Marina Fabiano



C?è stata una volta in cui il SineQuaNon è stato lì lì per essere diffuso, le persone lo attendevano serenamente, e nel frattempo vivevano preoccupati ma beati, senza drammi né infelicità.

?In quegli anni.
La psicosi per il virus aviario fece crollare tutti i settori dell?economia, uno a uno come in un gigantesco domino. Fu il disastro.
…Le aziende licenziarono in massa. Alla fine tutti rimasero in braghe di tela: imprenditori e finanzieri, veline e calciatori, truffatori e palazzinari; anche i maghi. Rimase solo un po? di lavoro per chi sapeva produrre qualcosa di tangibile che servisse a sopravvivere. I capi furono i primi a saltare. Non c?era più il lavoro di comandare altri, di speculare o far divertire. Anche i servizi crollarono, perché preferivano tutti servirsi da soli.
…Per resistere alla crisi il Cavallerizzo di Pantàlia istituì il sistema dell?UFO: l?Ultra-Flessibilità-Organizzata…un sistema che dava a tutti l?opportunità di avere un lavoro…Ci furono lavoratori scambiati in MULTIPROPRIETA?, altri quotati al JOBTEL come fondi d?investimento, e quelli che come ultima spiaggia si iscrissero alle SPLOF (Società a Pacchetto per il Lavoro Organizzato Flessibile): …si andava a estrazione e anche se in quel compito non erano capaci faceva lo stesso…Altri andavano al MERCATO DEL LAVORO e si mettevano in esposizione sulle bancarelle…Coloro che non volevano padroni si misero in proprio e andarono a ingrossare le fila dei NADA, i Nuovi Autonomi a Domicilio, che erano in concorrenza con i NAPS, Nuovi Autonomi per Strada…E poi c?era l?A.C.P.TOWEKE (Apprendistato a Chiamata in Part-Time Obliquo nei Week-End), una forma di occupazione del tempo che non si riusciva a spiegare, si faceva giusto per fare.?

Era tanto che aspettavo una storia così, dove il mondo del lavoro viene trattato con divertente ironia, esponendolo al ridicolo della verità nascosta da un sorriso. Il SineQuaNon è il nostro personale miraggio, quello che ci costruiamo in testa nei momenti di attesa, tra una realtà e l?altra, con la speranza che si materializzi in ciò di cui avevamo proprio bisogno, di cui non possiamo più fare a meno. In attesa del prossimo SineQuaNon.

Ogni tanto abbiamo bisogno delle favole per rendere meno amara la pressante realtà quotidiana, talvolta irta di inutili ostacoli. Quando poi la favola ben si associa alle situazioni che conosciamo per esperienza diretta, diventa ancor più leggero l?adattarla, come una pellicola trasparente, al nostro oggi comune, per avere il coraggio di innescare un domani migliore.

Diego Giob (pseudonimo di un manager che lavora nel settore interinale) ha prodotto un romanzo divertente in grado di trasmettere, insieme al racconto surreale, sapienti spunti di incoraggiamento verso una leadership più umana, descrivendo il lato ridicolo di una situazione aziendale (anzi, mondiale) ricca di ineffabili assurdità, purtroppo reali. I manager illuminati non potranno fare a meno di riconoscere spezzoni della propria organizzazione negli scenari descritti. Forse, invece di ridere e basta, penseranno a qualche opportuno cambiamento.

Ne consiglio appassionatamente la lettura.