CARMEN DEL VANDO BLANCO


DEFILE DE MANNEQUINS A ISTANBUL
    

“Intendo che un artista sia qualcuno che, in mezzo al silenzio degli altri, faccia uso della sua voce per dire qualcosa e abbia l?obbligo che questo qualcosa non diventi inutile ma che serva agli uomini”

Queste parole facevano parte del discorso pronunciato da Joan Miró (Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983) all?apice della sua carriera, ricevendo il titolo di dottore Honoris Causa dall?Università di Barcellona, il 2 ottobre 1979.

 

Dato che ogni momento nell?opera dell?artista catalano trova il suo giusto spazio nella storia dell?arte, questa rassegna mette a fuoco la pittura prodotta da Miró fra gli anni ?60 e ?80, rivelando inediti contributi. Questo periodo che, finora,  non aveva ricevuto la meritata attenzione, corrisponde alla sua piena maturità artistica, già riconosciuta a livello internazionale, che non riusciva a frenare la sua continua ricerca di nuove vie creative.

Viene messa in rassegna una quarantina di opere delle due ultime decadi della sua vita, provenienti da collezioni pubbliche e private di diversi paesi, che portano a scoprire il carattere speciale di un?epoca, scarsamente analizzata,  scaturita da un processo coerente della creazione di un Mirò sensibile alle vicisitudini sociali e politiche di allora.

EQUILIBRE SUR L’HORIZON
    
In quegli anni, infatti,  gli interessi del maestro si sposteranno, dando priorità ai temi che lo circondano e ai valori umani, morali o sociali, a scapito dell?ispirazione letteraria, dei sentimenti amorosi o dei connotati erotici espressi precedentemente. Sarà la situazione politica, quindi, ad occupare il suo pensiero, prendendo posizione a favore della libertà del suo paese, e aprirà nuovi sentieri per figurare concetti inediti.

 

Sono gli anni in cui gli si apprezza una doppia linea di attuazione dominata dall? immancabile colore nero: realizza opere da sottili e delicate pennellate per descrivere ambienti calmi, il cui spazio trasmette una sua vibrante emozione, con evidente influenza giapponese. Si tratta di dipinti che si contrappongono ad un altro stile più violento e aggressivo, segnato dal drammatismo del nero teso e dal riempimento dei piani, in cui si riconosce un interesse verso le nuove leve dell?arte nell?utilizzo del proprio corpo per dipingere o nel rifiuto del mercantilismo.

L’OGRE ENJOUE
    
Il catalogo, che completa la mostra, raccoglie i disegni preparatori delle opere esposte e si conferma il primo approfondimento sugli ultimi venti anni del tragitto artistico di Joan Miró, includendo la sua biografia con una cronologia parallela degli eventi più rilevanti del periodo.

Nel 1920, compie il suo primo viaggio a  Parigi dove visita lo studio di Picasso, disegna all?Académie Chaumière e partecipa al Festival Dada alla Salle Gaveau. Tra la sua prima personale, con 64 dipinti e disegni , espone tre dei suoi dipinti in una mostra sull?arte d?avanguardia francese, insieme alle opere di Picasso, Severini, Matisse, Gris, Braque ed altri grandi autori. A seguito realizza due opere che parteciperanno all?esposizione catalana di Parigi.

LA GREVE NOIRE
    
L?anno seguente organizza la sua prima monografica a Parigi? e da lì in poi protagonizzerà un susseguirsi di manifestazioni, mietendo un crescendo di successi, e compirà l?esecuzione delle sue ultime quattro sculture monumentali: “Miss Chicago” a Chicago, “Personnage et oiseaux” a Houston, “Donna e uccello” in un parco barcellonese fino alla grande opera per il Palazzo del Governo della capitale catalana.

Joan Mirò finirà la sua lunga e creativa esistenza a Palma di Maiorca, nelle isole Baleari, e sarà sepolto nella tomba di famiglia al cimitero Montjuic di Barcellona.