Testo e Foto di ANNAROSA TOSO
?Delitto sul Nilo?. Così aveva titolato il Corriere della Sera nel 1992 dopo il primo attentato terroristico davanti al museo egizio del Cairo, che aveva provocato una manciata di morti. Seguirono altri attentati a pullman di turisti nelle zone più isolate nell?alto Nilo, ma i morti di quei primi attentati, fortunatamente non furono mai molti e tra questi nessun italiano. Ma l?impatto sull?opinione pubblica di tutto il mondo fu molto negativo e malgrado il pugno di ferro del governo egiziano contro il terrorismo, il turismo ebbe un calo enorme e non solo dal nostro paese. Il blocco degli arrivi in Egitto fu generale e da parte di tutto il mondo.
Era un terrorismo verso l?Egitto per impedire le entrate dei turisti e di conseguenza anche le entrate valutarie, che all?epoca, erano la seconda voce dopo il petrolio, mentre da qualche anno invece sono la prima voce dell?economia egiziana.
Sta di fatto, che quello fu il primo attentato verso i turisti in un paese democratico come l"Egitto, che aveva in atto una politica per migliorare le strutture turistiche e la professionalità nel comparto; una politica che negli anni ha dato ottimi frutti creando posti di lavoro e introiti valutari senza precedenti. Erano stati fatti investimenti per la costruzione di nuovi alberghi e soprattutto sul Mar Rosso hotel e villaggi crescevano come funghi, nei luoghi che presto sarebbero diventati più che familiari, soprattutto a noi italiani che siamo tra i primi visitatori dell"Egitto.
In quella fine anno del 1992 dopo quegli attentati ci fu una cancellazione generale dei viaggi nel paese dei faraoni e delle piramidi. Piangevano gli egiziani, piangevano le compagnie aeree, i tour operator, gli albergatori. Piangevano tutti quelli che avevano interessi nel settore, dalle industrie di souvenir ai vari commercianti e tutti coloro che lavoravano nell"indotto che ruota intorno al turista.
In questo caso e come in tutti i casi in cui il turista latita, scattarono le azioni promozionali per convincere e tranquillizzare l"opinione pubblica di tutto il mondo. E prima di tutto fu il governo egiziano a volere chiarire che si trattava di fatti sporadici non organizzati e a volere sul posto soprattuto quei giornalisti che erano usciti sui loro giornali con titoli più che disfattisti ed esageratamente d"effetto. Notizie d"effetto appunto, che servono ad aumentare tiratura di giornali ed audience. D"altra parte quando avvengono queste tragedie, ci incolliamo quasi tutti davanti alla televisione e leggiamo i giornali alla ricerca dei particolari più strazianti, almeno per sentirci più fortunati. Quando tutto è a posto, quasi nessun giornale ritorna sul fatto, perché non c"è la ?notizia?.
Eccomi quindi al Cairo e a Luxor per andare a vedere quali erano le misure di sicurezza messe in atto dal Governo egiziano per proteggere i turisti e andare a controllare di persona la situazione reale dopo gli attentati.
In quel breve viaggio al Cairo e a Luxor ci furono una serie di incontri ufficiali con i vari ministri del Turismo, dell"Informazione e degli interni che spiegarono che era tutto a posto e tutto sotto controllo. Mi ricordo il sindaco di Luxor che guardava sgomento dalla finestra del suo ufficio le navi da crociera tutte allineate sul Nilo e tutte vuote, ma che era pronto a scommettere che nel giro di qualche settimana le navi avrebbero ripreso a solcare il fiume.
Tutto ciò che ho visto dalle piramidi, al suq del Cairo, la Valle dei Re e delle Regine, i templi di Luxor e di Karnak l"ho goduto con assoluta tranquillità, senza sgomitare con i turisti di tutto il mondo per fare una foto o per conquistare una posizione di privilegio e ancora oggi nei miei ricordi quel viaggio rimane uno dei più belli dei numerosi fatti in Egitto.
L"Egitto ha patito altri attentati, di cui alcuni molto sanguinosi, da cui si è sempre ripreso. L"ultimo è avvenuto a Sharm El Sheikh alla fine di luglio e ha fatto anche vittime italiane. Il crollo del turismo è stato inevitabile anche per lo sconsiglio della Farnesina di recarsi in quelle zone, durato fino a metà agosto, cioè nel pieno dell"alta stagione.
Secondo il WTO, l"organizzazione mondiale del turismo la ripresa avverrà in 2/3 mesi. Dipenderà da come la destinazione si posizionerà sul mercato in termini di sicurezza, accessibilità e per i costi dei viaggi. A tutt"oggi, un miglioramento c"è stato ma non si può parlare di ripresa Ricordiamo che nel 2004 l"Egitto ha registrato 8 milioni di arrivi, di cui 1 milione di italiani.
Dopo gli attentati di Sharm si è formato un comitato ?Non Abbandoniamo l"Egitto, restiamo a Sharm?. In qualità di promotori ne fanno parte l"Ambasciatore egiziano a Roma Helmi Bedeir, Renato Schifani presidente Gruppo Forza Italia al Senato, il direttore del TG 5 Carlo Rossella, Ernesto Preatoni presidente della E.I.B.A. Egypt -Italy Business Association.
Particolare del monastero
di Santa Caterina
Quale è il messaggio? Andare subito in Egitto dove la situazione è attualmente sotto controllo, prima per fare un piacere a noi stessi che potremo godere di un viaggio senza alcun dubbio non di massa, spendendo sicuramente meno e avendo il meglio e poi perché gli egiziani non meritano la latitanza dei turisti, sia per la bellezza del loro mare, dei loro siti archeologici e poi per la loro bravura nell"accoglienza, che non può essere disattesa.
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