LUISA CHIUMENTI
La mostra “L?Arte e La Tartaruga: omaggio a Plinio De Martiis. Da Rauschenberg a Warhol, da Burri a Schifano?, voluta e sostenuta dalla Regione, in collaborazione con il Comune, è stata allestita Pescara, negli ambienti di quello spazio polivalente e molto versatile, che è costituito dalla Galleria Civica d?Arte Moderna “Vittoria Colonna”.
Curata da Silvia Pegoraro, la mostra si presenta come omaggio ad un abruzzese sì, ma che in effetti ha dato il meglio della sua attività in Roma, lasciando il nome legato alla ben nota ?Galleria L Tartaruga?.
Ed appare molto giusto il titoloni ?omaggio?, dato alla mostra, come ha sottolineato l?assessore alla cultura della regione Abruzzo, Elisabetta Mura, perché la figura di De Matteis non è stata riconosciuta nel corso degli anni, se si prescinde dal solo riconoscimento ufficiale che gli venne attribuito nel 2004 dal Premio Michetti. De Matteis non fu mai ?mercante?, ma gallerista e la sua Galleria fu anche cenacolo di cultura per eccellenza nella Roma degli anni ?60 e i personaggi che la frequentavano sono stati da lui stesso rappresentati e ?interpretati? in una serie di fotografie molto interessanti, presenti in mostra.
Infine, parallelamente a quella di gallerista, De Martiis esercitava brillantemente l?attività di fotografo, immortalando fra l?altro quegli “anni originali” (così intitolerà una mostra realizzata nella sua galleria di Castelluccio di Pienza), con la sua Rolleicord 6×6-12 fotogrammi, ritraendo i più grandi personaggi della letteratura e dell?arte, del cinema e del teatro, della vita intellettuale e mondana dell?epoca.
olio, bitume, benzina su lamiera, cm 50×122
Oltre 5000 sono i negativi (oggi parte dell?Archivio De Martiis, conservato dalle figlie Paola e Caterina) e la mostra di Pescara presenta una trentina di tali foto realizzate e stampate da lui in grande formato, che hanno come soggetto gli artisti stessi (quelli che hanno legato il loro nome a quello della Galleria, come Twombly, Rauschenberg, De Kooning, Schifano, Giosetta Fioroni, Ceroli, Castellani, Rotella, Leoncillo, Kounellis e tutti i protagonisti dell?ambiente culturale attivo a Roma in quegli anni e che frequentava assiduamente la Galleria: da Ungaretti a Moravia a Penna, Tzara e Duchamp.
L?esposizione di Pescara si articola in effetti in tre sezioni. La prima, che comprende un centinaio di opere, spesso mai esposte al pubblico (ed alcune di esse mai pubblicate), presenta il lavoro di 50 fra i maggiori artisti che furono accanto a De Martiis tra gli anni ?50 e gli anni ?70, scegliendo la sua mitica galleria, per allestire le proprie esposizioni (da Accardi ed Afro, a Burri, Capogrossi, Ceroli, Dorazio, Festa, Fioroni, Fontana, a Kounellis, Leoncillo, Lombardo, Maccari, Mafai, Mambor, a Perilli, Pirandello, Raphaël, Rauschenberg, Rotella,Sanfilippo, Trombadori, Turcato, Twombly, Warhol, per menzionarne soltanto alcuni).
CEROLI, DE MARCHIS, PASCALI, TACCHI,
MAMBOR E PAOLA PITAGORA
durante la mostra di Ceroli nel 1965-66 (s.d.)
Una seconda sezione propone una scelta dalla collezione dei cosiddetti “cartelli della Tartaruga”: straordinarie opere su carta che De Martiis faceva realizzare ad ogni artista che esponeva e che poi venivano collocate nella vetrina della Tartaruga, come una sorta di “locandina” della mostra: una bellissima serie di cartelli-insegne, opere su carta dalle dimensioni medie di cm. 50 x 60, realizzate con materiali e tecniche varie.
E l? intera collezione di questi straordinari “Cartelli” è stata acquisita dall?Istituto Nazionale per la Grafica (oggi dipendente dalla DARC, Direzione per l?Architettura e l?Arte Contemporanee del Ministero dei Beni Culturali). Eccezionali fra essi ( la mostra ne espone circa dodici), i ?Cartelli? di Schifano o di Twombly, come pure il particolarissimo binomio Manzoni-Castellani, per la mostra del 1961.
E la terza sezione presenta appunto alcune tra le più interessanti delle sue realizzazioni fotografiche.
Per quanto riguarda ivari ?periodi? di attività della galleria, ricordiamo fra l?altro che tra il ?57 e il ?59, “La Tartaruga” lanciò, per prima in Europa, l?arte americana: vi esposero artisti come Rauschenberg, De Kooning, Marca-Relli (con la sua prima personale a Roma), Kline e Twombly (entrambi con la loro prima personale in Europa), ai quali negli anni ?60 si sarebbero aggiunti anche Sam Francis o Andy Warhol.
E la terza sezione presenta appunto alcune tra le più interessanti delle sue realizzazioni fotografiche.
Per quanto riguarda ivari ?periodi? di attività della galleria, ricordiamo fra l?altro che tra il ?57 e il ?59, “La Tartaruga” lanciò, per prima in Europa, l?arte americana: vi esposero artisti come Rauschenberg, De Kooning, Marca-Relli (con la sua prima personale a Roma), Kline e Twombly (entrambi con la loro prima personale in Europa), ai quali negli anni ?60 si sarebbero aggiunti anche Sam Francis o Andy Warhol.
Gli anni ?60 si aprirono poi con l?esordio di Kounellis, con la sua prima personale assoluta nel giugno del ?60, e continuarono con Schifano, Giosetta Fioroni, Castellani,
Manzoni, Angeli, Festa, Ceroli (con la sua prima personale assoluta nel ?64) e Pascali (con la sua prima personale assoluta nel ?65).
Manzoni, Angeli, Festa, Ceroli (con la sua prima personale assoluta nel ?64) e Pascali (con la sua prima personale assoluta nel ?65).
Nel 1963 la galleria si trasferì in Piazza del Popolo, e in quell?anno si ebbero qui anche le prime apparizioni di Lombardo, Mambor, Tacchi. Anche Eliseo Mattiacci tenne alla Tartaruga, nel 1967, la sua prima mostra personale.
La prima fase della Tartaruga si chiuse nel 1969, lasciando una traccia indelebile nell?arte contemporanea italiana e internazionale. Una delle ultime esposizioni fu un?importante mostra di Giulio Paolini (maggio 1969). La galleria riaprì nel 1970 nella nuova sede di Via Principessa Clotilde e per tutti gli anni ?70 continuò ad essere un insostituibile laboratorio d?arte, una fucina di sperimentazione in cui esposero per la prima volta le loro opere artisti come Spalletti, Parmiggiani, Agnetti, nonché una vetrina importante per le ricerche della poesia visuale di quegli anni. Il catalogo della mostra, edito da Skira, oltre a un testo di Ottaviano Del Turco e a un?introduzione della curatrice, comprende testi critici di Roberto Gramiccia, Duccio Trombadori ed Andrea Tugnoli e alcuni scritti degli artisti Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo e Cesare Tacchi oltre ad un?intervista di Duccio Trombadori a Plinio De Martiis sul suo lavoro di fotografo e ad un testo di Goffredo Parise, ?Scaglie di Tartaruga?, dedicato a De Martiis e alla sua Galleria.
La prima fase della Tartaruga si chiuse nel 1969, lasciando una traccia indelebile nell?arte contemporanea italiana e internazionale. Una delle ultime esposizioni fu un?importante mostra di Giulio Paolini (maggio 1969). La galleria riaprì nel 1970 nella nuova sede di Via Principessa Clotilde e per tutti gli anni ?70 continuò ad essere un insostituibile laboratorio d?arte, una fucina di sperimentazione in cui esposero per la prima volta le loro opere artisti come Spalletti, Parmiggiani, Agnetti, nonché una vetrina importante per le ricerche della poesia visuale di quegli anni. Il catalogo della mostra, edito da Skira, oltre a un testo di Ottaviano Del Turco e a un?introduzione della curatrice, comprende testi critici di Roberto Gramiccia, Duccio Trombadori ed Andrea Tugnoli e alcuni scritti degli artisti Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo e Cesare Tacchi oltre ad un?intervista di Duccio Trombadori a Plinio De Martiis sul suo lavoro di fotografo e ad un testo di Goffredo Parise, ?Scaglie di Tartaruga?, dedicato a De Martiis e alla sua Galleria.
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