Testo e Foto di Pietro Busconi

 Qualche anno fa, l’allora ministro Franceschini, decise che il 2019 sarebbe stato dedicato al “cammino lento”, una forma di turismo che sta costantemente conquistando numeri sempre più importanti tra gli amanti dei luoghi più belli e ancora poco frequentati. Un modo di vedere e conoscere che “predilige l’itinerario anziché la meta” e rende lo spostamento, appunto lento, lo scopo primario del viaggio. Il nostro Paese è in primissima posizione per la qualità dei percorsi che si possono intraprendere a piedi o in bicicletta e le sue innumerevoli bellezze artistiche, architettoniche, storiche, culturali e, perché no, enogastronomiche, lo rendono particolarmente stimolante. E così fioriscono di continuo nuove proposte di “cammini” che permettono una vacanza decisamente bella in tutti gli angoli dello Stivale. Uno dei percorsi meglio tracciati è quello che porta, come destinazione finale, a Matera, capitale della Cultura 2019. Varie possibilità di accesso la rendono percorribile a piedi da diversi punti di attacco ma il percorso più classico è quello che si snoda da Bari per circa 170 chilometri, che le guide indicano percorribili in sette otto giorni, e che prende il nome di Via Peuceta. Ecco un sintetico riassunto del percorso e delle sue principali tappe.

 

Si parte dalla Basilica di San Nicola a Bari per arrivare a Bitetto dopo 17 chilometri. Il primo tratto è su strada trafficata che richiede prudenza e attenzione. Una volta usciti dalla città il cammino diventa più bello e piacevole percorrendo l’antico sentiero medioevale. La tappa successiva porta a Cassano delle Murge in 25 chilometri che si percorrono attraversando il panorama pugliese che conosciamo di più: gli ulivi. Da lontano si comincia a intravedere l’altopiano della Murgia e si comincia a salire seppur in maniera progressiva. La terza tappa porta a Santeramo in Colle e si percorrono i 22 chilometri prevalentemente attraverso il Bosco di Mesola. Da qui ad Altamura ci sono 24 chilometri che attraversano diverse frazioni abitate che ci introducono, in successione, ai caratteri tipici dell’Alta Murgia. La quinta tappa ci fa arrivare a Gravina in Puglia dopo 20 chilometri che attraversano ampie coltivazioni di grano, avena, lupino e cicerchia. Più impegnativi sono i 28 chilometri che portano a Picciano. Circa sette le ore stimate per compiere questo tragitto. Uno dei tratti più belli da percorrere in questa tappa sarebbe il Bosco Difesa Grande. Diciamo sarebbe perché due anni fa è stato quasi completamente distrutto, forse in maniera irreparabile, da un incendio (doloso). Gli ultimi cinque chilometri portano al santuario Benedettino e sono tutti da compiere con una decisa salita. Una visita la merita la chiesa e per chi non ce la fa più, nel convento è possibile pernottare in modo spartano. Ed ecco l’ultima tappa con l’arrivo a Matera. 30 i chilometri in costante discesa verso la piana dove sorge questa città, una volta vergogna nazionale e oggi orgoglio di tutto il Paese.

 

Raccontato così, questo cammino si presenta vario e accattivante e non presenta tratti di particolare difficoltà, il che lo rende adatto anche ai camminatori meno esperti.  Numerose sono le possibilità di sosta e pernottamento per ogni tasca e gusto. Solo il tratto tra Gravina e Picciano ha meno strutture per cui è forse meglio prenotare prima di partire alla Masseria La Fiorita (327-7084471 o 335-7224180)Da tenere in debito conto il clima. Ricordiamoci che ci muoviamo nel profondo sud, lontano dal mare e nella campagna spesso coltivata e con poche ombre. Le stagioni migliori per compiere questo itinerario sono senz’altro le intermedie anche se il cambiamento climatico di questi ultimi anni non consente facili previsioni per cui anche le altre stagioni potrebbero offrire interessanti opportunità di viaggio. Portare molta acqua, frutta e protezioni solari sono le raccomandazioni d’obbligo per i camminatori. Organizzare gli spostamenti è facile e consultando le pagine internet si fa anche presto. La settimana scorre in fretta e il ritorno è già tempo di ricordi. La macchina fotografica ci aiuterà a ripercorrere i momenti più belli, i posti più caratteristici e le persone incontrate durante il cammino. Un cammino fatto con gli occhi per ricordare, ma soprattutto fatto con il cuore e in sintonia con se stessi. Le emozioni penetrano profondamente nel nostro animo e ci aiutano a migliorare, ogni passo un po’ di più. Cose che chi non cammina fa fatica a comprendere.