CARMEN DEL VANDO BLANCO
Per meglio spiegare come la cultura e l?economia siano sempre andate di pari passo lungo i secoli nei rapporti sociali, al Museo Casa de la Moneda della capitale spagnola, è in corso una rassegna strutturata in due grandi sezioni: l?Arte nel Denaro e il Denaro nell?Arte, che permettono di ammirare, grazie ai prestiti di prestigiosi musei, una significativa selezione di opere, dalle ceramiche puniche ai dipinti di Reymerswaele e José de Ribera.
La prima sezione segue un percorso storico del Denaro, mettendo a fuoco il suo carattere più artistico e decorativo con una suddivisione di tre capitoli.
Quello che introduce ha, come tema principale, oggetti con validità di scambio, “il pre-Denaro”, che culture primitive, ma ancora attuali, utilizzano per compiere transazioni commerciali -si va dai grandi lingotti di rame dell?epoca micenea ai braccialetti, alle punte di lancia o di freccia- considerati tutti come un valore monetario.
II secondo capitolo, “la Moneta”, ci addentra nel mondo della moneta metallica, dalla sua probabile invenzione ad opera dei lidi, per passare all?economia dei vicini greci che, con la loro cultura artistica, segnarono l?estetica che sarà preponderante fino ai nostri giorni.
Da parte sua, il terzo, “la Banconota”, documenta la sua storia facendo risaltare il fatto che le tematiche che la illustrano sono simili a quelle della moneta, con l?identificazione del paese emittente e con la medesima propaganda del governo vigente.
Mentre nella seconda parte della mostra, le tre frazioni che comprendono tutte le epoche, da quella classica alla contemporanea, mettono in luce il “Denaro nell?Arte”, ossia quando il denaro, attraverso la scultura, la pittura o il cinema, si integra pienamente nel capolavoro.
Seguendo il filo conduttore, nel primo capitolo, “dall?antichità all?epoca medievale”, la rassegna ci trasferisce al Mondo Antico fino agli albori del Rinascimento, partendo dalle ceramiche puniche alle casseforti di origine germanica, risalenti al Cinquecento; da un curioso salvadanaio punico del II secolo a.C., trovato nella necropoli di Ibiza, con due monete nel suo interno, alle sculture romane di Mercurio, dio del commercio, rappresentato sempre con una borsa di denaro in mano; dai tesori almohadi sotterrati ai codici medievali e ai dipinti a tempera.
Il secondo, “dal Rinascimento al Romanticismo”, è dedicato interamente all?arte pittorica con una selezione di opere di grandi maestri, tra i quali, Brueghel il Giovane, José de Ribera, Simòn de Vos, Schedoni, Reymerswaele -un artista fiammingo del XVI secolo, presente con significativi dipinti come ?Gli esattori delle tasse? e ?Il cambista e sua moglie?- che, con tematiche popolari ed allo stesso tempo critiche sul comportamento umano verso il denaro, o con tematiche religiose che, presentate sotto un profilo burlesco, cercano la complicità del pubblico, ci dimostrano il modo in cui il denaro influisce nella vita della gente di quelle epoche.
Tornando ai nostri tempi, tre scene di film, dove il denaro interpreta uno dei ruoli principali -”Cabaret” di Bob Fosse, “La Giungla di asfalto” di John Huston e “Rapina a mano armata” di Stanley Kubrick- danno attualità ad un tema eternamente centrale.
Marinus Claeszon Van Reymerswaele,1539
L?ultimo inquadra “l?Arte Contemporanea”, con le sue svariate tecniche, in cui gli artisti si fanno difensori dell?etica contro la lacerazione sociale che produce il capitalismo selvaggio. Uno dei grandi paradossi dei nostri tempi. A questo proposito, lo storico Vicente Valero, curatore del capitolo, scrive: “gli artisti della seconda metà del XX secolo, mentre hanno visto come la quotazione dell?arte raggiungeva cifre spettacolari e, quindi, come le opere si convertivano, anch?esse, in un nuovo oggetto popolare di consumo capitalistico, non hanno smesso di formulare la loro critica ai poteri economici, alla loro estensione e autorità in tutti gli ambiti sociali e privati”.
L?interessante mostra alla Casa de la Moneda non pretende di offrire la storia del Denaro e dell?Arte, ma una visione curiosa ed originale su un tema prevalente in tutte le società, facendo riflettere su una grande verità: il denaro, di per sé, sarebbe innocuo, solo chi se ne serve può trasformarlo nel cattivo protagonista della storia.