Testo e Foto di ANNAROSA TOSO
Il mio terzo viaggio in Marocco è cominciato a Marrakech, un caldo pomeriggio di giugno, quando il colore dell?oro cominciava ad avvolgere l?intera città, rendendola più che mai affascinante e coinvolgente. La Koutoubia, elegante e magica, mi veniva incontro maestosa, con l?aria di una vecchia e rassicurante amica, dandomi il benvenuto in questa città, considerata uno dei luoghi più belli di tutto il Nord Africa.
Dalla zona degli alberghi, che si trova fuori dalle vecchie mura di Marrakech, alla piazza più famosa della città – Djamaa El-Fna ? occorre una passeggiata a piedi di quindici, venti minuti. La piazza cambia veste a ogni diversa ora del giorno. Al mattino, quando ancora i turisti dormono o fanno colazione nei numerosi hotel della cittadina inserita dall?Unesco nei luoghi patrimonio dell?umanità, piazza Djamaa El- Fna è poco più di un mercato con frutta e verdura e quant?altro serve per la spesa quotidiana dei locali. Man mano che passano le ore, piazza Djamaa El-Fna si anima e non solo dei turisti curiosi, ma anche di venditori di ogni tipo di souvenir, di saltimbanchi, giocolieri, suonatori, incantatori di serpenti che arrivano lì per offrire la loro abilità.
Si può provare anche un tatuaggio con l?henné che rimane un souvenir solo per qualche giorno, abilmente e velocemente realizzato da mani esperte, farsi fare le treccine o farsi predire il futuro. Si possono fare le foto insieme ai vari incredibili personaggi che si trovano in piazza solo per offrire a pagamento la loro immagine, si può cercare di rubare quelle foto che a ciascuno di noi piace fare, ma che non piace affatto a chi è bersagliato dai nostri flash.
Malgrado il nome, che tradotto significa il ?raduno dei morti? perché in passato il luogo era teatro di esecuzioni, la piazza Djamaa El ? Fna è viva e vitale e di macabro non ha proprio niente. Meta d?obbligo per tutti i turisti che arrivano a Marrakech, piazza Djamaa El Fna, oggi al primo impatto si presenta pulita e anche ordinata per via dei banchi di frutta a forma di carretto che sono stati rinnovati e che offrono varietà incredibili di datteri ? ce ne sono oltre mille tipi ? e frutta fresca e secca, oltre a spremute che vengono preparate al momento e che vale la pena di provare.
Non è proprio il caso di fare gli schizzinosi, perché una spremuta d?arancia o di limone bevuta al momento può veramente solo rigenerare e rinfrescare. E volendo si può anche azzardare ad assaggiare uno spiedino e un panino con il kebab, che mangiato in piazza ha un sapore ancora più buono. Oppure si può solo curiosare e guardare, perché la piazza Djamaa El-Fna è sempre bella a qualsiasi ora del giorno e della notte quando si affolla di gente di diversa nazionalità e cultura. Insomma Marrakech emana un grande fascino, anche nei vicoli, nel suq, nei tanti negozietti di artigianato vero, dove scatta la contrattazione fino all?ultimo centesimo.
Nel cuore di Marrakech ci sono numerosi riad, che in arabo significa casa. Da alcune di queste dimore tradizionali – alcune risalgono al 1600 – sono stati ricavati alberghi di charme, curati ed eleganti che offrono una diversa sistemazione alberghiera, che consente di vivere al meglio il cuore della città.
Da vedere – malauguratamente solo dall?esterno – uno dei simboli di Marrakech, la moschea Koutoubia con il minareto alto 67,50 metri e largo 12, preso poi a modello per la costruzione della Giralda di Siviglia. Merita una visita anche Dar Bahia il palazzo di un visir, che ospitava nei numerosi ambienti, altrettanto numerose mogli, concubine, favorite e quant?altro.
Sui tetti di Marrakech nidificano le cicogne, che sono stanziali. Sono considerate sacre e benedette dalla religione islamica, perché come Maometto, sono arrivate dall?Oriente.
Da Marrakech si arriva a Ouarzazate superando il passo di Tichka a 2260 metri, attraverso un percorso a volte tortuoso, ma panoramico della durata di circa quattro ore. Ouarzazate è conosciuta anche come la cinecittà del Marocco per la sua fertile industria cinematografica. In effetti i colori della città che spaziano dall?ocra al rosso, a seconda delle ore del giorno, sono esterni ideali per la realizzazione di alcuni film.
La Kasbah di Ait Ben Haddou, inserita nel patrimonio dell?umanità è stata set di produzioni cinematografiche quali il Gesù di Zeffirelli, Tè nel deserto, Il gladiatore, Asterix. Anche il reality di casa nostra come l?edizione della Fattoria 2006 ha scelto come set la città di Ouarzazate per ambientare il programma, che è durato qualche mese e che ha sollecitato la fantasia di molti italiani, che hanno scelto il Marocco per le loro vacanze.
Da Ouarzazate occorrono altre due ore per arrivare alle gole di Todra, dove le pareti immensamente alte e scavate nei secoli dalle acque del fiume, sembrano scolpite da una natura generosa, che qui ha voluto esprimersi al meglio. Dalle gole di Todra si possono raggiungere le gole di Dadès o su strade asfaltate, oppure attraverso un percorso di sei ore su piste sterrate sulle montagne dell?Atlante. Il tragitto viene effettuato con jeep 4×4 guidate da esperti autisti. Il tour sulle jeep, sicuramente spettacolare, può risultare faticoso e a volte anche ripetitivo, regalando però, sempre, superbe immagini. Durante il percorso si incontrano famiglie berbere, formate da una matriarca e da svariati figli e nipoti, che corrono letteralmente incontro ai turisti, per offrire dietro compenso, la propria immagine.
Il Marocco ha ospitato lo scorso anno 5 milioni e ottocentomila turisti. L?obiettivo per il 2006 è quello di arrivare a 6 milioni e mezzo e nel 2010 a dieci milioni di presenze. Le entrate valutarie sono oggi la prima fonte di introito per il paese, il regno di Mohammed VI.
In Marocco si arriva con la Royal Air Maroc, la compagnia di bandiera marocchina e con l?Alitalia. Da Casablanca ci sono coincidenze con tutte le principali città del Marocco effettuate dalla compagnia di bandiera del paese. Gli alberghi sono di tutte le categorie, dal lusso più raffinato, alle sistemazioni per studenti.