LUISA CHIUMENTI
Una mostra curata da Francesco Butturini ha riportato a Roma, dopo 40 anni, per il Gruppo Banca Popolare di Verona e Novara, che ha aperto per la prima volta la sua sede di Palazzo Altieri in Roma, l?opera di Gino Bogoni (1921-1990), considerato un maestro della scultura del Novecento.
Si tratta della figura di un artista la cui fama odierna non corrisponde alla considerazione che ha avuto in vita, con la sua partecipazione a manifestazioni del livello della Quadriennale di Roma o della Biennale di Venezia, oltre a mostre in tutto il mondo, che gli ottennero sempre ottimi riconoscimenti pubblici.
L? attuale esposizione di 50 bronzi di piccolo formato e 20 disegni riassume in effetti tutta la vicenda creativa di Bogoni, che iniziava a scolpire all?età di soli 17 anni distinguendosi subito nel risultare primo classificato agli Agonali Nazionali d?Arte di Roma, nel ?38 e diplomandosi giovanissimo in scultura, l?anno seguente, presso l?Accademia di Verona, sua città natale.
La sua vicenda umana iniziò con estrema durezza; ultimo di sei fratelli, molto presto orfano di madre, dovette lavorare sodo, per ottemperare alle continue richieste di aiuto da parte della sua famiglia. Ma il suo lavoro si indirizzò subito nel campo dell?arte perché ebbe la fortuna di incontrare il direttore dell?Accademia Cignaroli di Verona, Franco Egidio Girelli, che non solo volle subito che frequentasse i suoi corsi, ma lo elevò a proprio assistente a soli 13 anni, facendolo lavorare ad opere molto importanti.
Nel suo interessante Diario si leggono alcuni passi significativi, riportati in Catalogo,che dimostrano l?entusiasmo provato dal giovane artista in quegli anni: ??all?Accademia ho frequentato poche lezioni , perché le ore le trascorrevo sempre nello studio..? e ancora ?? Mi sapevo distinguere in tutti i campi. Non parliamo poi del lavoro artigianale, perché io sapevo improvvisarmi anche innovatore. Due giorni alla settimana mi veniva affidato l?insegnamento in sala getto??
Ma un giorno, a 17 anni fuggì di casa, dopo aver eseguito un ultimo lavoro con Girelli: un bassorilievo di 220 cm. x 700 per la ?Mostra dei minerali? di Roma( insieme con Giuseppe Fontana).
Continuando poi a frequentare l?Accademia anche dopo il diploma, le vicende italiche lo portarono a partecipare alla guerra in Russia, da cui riuscì fortunosamente a tornare con un lungo viaggio a piedi, da solo!
Ma le tensioni degli anni della resistenza e del primo dopoguerra, aggiunte ai disagi patiti in Russia gli provocarono un periodo di esaurimento, durante il quale tuttavia egli non fu totalmente inattivo perché, oltre a dedicarsi all?insegnamento, egli cominciò ad accettare lavori di restauro di vario genere. In particolare, su invito dello scultore veronese Nereo Costantini, dal 1947, rilevò, in pochissimo tempo, 29 calchi dalle formelle della porta bronzea di san Zeno a Verona.
Lo rivediamo ben presto in piena attività di lavoro nella sua Verona e anche all?estero, come pittore e come insegnante, mentre coltiva amicizie e contatti stimolanti: da Arturo Martini a Luciano Minguzzi, a Marcello Mascherini, che lavora per i grandi transatlantici, (come il ?Raffaello?) e che lo invita a diventare suo assistente, introducendolo quasi subito nell?ambiente internazionale.
L?incontro con il critico Licisco Magagnato invece gli dette invece la consapevolezza della propria arte, fatta di intuizione, riflessione e sapienza artigianale, in sintonia con le ricerche post-novecentesche di Minguzzi, Viani, Messina, Mastroianni, Cascella, Consagra, ? ?tra il naturalismo classico di Martini e le indagini astratte di Arp, avendo davanti a sé la grande monumentalità di Moore?.
Dai suoi esordi, ai calchi delle formelle del portale bronzeo di San Zeno a Verona, al naturalismo espressionista delle Galline, dei Tori e delle ?Vacchette? del Bogoni ?animalista? è forse degli anni ?60, il suo decennio più creativo e fortunato.
Seguirà poi la grande statuaria astratta ( che tuttavia per il critico e curatore è solo un astrattismo ?apparente?) mirata a rappresentare figure di donna, flessuose, altere, impenetrabili, ed infine ecco le grandi ?Mutazioni e Metamorfosi?, che rinviano alle immagini dello sbarco sulla Luna.
Bogoni si è spento il 23 novembre 1990, dando uno splendido esempio di grande forza di volontà nell?affrontare difficoltà e dolori, lavorando sempre ?fino all?ultimo respiro?, dando vita a circa duecento esposizioni fra personali e collettive.
Per approfondire questa così notevole produzione, rinviamo alla esposizione di Palazzo Altieri ed ai preziosi Cataloghi curati da Francesco Butturini: ? Gino Bogoni? ed. Gemma Editco?, Verona 2006 e ?Dipingendo sulle ali delle farfalle? ( per una riflessione sulla grafica di Gino Bogoni ? Edizioni d?Arte Ghelfi ? Verona 2006).
Per informazioni:
Tel.349-6231641
( fino al 17 dicembre)