LUISA CHIUMENTI
La mostra “Il vello d'oro. Antichi tesori della Georgia”, che si é aperta recentemente a Roma, ai Mercati Traianei, si inserisce nel programma della Biennale Internazionale di Cultura Vie ella Seta, evento realizzato grazie alla sinergia tra il ministero degli Affari Esteri, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e Roma Capitale. Eccoci quindi immersi nella Georgia occidentale (l'antica Colchide) e il mito di Giasone e del Vello d'oro narrato dai classici greci, diventa reale agli occhi del visitatore, nella suggestiva cornice degli storici spazi dei Mercati Traianei Museo dei Fori Imperiali. Vi fanno infatti mostra di sé alcuni splendidi oggetti risalenti al V secolo a. C. (periodo di massima espansione della lavorazione dell'oro e di diffusione della leggenda degli Argonauti). L’anteprima mondiale, ha presentato così al grande pubblico ben 185 pezzi, più della metà dei quali escono per la prima volta dal Museo Nazionale Georgiano. Essi documentano lo sviluppo artistico avvenuto in Georgia fra il III millennio a. C. e il IV secolo d. C., particolarmente nell’ambito della oreficeria, in cui si avvertono influenze da Oriente e Occidente, sulla base tuttavia di una fondamentale propria “originalità e unitarietà stilistica", come ha sottolineato la curatrice della mostra Tiziana D'Achille.
Si possono così ammirare collane, pendagli, pugnali, bracciali, catene e orecchini, tutti raffinati nei dettagli, in bronzo e oro, che testimoniano molto bene quale sia stata l'evoluzione di una popolazione che, risalente alla cultura Trialeti, era molto avanzata nella lavorazione dei metalli. Alcuni pezzi in oro sono assai rari, come quelli emersi dai primi kurgan (tombe a tumulo) che appaiono lavorati secondo tecniche diverse (punzonatura, martellatura, filigrana, lavorazione a traforo). Altri oggetti di ornamento quali bracciali a spirale, spilloni o anche pugnali mostrano una attenta lavorazione in bronzo. Molto interessanti sono poi i ritrovamenti archeologici nei siti di Vani e Sairkhe, i principali centri politici e amministrativi della Colchide, con piccole teste di satiri, di menadi e di un dio Pan che testimoniano l'influenza del mondo greco. L'antica Iberia (Georgia dell'Est) invece viene documentata in mostra da tipici manufatti arricchiti di pietre policrome, i cui colori donano grande “eleganza a un tesoro di inestimabile valore culturale”.
Dopo essere stata esposta nei più importanti Musei del mondo, come il Getty Museum di Malibu, il Fitzwilliam di Cambridge, lo Smithsonian Institute di New York, gli Staatliche Museen di Berlino), é molto significativa ora la sua presentazione di questa stupenda collezione di ori e bronzi georgiani, proprio a Roma, giustamente considerata come la “periferia estrema del mondo ellenistico, al crocevia di importanti culture come la Persia Achemenide, la Grecia delle colonie sul Mar Nero , gli Sciti cavalieri delle steppe e l’Asia minore”. La mostra, organizzata da Zétema Progetto Cultura, si avvale di un bel Catalogo, edito da Palombi e curato da Tiziana D’Achille, con saggi di Darejan Kacharava (“Il sito di Vni”), Piero Spagnesi (“Geografia architettonica dell’antica Colchide fino al I sec. d.C.”) e di Nino Lordkipanidze (“Il vello d’oro, mito o relatà?).
Per informazioni
www.viedellaseta.roma.it
www.mercatiditraiano.it