LUISA CHIUMENTI
I generi in cui si è manifestata la grande forza creativa, il profondo senso del colore e la vivacità di produzione di Galileo Chini, sono stati molto bene presentati nella grande Mostra allestita alla Galleria Nazionale d?Arte Moderna in Roma: Galileo Chini. Dipinti, Decorazioni, ceramica e teatro ( fino al 10 settembre 2006 ).
Fanno parte del Comitato scientifico della mostra : Maria Vittoria Marini Clarelli, Fabio Benzi, Mariastella Margozzi e Paola Polidori Chini, nipote dell?artista.
Molti gli studiosi di Chini che hanno firmato corposi saggi nel Catalogo, corredato da una vasta ed accuratissima iconografia e curato da Fabio Benzi, e Mariastella Margozzi.
Gli interventi di Galileo Chini alla Biennale di Venezia, dall?allestimento della Sala del Sogno del 1907, agli affreschi della cupola del 1909, lo fecero assurgere ben presto non solo a livello di artista europeo, ma lo designarono come uno dei più significativi rappresentanti del Simbolismo italiano. Nei dipinti per la cupola, in cui si coglie già il prossimo avvento del Futurismo, Chini ( che condivideva già con Previati l?ammirazione per Boccioni ), dimostra tutto il fermento della sua passione estetica, condividendo anche, con il futurismo esordiente, la ?moderna? tecnica divisionista ( cfr. Fabio Benzi, Catalogo della Mostra ? Casa ed. Electa ).
Come ha sottolineato Fabio Benzi nel saggio?Gli esordi e la prima maturità? ( op.cit.), Galileo Chini fu uno tra gli artisti più cosmopoliti del primo Novecento in Italia, specie dopo che si aprì per lui, una nuova area di grande e originale esperienza per un artista della sua sensibilità e carica emotiva, che lo portò a lasciare l?Italia nel 1911, per andare a soggiornare per un lungo periodo ( fino al 1913 ) a Bangkok, compiendo un interessante lavoro che verrà coronato dalla grandiosa opera degli affreschi del Salone del Trono.
E che dire della sua così significativa produzione per i l Teatro?
Dal primo incarico del 1907 per la scenografia de ?Il sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare ( per il Teatro Argentina in Roma, per la prima volta in Italia con musiche di M.Bartholdy ), è di elevatissimo valore artistico e di grande suggestione il contributo che Galileo Chini dette agli allestimenti teatrali, con bellissimi bozzetti e disegni di costumi( presenti in mostra ), che egli continuò a realizzare nell?arco di quasi tutta la sua vita.
Ma veniamo alla elegante, bellissima produzione ceramica, dai colori scelti in modo così attento ed armonioso e realizzati con singolari ed efficaci sfumature dell?azzurro e del giallo. Si tratta fra l?altro di un?esperienza artistica a parte, in quanto dette anche un significativo impulso alle stesse Manifatture che lavorarono così, per un lungo, fervido periodo, sotto la guida artistica di Galileo Chini. Tra gli esemplari esposti nella mostra romana, molti sono apparsi per la prima volta al pubblico, del tutto inediti.
Così i pezzi ideati per quell?Arte della Ceramica che era nata a Firenze fin dal 1896 e che si possono distinguere dal comune contrassegno della melagrana, indicano proprio, nelle due mani intrecciate visibili accanto a tale simbolo, questa particolare sensazione di ?fratellanza?, che legava tra loro le maestranze.
Eleganti motivi floreali si alternano a volti femminili pur sempre circondati da elementi vegetali e a volte accostati da figure di satiri. Fra tutti i vasi così decorati spicca la bellezza di quello decorato con cigni presentato all?Esposizione Universale di Parigi del 1900 e che egli riportò poi nel manifesto pubblicitario della manifattura ( cfr. Gilda Cefariello Grosso: ? La ceramica? , in Catalogo cit. ).
Ma alle sagome di serpenti che vanno a formare le anse dei vasi e alle altre forme zoomorfe da lui presentate, con resa fortemente realistica, andrà più avanti ( ma comunque già a partire dai primi anni del ?900 ), sostituendosi, una maggiore stilizzazione, sulla scia di una corrente di gusto più internazionale, accentuando, per quanto riguarda il colore, l ?uso di quel bellissimo blu di cobalto su fondo naturale ( ?e a volte anche in policromia? , op. cit. ). Alla Esposizione di Torino del 1908 si affacceranno le prime produzioni in gres, un materiale del tutto nuovo nel campo della ceramica in Italia, ma destinato ad avere poi sempre più successo, specie per pareti e pavimentazioni. Ma è soprattutto interessante ricordare la nascita, nel 1906, a Borgo San Lorenzo, nel Mugello, della Fabbrica Fornaci San Lorenzo, in cui Galileo Chini inizierà a dare forma ad una vera e propria anticipazione di ?art déco ?, con molti esemplari anche in gres e molti elementi decorativi, che entreranno a far parte di numerose progettazioni architettoniche.
Dopo la sua permanenza in Siam, sulla scia della forte esperienza vissuta, nasceranno i caratteristici vasi con i grandi motivi floreali su fondo coperto da fitte puntinature
Quando, nel 1925, all?epoca della grande Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi, Galileo Chini non apparirà più come Direttore Artistico della Fabbrica di Ceramica, per la decisione di dedicarsi totalmente alla pittura, i figli Tito ed Augusto ne proseguiranno comunque la produzione, continuandone l?aggiornamento.
Singolare è il contrassegno della produzione che esce dalla Manifattura di San Lorenzo: si tratta di una piccola grata ( che ricorda il martirio del Santo patrono ) e che , nel 1919, verrà iscritta nel cerchio, mentre, negli anni ?40, verrà accompagnata da un rombo, al cui interno darà inserita l?iscrizione: ? Chini e Co. Mugello Italia.?
Galleria Nazionale d?Arte Moderna
in Roma. Fino al 10 settembre 2006
Per informazioni: 06 32298328