soprattutto dalla grande versatilità dell?uva che è in grado di esprimere il meglio di sé quando sia coltivata e trattata in modo adeguato.
In particolare, per la riscoperta e le tecniche di coltura e di vinificazione rinviamo al testo dal titolo ?Falanghina?, curato da Antonella Monaco, Anna Chiara Mustilli e Luciano Pignataro, pubblicato da Franco Di Mauro editore, che si avvale della ricerca pubblicata a Napoli nel 1876 dal cavaliere Giuseppe Frojo ( in cui veniva fra l?altro presentata anche la proposta di migliorare la qualità). Nella prefazione al volume, Leonardo Mustilli racconta con la stessa passione con cui guida il visitatore nella visita delle suggestive strutture delle sue profonde, vastissime e storiche cantine, come l?intera sua vita sia stata dedicata a quell?uva ?dal nome gentile? : ?Falanghina?! ?Certo ancora più dell?Aglianico? ? sottolinea uno degli autori - ?la Falanghina è il vino con cui si identifica tutta la Campania, quello più capace di esprimere il ?genius loci? del gusto partenopeo della tavola?. E che dire dell?accogliente Agriturismo, che la Ditta Mustilli ha saputo organizzare nel bel palazzo settecentesco in pieno centro storico di Sant?Agata ( www.mustilli.com )?
Ma come non menzionare i deliziosi ?taralli?, uno dei più gustosi prodotti tipici del ?Sannio Beneventano?? Ecco ad esempio: ?il Tarallo di San Lorenzello? prodotto dal Biscottificio ?MONTERBANO? ( www.biscottimonterbano.it ) che, lavorato ancora in modo pressoché artigianale ( sia pure con qualche minima innovazione che utilizza la moderna tecnologia ) e garantito da ingredienti assolutamente genuini e di altissima qualità, è unico nel suo genere, per il sapore molto particolare e gustoso, nelle sue diverse varietà, dato da farina e olio, ma anche da aggiunta di aromi quali: finocchietto, pepe, peperoncino, integrali ed altro.
Frutto di un tradizione ?Panettiera? di origine molto antica, ?il Tarallo di San Lorenzello?, è un prodotto ideale per snack, spuntini e brevi pause e inoltre, per chi tenga alla ?linea? è anche ipocalorico e si presta sia ad essere accompagnato dal latte caldo, come da tutte le altre bevande, compreso un buon bicchiere di vino!
Queste le varie tipologie offerte dal Biscottificio: la linea Snack ( taralli intrecciati al finocchietto, integrali, al pepe, al peperoncino, semplici (senz?olio ), grissini all?olio e semi di finocchio o al fungo porcino oltre ai tarallini mignon al finocchietto o al peperoncino ); Le ?Freselle? ( bianche, integrali, solette bianche, solette integrali ) e la ?linea dolce? : Tarallini glassati all?anice o al limone e taralli dolci con semi di anice ricoperti di zucchero.
Ma tutto questo territorio agricolo ha visto anche svilupparsi una vera e propria storia della tecnologia e lo si vede ad esempio nella bellissima collezione di ?trattori storici? che la Provincia di Benevento ha per il momento raccolto in un grande spazio presso il ConsDABI
e che confluirà presto nel ? M.U.S.A., futuro Polo Museale della Tecnica e del Lavoro in Agricoltura.
Grande è l? interesse che suscita il lavoro svolto dal ConSDABI, ma le sue peculiarità profondamente scientifiche, possono essere solo accennate in questa sede. Così, se dalle numerose relazioni e convegni svolte e dalle parole stesse del prof. Matassino è possibile dedurre l?estrema importanza del lavoro che viene svolto dalla equipe di studiosi, tra esse riportiamo soltanto alcuni concetti espressi in uno dei numerosi documenti prodotti dal lavoro attento e approfondito di tale equipe: ?La diversità della risorsa genetica riveste un ruolo insostituibile per ottenere prodotti di elevata qualità nutrizionale per l?uomo e per l?animale; inoltre, essa è fondamentale per mantenere elevata la capacità omeostatica e di autogoverno del sistema biologico, quindi della ?capacità al costruttivismo? di qualsiasi vivente?. ? In contrasto con la globalizzazione dei consumi? [ ?. ] ?nella preparazione di nuovi alimenti, si sta verificando un?accelerazione nel far emergere le tradizioni culinarie fortemente legate all?identità del territorio. Vi è un notevole recupero nell?immaginario collettivo dei valori e dei sapori della cucina dei ?poveri?. L?industria agro-alimentare è ben conscia di questa tendenza. Solo con una forte rivalutazione del germoplasma autoctono si potranno ripristinare le condizioni di uno sviluppo ?ecosostenibile?, anche a costi competitivi?.
E se gli studi scientifici offrono ancora a Benevento un Centro d?altissimo livello nel Mars ec ( Mediterranean Agency for Remote Sensing and Environmental Control ) della Villa dei Papi in Benevento, molte altre e variegate sono le ?peculiarità? del territorio che dovrebbero essere qui illustrate, ma possiamo solo accennare ad altri luoghi affascinanti nella campagna ai piedi del Taburno, quali le suggestive ?Cantine tufacee ? di Castelvenere ?Città del Vino?, o il ?Torre Gaia Wine-Resort?, dove il visitatore viene accolto con grande ospitalità dal dott. Aniello Di Caprio, direttore Generale della Ditta. A cominciare dalla bottaia, con la prospettiva delle lucenti botti di rovere di Slavonia , fino all?ampia distesa delle vigne tutt? attorno e alla bella villa dei primi del ?900, che dà la possibilità, con un raffinato ristorante e le sue grandi camere, di trascorrere in ogni stagione un riposante soggiorno tra i vigneti.
Infatti il ?pacchetto Vigna con Camera? prevede: un brindisi di benvenuto con lo spumante Asprinio, una cena con piatti tipici sanniti in abbinamento ad un vino di produzione ?Torre Gaia?, da gustare presso il ristorante ?Donna Giulia?, ma anche la possibilità di effettuare un ?tour?, con visita allo Stabilimento , alla Bottaia e visita libera dei vigneti con sosta presso i vari casolari ubicati nella tenuta o fermarsi presso lo Sporting Club.
Dopo aver quindi riposato in una delle camere della villa, tutte arredate in stile ?Country? e fornite di cosmetici ?all?Aglianico ?, con vista sui vigneti, al mattino, l?Ospite viene accolto da una ricca colazione ?tipica?( resort@torre-gaia.com).
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