Testo e Foto di ROMEO BOLOGNESI
Oltre ad essere uno dei paesi più belli, interessanti e vari di tutto il continente, l’Etiopia vanta alcuni primati che ne fanno una nazione unica: possiede a nord i più alti ed estesi altopiani africani, situati a 3-4.000 metri di altezza con cime fino a 4.600, formati da detriti vulcanici che ne fanno i maggiori depositi lavici della terra, costituisce l’unico paese subsahariano ad aver espresso in epoca storica uno stato unitario con uno dei maggiori imperi dell’Africa antica e una cultura peculiare testimoniata da monumenti, documenti e letteratura scritta in un proprio alfabeto, tra i primi ad accogliere il cristianesimo ed a farne religione di stato (seconda solo all’Armenia ma prima di Roma, poi rimasta tale fino al 1974) e a dare vita all’unico cristianesimo africano autoctono con l’ortodossia etiopica copta, capace di resistere anche alle prolungate pressioni islamiche, oltre ad essere l’unica nazione a non aver subito il colonialismo europeo, se escludiamo la breve parentesi italiana del 1936-41. Nel centro-nord del paese la religione, oltre ad essere stata per secoli uno dei maggiori elementi di aggregazione nazionale, permea tuttora la vita quotidiana degli abitanti, testimoniata in una miriade di antiche chiese e monasteri, in parecchi casi veri capolavori di un’arte semplice ma assai espressiva.
Inoltre fa piacere constatare come la maggioranza cristiana conviva pacificamente da sempre con le minoranze musulmane, animiste e cattoliche. Il cristianesimo giunse nell’antica capitale Axum già all’epoca degli apostoli, portato dall’evangelista San Matteo, ma si radicò realmente nel IV-V sec.con la predicazione del vescovo Frumenzio e l’arrivo di missionari di lingua greca che fondarono monasteri e tradussero la Bibbia in ge’ez, la lingua locale antecedente l’amarico e tuttora usata nei riti liturgici. Dopo il concilio di Calcedonia (451) aderì allo scisma monofisita, che nega la doppia natura umana e divina di Gesù, legandosi alla chiesa copta d’Egitto. Ma indubbie sono anche le sue radici connesse al giudaismo, come i numerosi precetti alimentari, le modalità di macellare gli animali, la circoncisione, i digiuni, le festività del sabato e della domenica. Una radicata tradizione sostiene anzi che ad Axum sarebbe celata l’Arca dell’Allenza, contenente le tavole dei 10 comandamenti donate da Dio a Mosè, sottratta nel I millennio a.C. a Gerusalemme dal re etiope Menelik, figlio di Salomone e della regina di Saba. E tutte le chiese conservano come reliquia più sacra un simulacro di Tabot, la copia dell’Arca, oltre ad antichi preziosi manoscritti ed a suggestivi dipinti murali. La liturgia copta prevede riti sontuosi, con lunghe messe in piedi e solenni processioni guidate da sacerdoti all’ombra di ombrelli multicolori di velluti e broccati in un tripudio di croci romboidali, accompagnate da un’ipnotica musica che ripete all’infinito suoni ritmati al tintinnio metallico dei sistri e al rombo di pesanti tamburi e da canti sussurrati come nenie in una sorta di trance mistica.
Il luogo più suggestivo del Nord Etiopia è rappresentato da Lalibela, sperduto villaggio nel cuore dell’altopiano a 2.600 m ma anche luogo santo copto protetto dall’Unesco per la presenza di 11 monumentali chiese scavate interamente nella roccia in soli 23 anni nell’XII sec. Da non perdere c’è sicuramente Gondar, la Camelot africana per la presenza di sette imponenti castelli seicenteschi di quando fu capitale del regno etiope per due secoli, il Simien Mountains national park, area protetta dalle spettacolari vedute dove poter avvistare animali inconsueti come lo stambecco abissino, il babbuino gelada, il lupo etiopico e le antilopi saltarupi, il vasto lago Tana disseminato di isole dove si celano chiese e monasteri protetti dall’Unesco per i loro suggestivi affreschi, le spettacolari cascate del Nilo Azzurro, i colorati mercati nei villaggi lungo il percorso e poi Axum, capitale dell’omonimo potente regno per tutto il primo millennio d.C. dalla peculiare architettura caratterizzata dalle svettanti stele monolitiche, nonché i monasteri e le chiese rupestri del Tigray risalenti agli albori del cristianesimo. Discorso a parte merita Harar, la cittadella fortificata islamica e mercantile dove visse il poeta francese Rimbaud. E per finire la capitale Addis Abeba a 2.400 m di quota, dove non perdere la visita al Museo Nazionale, contenente i resti fossili di Lucy, un ominide che già 2,6 milioni di anni fa camminava in posizione eretta.
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