GIUSEPPE GARBARINO
C?è un grande parco a Firenze, tutti lo conoscono da secoli con il nome di Boboli e in tempi lontani era un luogo chiuso e riservato alla Corte Granducale di Toscana. Una volta era un bosco dove si aprivano delle cave di pietra, la stessa che è stata usata per molti palazzi cittadini, poi la storia ha preso una sua strada tutta particolare e il palazzotto che la famiglia Pitti voleva trasformare nel successo terreno della famiglia, diventò il simbolo inconcluso della loro repentina crisi finanziaria. Furono i Medici che capirono come la collina di Bogoli, antico nome del luogo, poteva trasformarsi in qualcosa di artistico e prezioso. Questo rettangolo di terra aveva la magia di essere bosco e giardino contemporaneamente, ma nei suoi angoli più remoti, dietro ad un muro che riparava dal freddo vento invernale, vicino ad una siepe sapientemente tagliata per nascondere e proteggere piante più delicate, nascevano indisturbate quelle essenze che erano primaria fonte nella creazione di distillati per i profumi, accessori fondamentali di quella che era chiamata Botanica Inferiore.
Gli oli essenziali erano preparati fino alla fine del 1700 in un orto adibito a Spezieria, un luogo quasi misterioso che venne prima abbandonato e poi distrutto per far posto ad altre piante, forse seguendo la moda botanica del tempo. Boboli offriva la giusta quiete per gli erboristi che dovevano preparare, con attenzione, le nuove fragranze. Gli scienziati impararono dai giardinieri e insieme si cimentarono nel coltivare i fiori e le erbe con la razionalità della manipolazione. Oggi il profumo è associato alla frivolezza e alla moda, ma un tempo era motivo di studio ed osservazioni, il gusto estetico si associava sempre a quello scientifico.
Dopo quattro anni di esperienze, si rinnova anche quest?anno la presenza della mostra mercato delle tradizioni floreali e profumiere, I Profumi di Boboli, sempre nell?incantevole scenario della Serra della Botanica Inferiore, un ambiente che non è stato modificato per trasformarsi in luogo espositivo, ma è la mostra mercato che si è adattata proprio per trasmettere nel miglior modo possibile ai visitatori quelle sensazioni che altrimenti andrebbero perdute.
La vecchia serra colpita dai raggi del sole è spettacolare nel suo decadente insieme, i suoi mattoni, le sue pietre, i vetri che sanno di storia, i vasi sapientemente disposti davanti al suo ingresso, il tutto in un?atmosfera veramente piacevole, senza ostacoli, un?insieme di condizioni che ogni espositore ha saputo fare proprie durante la mostra.
Purtroppo questa esperienza a contatto con i selezionati partecipanti all?evento è stato molto breve, solo tre giorni, dal 6 al 9 maggio, ma il suo riproporsi ogni anno è un simbolo di successo è preziosa opportunità per tutti gli operatori del settore che partecipano a questa vetrina tanto particolare. Per apprezzare, anche a distanza, il significato di questi momenti e l?atmosfera che si è creata in questo angolino del grande parco, è possibile visitare il sito www.profumidiboboli.it, dove vengono riproposti i partner dell?iniziativa.
Erboristerie, spezierie, fragranze e cosmetici naturali, saponi ed essenze si mescolano in un pout pourri unico, dove il filo logico è fortemente caratterizzato dagli eventi collaterali, un modo per avvicinare ancora di più la storia di queste profumate erbe selvatiche al mondo che le circondava, quelle feste, cene, spettacoli, incontri galanti scomparsi nel tempo lontano, e che una volta popolavano il grande parco mediceo.
Ecco allora gli ensemble musicali di flauti e altri strumenti che si intrecciano con il gesticolare di un mimo, mentre, in modo più tecnico, l?incontro con una naturopata ci introduce al grande mondo delle essenze e del benessere personale, un motivo di riflessione su chi siamo e dove andiamo, ma soprattutto con cosa dobbiamo interagire. Per i più piccoli è stato ideato un percorso ?olfattivo?, girellando per Boboli, rincorrendo fantasie perdute.
Anche quest?anno l?interesse per questa manifestazione sembra vincente e forse sarà superata la barriera dei 18.000 mila visitatori della scorsa edizione, un traguardo di successo, un?ottima strategia di comunicazione che ha permesso di incontrare dei veri e propri artigiani della profumeria, un piccolo mondo che ai più potrebbe sembrare scomparso e sepolto, sotto la coltre delle multinazionali del settore bellezza.
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