natura, arte, musica, vini dei colli e pesce di lago

 

Di Mariella Morosi

 

L’Umbria è un luogo speciale. Tra le armoniose colline nei toni del verde si percepisce ancora la spiritualità francescana e tutte le città e i borghi, fermi nel tempo, sono segnati dalla storia dell’arte con torrioni, campanili, abbazie, piccole pievi di campagna. Forse è rimasta chiusa nella sua identità perché è l’unica regione non bagnata dal mare e ancora oggi la realizzazione di nuove strutture ricettive e l’aumento delle presenze non hanno modificato le principali caratteristiche dei luoghi né ridotto la qualità ambientale. Eppure anche l’Umbria ha il suo piccolo “mare”, il Lago Trasimeno, al confine con la Toscana. Questo vasto specchio d’acqua, esteso in larghezza ma poco profondo, è il quarto d’Italia dopo il Lago di Como. Tutta l’area degli 11 comuni del comprensorio, di altissimo valore naturalistico e storico-artistico, è compresa nel Parco del Lago Trasimeno, istituito con legge regionale nel 1995. Due delle tre isole, la Maggiore e la Polvese, sono tuttora abitate da un piccolo nucleo di agricoltori e di artigiani. Fin dall’antichità è sempre stato un prezioso bacino di pesca per le popolazioni rivierasche e ancora oggi queste acque limpide sono una risorsa per le famiglie dei pochi pescatori rimasti. Affascinati da questo lago, che armonizza il paesaggio umbro con quello toscano, hanno scritto in tanti impressioni e poesie: da Byron a Goethe fino a Stendhal. Lo ha dipinto il Perugino nell’Adorazione dei Magi nell’Oratorio di Santa Maria dei Bianchi a Città della Pieve, la sua città natale, trasferendo nell’affresco la serenità e la grazia del paesaggio. Le sue sponde verdi di lecci, pini e canneti sono un perfetto habitat per varie specie di uccelli ed anfibi.

Tutto il Parco del Trasimeno è ricco di biodiversità. E’ un’area di particolare interesse faunistico e non è raro veder volare l’Airone cenerino o il Cavaliere d’Italia. Non a caso tre dei suoi comuni rivieraschi – Castiglion del Lago, Paciano e Panigale- sono inseriti nell’elenco dei Borghi più belli d’Italia. Dopo il lago, in tutto il comprensorio è la terra la maggiore risorsa. Il legame con la gente è profondo, viene coltivata da generazioni. Lo dimostrano le vigne e gli olivi presenti anche negli appezzamenti più modesti e la tenacia con cui vengono coltivati prodotti difficili, di scarsa resa. Di grande qualità è lo zafferano, un tempo usato per dipingere le stoffe e ancora oggi ingrediente imprescindibile per alcuni piatti tradizionali. Altri prodotti di nicchia sono i legumi antichi, come il cece nero e la monachina (fagiolo bianco e nero). Il più noto è però la fagiolina del Trasimeno, micro-legume saporitissimo presidio Slow Food, pianta poco produttiva e difficile sia nella coltivazione che nella raccolta. Proprio sulla terra e sui suoi prodotti enogastronomici punta oggi la promozione turistica del territorio, attuata dalle istituzioni in sinergia con i privati, rivolta a visitatori di alto profilo che amano il bello e il buono, la natura e l’arte. Cresce infatti la domanda delle strutture extralberghiere come agriturismi, case e appartamenti per vacanze country house, per vivere meglio il territorio. Tutta l’area lacustre è sempre più frequentata dagli appassionati di turismo esperienziale, che amano il trekking e la mountain bike, e dagli amanti della musica. Ogni anno arrivano in tanti per seguire i concerti di “Bianco Rosso & Blues” che si svolgono nei luoghi più belli dei borghi medievale e di Città della Pieve. Anche il ruolo della Strada del vino Colli del Trasimeno, un percorso tra i vigneti che offre scorci sorprendenti, svolge un ruolo attrattivo perché il vino è convivialità, amicizia, ambasciatore di un territorio. E’ un viaggio, una trama fisica e virtuale di collegamento tra vari punti d’interesse. Antichi vitigni come il Sangiovese, il Gamay, il Ciliegiolo e il Trebbiano danno vini che si sposano perfettamente alle tipicità gastronomiche. Alcuni sono conosciuti e altri meno ma tutti sono espressione di una eccellenza basata sul rispetto e sul giusto equilibrio tra terra e intervento dell’uomo.

Carpa in porchetta, Riso con anguilla e prezzemolo, Maltagliati con la tinca, Zuppa di uova di pesce: sono i piatti nobili del lago, eccellenze che dimostrano l’infondatezza del pregiudizio che vuole il pesce di acqua dolce di qualità inferiore a quello di mare. E’ scesa in campo anche la scienza per esaltarlo come sano, leggero e nutriente. Carpe, tinche, lucci, pescigatto, persico reale, persico trota, latterini e gamberi di lago forse richiedono più attenzione nella preparazione e nella cottura, ma il risultato compensa l’impegno. Anche il Brustico e il Tegamaccio, un tempo piatti poverissimi delle famiglie dei pescatori, vengono riproposti oggi con successo dai ristoranti della zona. Sono dense zuppe profumatissime, versate sul pane abbrustolito, fatte gettando in pentola i pesci piccoli o quelli rovinati dalle reti, cioè tutto ciò che era non vendibile. Se in passato il Trasimeno dava generosamente cibo e lavoro, oggi sono in pochi a vivere di pesca, anche per il mancato ricambio generazionale. Vengono effettuate periodicamente azioni di ripopolamento ma molte specie ittiche autoctone si sono ridotte nel tempo fino ad estinguersi. E’ il caso della pregiatissima lasca, presente solo nella memoria degli anziani, tanto buona che le migliori erano riservate alle tavole papali. Nel Museo della Pesca di San Feliciano sono conservati reperti storici, attrezzature, reti e modelli di antichi sistemi di pesca che con la cresciuta sensibilità ambientale definiremmo rispettosi dell’ecosistema. In realtà si pescava come si poteva, con mezzi rudimentali, ad esempio creando corridoi di canne per imprigionare le anguille. Oggi la Cooperativa dei pescatori, nata nel 1928, non conta più di una trentina di soci, in maggioranza con i capelli bianchi. Si continua a praticare la pesca di cattura, quindi non intensiva, integrandola però con attività collaterali come l’affumicatura e la lavorazione del pescato. In un moderno laboratorio si dilisca il pesce, lo si confeziona in filetti sottovuoto per rifornire i ristoranti di un pratico pre-lavorato fresco. Molto apprezzato è un saporito patè di uova di tinca da spalmare sul pane. Registra sempre il tutto esaurito un’altra iniziativa per preservare l’identità del lago e della sua gente:”Pescatori per un giorno”. I visitatori possono andare in piccole barche -massimo tre alla volta- con pescatori professionisti, aiutarli a mettere le reti e se va bene, raccogliere il pesce e successivamente degustarlo. L’offerta turistica qui è destagionalizzata: ci sono sempre iniziative e proposte, anche in inverno.Dopo la Festa dell’Olio extravergine, l’oro verde del Trasimeno, è attesissimo “Soul Christmas” (8 dicembre-6 gennaio), un festival che tra cultura, tradizione, spiritualità e musica Gospel si snoderà nelle chiese e nei teatri dei borghi dove si potranno anche ammirare presepi viventi, monumentali e meccanici.

 

Info Lago Trasimeno

www.lagotrasimeno.net

www.trasimeno.regioneumbria.eu

Strada del vino

www.stradadelvinotrasimeno.it

Città della Pieve

www.comune.cittadellapieve.pg.it