BARBARA ROSSI
Per vedere dal vivo l? opera omnia di Antonello da Messina sarebbe necessario girare il mondo.Per questo motivo la mostra ospitata in questi giorni alle Scuderie del Quirinale è un evento del tutto eccezionale: vi è esposta per la prima volta nella storia la quasi totalità delle sue opere giunte fino a noi.
Un lungo lavoro di pubbliche relazioni e la professionalità impiegata per l? allestimento dell? esposizione hanno permesso al complesso galleristico delle Scuderie del Quirinale di offrire al pubblico la straordinaria occasione di ammirare i famosi ritratti di Berlino, New York , Baltimora Washington e Madrid; indiscussi capolavori come ad esempio il prezioso ?San Gerolamo nello studio? oggi conservato alla National Gallery di Londra, le celebri ?Crocifissioni? di Anversa e di Sibiu(Romania), il ?Cristo alla colonna? del Luovre, la delicatissima?Madonna Salting? sempre da Londra e il ?San Sebastiano? da Dresda, oltre alle altre sue opere, gioielli indiscussi di collezioni museali appartenenti al patrimonio culturale italiano. Nell? ambito di un iscindibile necessità didattica, che una mostra di tale prestigio comporta, accanto alle opere del maestro vengono a ragion veduta esposte anche opere di altri artisti che aiutano a collocare Antonello nel suo tempo: Petrus Cristus, Colantonio, Francesco Laurana, Giovanni Bellini, Alvise Vivarini, per citarne solo alcuni.
Una curiosa nota ci perviene dalla cronaca dell? epoca. Intorno alla metà del 400 il nome di Antonello da Messina emerge improvvisamente come protagonista dell? arte del suo tempo: all? inizio del suo percorso, in un lontano 1457, la confraternita di San Michele dei Gerbini commissiona ad Antonello, indicato come ?pictor civis Messane? un confalonum, uno stendardo, da consegnare per la prossima Pentecoste. Questa commessa fa intuire un ormai avviata attività, con tanto di bottega e di allievi (PICTOR), e una riconosciuta fama in Italia (Civis Messane) tanto da essere chiamato per la realizzazione di uno stendardo per la città di Reggio Calabria.
Un particolare sulla carriera artistica del maestro che sembrerebbe rivolta agli studiosi più meticolosi ma che è in realtà preziosissima, in quanto si aggiunge alle pochissime notizie certe circa l? opera e la vita fino a noi pervenute.
Ciò che è certo è che dopo pochi anni di attività la sua bottega è la più prestigiosa dell? epoca tra Napoli e Palermo: questo particolare trova pieno significato se si ricorda di quell? Alfonso d??Aragona, che riunificò in un?unica podestà il Regno di Napoli e di Sicilia e che, soprattutto, per ciò che interessa l? economia del nostro discorso, riunì alla sua corte umanisti e artisti provenienti da varie parti d?Italia e d?Europa, determinando la particolare fisionomia dell? arte dell? Italia meridionale nel Quattrocento, caratterizzata dalla ricettività nei confronti degli apporti provenzali, borgognoni, iberici, e soprattutto fiamminghi. Nella raccolta d?arte del sovrano figurano opere dei fiamminghi Jan Van Eyck e Rogier Van Der Weyden ,Francesco Laurana – figura di spicco a Napoli- Colantonio, primo grande artista napoletano del Quattrocento, e l? attività napoletana di artisti stranieri come il francese Jean Fouquet; artisti che vennero in contatto con Antonello, in soggiorni di studio o in periodo di formazione.
L? incontro e l? irraggiamento di stimoli artistici molteplici trovano in Antonello una straordinaria espressione. Questo è da sempre il segreto più affascinante dell? opera dei Maestri della storia dell? Arte. Antonello ha un grande dono, sa imparare dai migliori: a Napoli dovette assorbire con grande avidità la lezione di Colantonio ( che insisteva sull? attenzione ai particolari paesaggistici e ornamentali, che si collocano nei dipinti a soggetto biblico come veri e proprie nature morte ?ante litteram?) così da poter superare il maestro con il superbo San Girolamo nello studio, che ci incanta per virtuosismo pittorico; Antonello conosce sicuramente l? opera di Piero della Francesca e questa conoscenza ci regala un esemplare prodigioso di resa della profondità dello spazio attraverso il particolare della mano benedicente del Salvator Mundi; le toccanti Madonne, le Annunciate l? umanissimo strazio degli Ecce Homo ci introducono nella neonata tecnica della pittura ad olio così come veniva sviluppata dalla scuola fiamminga, e ci stupiscono per l? impareggiabile brillantezza.
Antonello era un grande conoscitore dell? arte e dell? uomo. La sua Annunciata di Palermo è un capolavoro di luminosità, trasparenza, opacità, volume, rilievo. ?Il velo è ormai un piano geometrico curvato che solo per miracolo torna ad essere stoffa; il leggio è un vero piano inclinato che solo prodigiosamente torna ad essere legno; le pagine del libro sono veri esercizi di prospettiva che solo per magia tornano ad essere carta.? Applica ciò che ha appreso e sperimenta nuove prospettive di senso: il suo dono più grande è di far dialogare il particolare con l?ideale, l?umano e il divino, nell? esempio dell? Annunciata. Per Antonello vale sicuramente la lezione di Claudet: L?uomo conosce il mondo non solo per ciò che vi sottrae, ma per ciò che lui stesso vi aggiunge.
Info
Orario: da domenica a giovedì 10,00-20,00
da venerdì a sabato 10,00-22.30
Informazioni, prenotazioni visite guidate e prevendite: 06-39967500