CLARA DI MEGLIO
Un grande rinnovamento è in atto per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale italiano, è stata riformata la struttura del Ministero, è stato varato il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che apre nuovi orizzonti nel rapporto tra pubblico e privato, per migliorare l?accoglienza nei siti archeologici, nei musei sono state introdotte maggiori possibilità coinvolgendo istituzioni locali e privati, è stata creata Arcus, una società per lo sviluppo dell?arte, della cultura e dello spettacolo, che gestirà il 3 per cento dei fondi stanziati dalla legge-obiettivo per le grandi infrastrutture, destinandolo ai beni e alle attività culturali. Nel dicembre del 2001 è stata costituita Confcultura, l?associazione degli operatori dei servizi per la gestione, la valorizzazione, e la promozione dei beni culturali.
Il MIBAC ( Ministero per i Beni e le Attività Culturali) è presente sul territorio nazionale con più di 200 sedi periferiche, 17 direzioni regionali (prima note come sovrintendenze regionali), 54 sovrintendenze di settore (archeologiche, beni architettonici e paesaggio, beni storici, artistici, etnoantropologici), più di 100 sedi archivistiche e 46 biblioteche statali.
Con un patrimonio ricco come il nostro l?impegno è totale, ma perché la tutela e la valorizzazione possano risultare efficace si rende necessario utilizzare tutti i mezzi offerti dalla società attuale, e per la promozione il merchandising museale è una delle leve del marketing. Su questo argomento si è tenuto recentemente a Roma una tavola rotonda per individuare le direttrici lungo le quali orientare gli interventi futuri. Il mercato è notevolmente cambiato e il pubblico, così come avviene nei musei all?estero, richiede servizi aggiuntivi.
Nel 1996, in seguito alle prospettive aperte con la legge Ronchey del 1993 per la produzione e la commercializzazione di oggetti ispirati al patrimonio artistico, è nato in Toscana il progetto MuseoMuseo come iniziativa tra istituzioni, Regione e privati, con il proposito di sviluppare un collegamento tra artigianato e arte, sovvertendo la logica del ?souvenir? proponendo con prodotti di qualità una differente chiave di lettura dell?opera d?arte stessa. Da questi principi nasce la collezione MuseoMuseo, 500 oggetti ispirati al patrimonio dei musei di Firenze, realizzati da 50 artigiani toscani. Nell?articolo 107 del Codice dei beni culturali si vieta la riproduzione che consiste nel trarre calchi dagli originali, sono consentiti, previa autorizzazione del sovrintendente i calchi da copie degli originali già esistenti. La loro realizzazione è disciplinata con decreto ministeriale.
Nella grande collezione MuseoMuseo sono stati riprodotti opere o parti di opere esposte agli Uffizi, alle Cappelli Medicee, alla galleria dell?Accademia, qualche esempio: dal ritratto di giovane di Raffaello, il cappello Raffaello in velluto con fodera di cotone, interamente lavorato a mano, o dal Bacco di Caravaggio fruttiera e alzata, particolare del volto di David in marmo bianco da Michelangelo, ma anche da altre opere d?arte di altre città sono stati riprodotti, e spesso sono in vendita presso i negozi nei musei, particolari oggetti o comunque legate all?opera d?arte come gli utensili antichi per cibi e bevande dei banchetti romani della collezione privata Franchi Argentiere di Roma, orologi col volto di Paolina Borghese da Canova e così via. Il pubblico può così scegliere evitando il classico souvenir di scarsa qualità. E poi ci sono i libri, tutta una editoria d?arte di grande interesse e realizzazione oggi anche tecnologiche, e in alcuni musei, non in tutti ancora c?è l?angolo ristorazione, con bar e in alcuni anche il ristorante.
Chi ha visitato all?estero i grandi musei dalla Tate rinnovata al British di Londra, o il Moma di New York sa che può trascorrere tutta la giornata all?interno, spezzando la visita con soste. Si spera che anche in Italia presto si potrà avere questo servizio, ben accetto dal pubblico. Un dato confortante è che gli introiti totali per lo Stato derivanti dall?uso e dalle attività di valorizzazione dei beni culturali era di 1 milione 715.289,19 euro nel 1995 e ha raggiunto gli 8 milioni 235.631,80 euro nell?anno 2004, e la tendenza è in rialzo e alla fine del 2005 si potrà conoscere quanto queste attività aggiuntive possano dare ossigeno alle casse dello Stato considerando che alla visita dei musei, dei siti archeologici, non si sottrae alcun turista che viene nel nostro Paese.