Testo di Mariella Morosi
Sul roof dell’Hotel Capo d’Africa si cena all’aperto con vista panoramica e musica dal vivo. La cucina dell’estate è stata affidata allo chef Erio Ivaldi che propone piatti della tradizione italiana e romana, come richiesto sempre più dai visitatori stranieri. La sua creatività e la conoscenza profonda delle materie prime fa sì che ne risultino piatti saporiti ed eleganti in cui ogni ingrediente resta protagonista. Sulle due terrazze dell’albergo, una con vista sul Colosseo e l’altra sulle absidi della Basilica dei SS.Quattro Coronati, gli ospiti possono intraprendere un’interessante esperienza gustativa, con ottimi vini, godendosi il ponentino romano.Erio Ivaldi, 36 anni, vanta nel curriculum esperienze all’estero, in buoni ristoranti e in alberghi di lusso della Capitale. La carta è stagionale e legata agli arrivi del giorno e alla disponibilità del mercato. Quella con cui ha inaugurato la sua presenza all’Hotel Capo d’Africa ha dimostrato la sua competenza e le sue lontane origini pugliesi, garanzia di un ottimo approccio con il cibo, ma anche qualche influsso d’Oltralpe viste le sue esperienze parigine. Seleziona personalmente i prodotti, scegliendoli in mercati selezionati o da piccoli produttori. Salumi, formaggi, carne, ortaggi sono laziali (prosciutto e patate sono della Tuscia) con qualche incursione nei vicini Abruzzo (l’agnello), Campania (mozzarella e pomodorini del Piennolo) e Puglia (l’olio, la burrata, il caciocavallo). Molto curati gli antipasti (la carta recita “Pronti, partenza e via”) come la Variazione di melanzane: polpettina al caciocavallo, piccola parmigiana, flan al basilico su crema di pomodori secchi, sapori che fanno subito estate.
La polpettina, all’apparenza simile a un supplì, è fritta, asciutta e croccante e nasconde tutta la cremosità del formaggio pugliese. Equilibrato l’accostamento con la delicatezza del flan al basilico, la sapidità dei pomodori secchi e l’assaggio di parmigiana. Con il Gateau di patate della Tuscia, polpo, guanciale croccante e maionese di sedano siamo davanti a un accostamento indovinato di consistenze e sapori: il tenerissimo polpo, il guanciale friabile, la dolcezza del tortino contrastata dall’acidità della salsa. Si notano influssi francesi nella raffinata Terrina di faraona, con frutta secca e frutti di bosco. In carta anche il Tagliere dalla nostra selezione di salumi, ideale anche per un aperitivo, che racchiude prodotti scelti uno ad uno dallo chef. Agli appassionati dei classici della cucina mediterranea e romana npropone le sue versioni personali dei “Primi piatti della tradizione”, come Spaghettoni al pomodoro e basilico e Mezze Maniche all’Amatriciana. In altri primi piatti può esercitare la sua fantasia, come nei Tonnarelli cacio e pepe acui si accompagnano calamari croccanti, o gli Spaghettoni di Gragnano con pomodorini datterini che fondono con la burrata di Andria e bottarga. Ancora tradizione della campagna laziale e influssi d’Oltralpe nei raffinati Rigatoni romani al ragù bianco di coniglio e tacchino, con burro alle erbe e mandorle tostate: coniglio e tacchino sono rigorosamente d’aia, il condimento della pasta molto consistente è delicatissimo e aromatico, dal sapore antico, ma si attualizza nell’incontro con le scaglie di mandorle croccanti.
In carta anche degli Gnocchetti di spinaci con crema di champignon e fiori di zucca, naturalmente fatti in casa. Erio ha una predilezione per i secondi (li chiama “Secondi a nessuno”) e ben la esprime nell’Agnello di Scanno d’Abruzzo igp. con carciofi e pecorino romano dop, in cui l’agnello tenerissimo e dal sapore delicato incontra dei cuori di carciofo fritti e una sontuosa crema di pecorino. Stessa delicatezza è nella Guancetta di manza fassona alla paprika dolce e composta di cipolla di Tropea. Molto equilibrato anche il Baccalà con pomodorini, polvere di capperi e olive taggiasche: la delicatezza del pesce si armonizza con l’intensità dei condimenti mediterranei. Valorizzata e inaspettata la Rana pescatrice con zuppetta di lenticchie alla menta. Per i vegetariani ha creato un piatto speciale: il Tomino grigliato con cicoria saltata e crostino di pane. Conclusione inevitabile e sempre attesa col dessert, che definisce “I sogni d’oro”, legati all’infanzia. Lo chef prepara un soffice Tiramisu presentato in un barattolino di vetro con coperchio, una sontuosa Mousse di cioccolato di Trinidad, una elegante Pera al Moscato con ricotta romana dolce e infine il dulce de leche. Per gli amanti dei formaggi come conclusione di pasto: il Tagliere di formaggi con miele, noci e marmellate bio.
Hotel Capo d’Africa – Via Capo d’Africa 54 – 00184 Roma
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