LUISA CHIUMENTI
Opere d?arte di eccezionale interesse, per la modernità della tecnologia e la preziosità degli oggetti proposti, raccolte prima del 1600 nella tesoreria dei principi elettori di Sassonia, sono state esposte in una mostra allestita presso la Fondazione Memmo in Roma : ?Fasto principesco . La corte di Dresda 1580 ? 1620? ( curatore il Direttore del Grunes Gewolbe di Dresda ).
Come è stato giustamente sottolineato dai presidenti della Fondazione Memmo , Daniela e Patrizia Memmo Ruspoli, che nel nuovo allestimento del palazzo di via del Corso ha consentito di accogliere la mostra in modo particolarmente esaltante, l?esposizione ha voluto? essere un?occasione per una conoscenza e una riflessione su quell?aspetto significativo del nostro Rinascimento? relativo ?al rapporto tra grande committenza ed esaltante produzione nell?ambito artistico e culturale dell?epoca?.
Si sono così potuti osservare gli oggetti che erano stati raccolti nella Kunstkammer, quello spazio della Corte, che era costituito da sette stanze nella mansarda dell?ala occidentale del castello, quattro delle quali formavano la zona interna. L?inventario degli oggetti, redatto per Cristiano I, più di un anno e mezzo dopo la morte del fondatore della collezione comprende più di 9000 oggetti.
Se a prima vista era sembrato agli studiosi che quei numerosissimi oggetti fossero stati disposti senza un vero criterio logico, tra le varie stanze, una osservazione più attenta colse poi la presenza di un certo ordine, basato sulle esigenze del principale fruitore della collezione, ossia il principe Augusto ( cfr. Catalogo della mostra ? Fasto principesco. La corte di Dresda 1580 ? 1620 ?, a cura di Dirk Syndram e Antje Scherner , ed. Electa, 2005 ). Il fondatore appunto della collezione, il principe elettore Augusto, che fra il 1553 e il 1586 aveva saputo consolidare ed ampliare il proprio territorio, iniziò con il collezionare particolarmente strumenti per la misurazione del tempo e dei terreni, sorprendentemente precisi dal punto di visto tecnologico.
Così, fin dal 1554, egli aveva iniziato ad esempio, a prendere contatti con un artigiano eccellente?: il falegname e fabbro attivo a Norimberga, Leonhard Danner, già molto noto come inventore di strumenti. Divenuto ben presto il ?protagonista? della Kunstkammer di Dresda, quello che fu definito poi ?ingegnere ? artista?, produsse oggetti innovativi e validi ancora oggi, in un numero straordinario: dall?ariete per sfondare porte, a inferriate e pareti, a cassette per attrezzi a più scomparti, all?eccezionale idea del ?banco da trafilatura?.
Ma il principe Augusto si assicurò i servizi di molti altri bravissimi artigiani-artisti, quali il falegname e tornitore Paul Buchner, dapprima conosciuto ed attivo come fabbricante di strumenti, ma poi incaricato di lavori da architetto e nel 1576 venne chiamato a Dresda, come fabbro, anche un allievo di Danner, Balthasar Hacker.
L?intento del principe comunque non era soltanto quello di collezionare ed usare oggetti, ma anche quello di ottenere utili insegnamenti circa l?ideazione e la fabbricazione di quegli oggetti. Infatti, nella stanza centrale della Kunstkammer, che era in effetti lo studio di Augusto, davanti alla finestra, si trovava il tavolo da disegno sul quale il principe tracciava le mappe delle sue terre e una dozzina di queste, incorniciate, erano appese alle pareti.
Su altri cinque tavoli erano disposti, insieme con preziosi oggetti d?arte, quali ad esempio quattro statuette di Michelangelo raffiguranti le ore del giorno ( dono del Granduca di Toscana Cosimo I ), molti strumenti da disegno e per misurare, cronometri di ogni tipo, lussuosi orologi astronomici, strumenti per osservazioni e rilevazioni astronomiche e molti automi.
La città di Dresda ha predisposto ora una nuova sede espositiva nel castello dei principi di Sassonia, per raccogliere il prezioso complesso costituito sia dalle testimonianze raccolte alla corte cinquecentesca, sia da altri capolavori provenienti da muse della Staatliche Kunstsammlungen di Dresda.