LUISA CHIUMENTI


Carlo Carrà
Allegoria del lavoro, 1905

La mostra ? I Costruttori: Il lavoro in cento anni di arte italiana?, si presenta come uno degli eventi più incisivi che, nell?ambito delle celebrazioni dei 100 anni dalla nascita della CGL, si è aperta a Rimini ( Castel Sismondo ), proprio contemporaneamente all?apertura del Congresso, come una delle più importanti iniziative di carattere generale.

L?ispirazione della mostra ( che è stata resa possibile per un risarcimento di un processo di mafia ), è stata ben messa a fuoco dai curatori Mariastella Margozzi, Luigi Martini, Antonello Negri, come originata dalla vicenda stessa degli artisti più o meno grandi, che in realtà hanno contribuito fortemente a rappresentare la storia del lavoro così come si è sviluppato nel nostro Paese, in cui si delineava gradualmente una certa unificazione delle forze produttive del Paese, in una nuova ?coscienza di sé?, pur nelle varie identità condivise.

Curato sempre dagli stesi studiosi, il bel Catologo ( ed. Skira ), accompagna il visitatore, aiutandolo a comprendere il valore specifico dei  lavori più emblematici di artisti quali Carlo Carrà, con una particolarissima e singolare ? Allegoria del lavoro?; Arturo Dazzi con ?I costruttori?; Umberto Boccioni, con ?Contadino al lavoro?e così avanti nel tempo, fino ad Ennio Calabria ( ?Operaio di hangar ?) o Karl Plattner ( ?Le contadine?) e Pino Pascali (?Attrezzi agricoli? ), per giungere alle dieci interessanti opere che artisti italiani contemporanei hanno offerto in omaggio ai 100 anni della CGL ( Sonia Alvarez, Vasco Bendini, Ennio Calabria,  Piero Guccione, Carlo Lorenzetti, Titina Maselli, Guido Strazza,  Alberto Sughi, Walter Valentini e Giuseppe Zigaina ).

Aedengo Soffici
La raccolta delle olive, 1908

Attraverso tutte queste opere viene illustrata molto ampiamente come la figura dell?uomo al lavoro sia notevolmente, anche se gradualmente mutata nel tempo. La mostra ha anche voluto, nell?obiettivo dei promotori e dei curatori, rendere più completa e forse anche  più vera l?immagine della città, poiché in generale Rimini è stata vista dall?immaginario collettivo, come la città del divertimento e dell?effimero, mentre attraverso l?opera degli artisti, che hanno illustrato il lavoro, si è potuto cogliere la storia del movimento operaio organizzato e della conseguente tutela dei diritti di ognuno, in un confronto ben distanziato dalla civiltà dell?800, considerando come in realtà, Rimini si sia  sempre configurata come città di Congressi del movimento operaio.

Si tratta quindi di una innovazione nella impostazione delle mostre ?sul lavoro?,  in quanto questa esposizione aiuta a ben comprendere la storia artistica ed estetica legata alle questioni del lavoro, tenuto conto di quanto vasta sia stata la produzione artistica su queste tematiche, particolarmente nell?arco del XX secolo.

In sostanza tra la fine dell?800 e per tutto il percorso del ?900, entrava in campo quale co-protagonista della società italiana, ?il mondo del lavoro che si organizzava?, un mondo che lavorava per darsi un programma e l?arte seppe  accogliere per prima gli spunti offerti da questo dato sociale: basti pensare all?antesignana tela ?Il Quarto Stato? di Pellizza da Volpedo

E nella scelta oculata delle opere, i curatori hanno saputo mettere in rilievo come l?arte sia riuscita a mettere in evidenza attraverso ?il corpo del lavoratore? i passaggi storici della funzione sociale del lavoro, fino alla graduale ?sparizione del corpo del lavoratore?, corrispondente ad un variare dei rapporti  del lavoratore con la Società.

Renato Guttuso
Donna che trebbia, 1950

Se si dà uno sguardo ad esempio a quell?opera così singolare di Carrà ( del 1905 ): ?Allegoria del lavoro?, che gli venne commissionata da una cooperativa di muratori, vi  appare il corpo del lavoro, non nella sua realtà, ma come una sorta di eroe che, riallacciandosi comunque alla classicità, tuttavia assume poi una connotazione reale nella sua fisionomia vera di atteggiamento di sforzo nel lavoro.

Da quest?opera lento e graduale avviene il passaggio fino a quella assenza del corpo, che si riscontra in opere degli ultimi anni ?90, quali : ?Il lavoratore? di Vincenzo Cabiati,  in cui il lavoratore è divenuto un semplice totem, o negli edifici industriali dismessi di Andrea Chiesi.

 

Per informazioni: infoline 800 961993